21/12/2024

Slift, Milano

21/12/2024

Vinicio Capossela, Venaria Reale (TO)

21/12/2024

I Hate My Village, Genova

21/12/2024

The Molotovs, Zero Branco (TV)

21/12/2024

Beatrice Antolini, Firenze

21/12/2024

Conny Ochs, San Zenone degli Ezzelini (TV)

21/12/2024

The K’s, Cesena

21/12/2024

Painted Vein, Milano

21/12/2024

Andrea Ra, Udine

21/12/2024

Non Voglio Che Clara, Bologna

21/12/2024

Folcast, Roma

21/12/2024

Three Second Kiss, Torino

Agenda

Scopri tutti

A teatro: “Perché io non spero più di ritornare”

Debutto teatrale di Emidio Clementi e Corrado Nuccini in scena il 29 novembre a Milano, il 4 dicembre a Lugano e il 13 dicembre a Bologna

“Perché io non spero più di ritornare”, diretto Paolo Bignamini, è il nuovo spettacolo teatrale con protagonisti Emidio Clementi, leader della band Massimo Volume, e Corrado Nuccini, fondatore dei Giardini di Mirò. Lo spettacolo è l’evoluzione e sintesi della trilogia musicale e letteraria di un decennio, uscita per 42 Records.

Il percorso inizia con “Notturno americano”, che esplora l’America urbana del primo ‘900 descritta da Emanuel Carnevali. Seguito da “Quattro Quartetti”, testamento letterario di T.S.Eliot, e conclusosi con Motel Chronicles. Il tutto è stato realizzato nell’ambito del progetto Suner (ARCI E-R) con il sostegno della legge musica della regione Emilia-Romagna. La regione ha tradotto e trasportato in musica alcuni estratti dell’opera di Sam Shepard.

E’ la rappresentazione di un viaggio tra parole e musica che tre autori, profondamente diversi, rappresentano attraverso le loro opere esplorando un immaginario comune. Si descrive un altrove che spesso solo la letteratura riesce a raggiungere e che arriva a confondere i luoghi e la sequenza cronologica. Un altrove, secondo Clementi, inteso come scoperta, ma anche come spaesamento. Infatti, tutti e tre gli scrittori raccontano di un luogo (e da un luogo) che non è il loro, che li rende stranieri. Ovvero, le camere d’albergo di Shepard, le strade di New York di Carnevali, il mare e il tempo di Eliot. Ma sono luoghi di cui hanno bisogno per accendere la propria voce poetica e raccontare il mondo.  

Il titolo ribadisce proprio quest’ambiguità: “Perché io non spero più di ritornare” è un verso di Guido Cavalcanti ma è anche l’incipit di “Mercoledì delle ceneri” di T.S.Eliot. Qui, l’autore esprime il desiderio di un ritorno o forse, invece, il suo contrario. Queste sensazioni sono presenti anche ne “L’ultimo dio” (Fazi). Il romanzo di Clementi che narra della sua fuga dalla provincia e dell’incontro con la scrittura e la figura di Carnevali.  Il viaggio autobiografico di Clementi, la sua esperienza di un altrove, diventa quindi l’ossatura della rappresentazione teatrale intrecciandosi alle opere dei tre autori. 

Gli estratti da “L’ultimo dio” fanno da collante tra i brani contenuti negli album e altri inediti. Plasmando uno spettacolo coeso e intenso, in cui l’interpretazione di Clementi è affiancata da una sceneggiatura inedita e da musica ad hoc. Infatti, lo spettacolo teatrale racchiude le molteplici e sfaccettate atmosfere degli album. Passando dal blues di “Notturno Americano”, al sound introspettivo di “Quattro Quartetti”, fino alle raffinate sonorità di “Motel Chronicles”.  

“Perché io non spero più di ritornare” è un affresco umano che unisce letteratura e musica, toccando l’immaginario e il viaggio personale di ognuno. Le emozioni dei personaggi si riflettono in chi guarda: ad esempio, nel vagabondare dei personaggi di Sam Shepard, che cambiano di continuo città e accendono falò con i loro oggetti personali, bruciando così il sogno di cambiamento a lungo cercato nei viaggi e negli incontri.

Oppure, nell’itinerario di Emanuel Carnevali, che attraversa l’oceano all’inizio del ‘900 per coronare il suo sogno di scrittore. In quello di T.S. Eliot, che invece fa la strada inversa, parte da St. Louis e approda a Londra. Infine, nella fuga di Clementi, fatta di solitudine e di presa di coscienza di sé, dolorosa e necessaria al tempo stesso. Emozioni diverse ma accomunate da una sensibilità condivisa verso l’idea di viaggio, ben sintetizzata visivamente anche nella locandina dello spettacolo. Viene presentato un prezioso scatto del celebre fotografo italiano Giovanni Chiaramonte, la cui arte ha sempre esplorato l’esistenza umana in modo profondo e sfaccettato.

Con musiche dal vivo di Emanuele Reverberi, Francesca Bono e Corrado Nuccini, e luci curate da Matteo Gozzi. Giulia Asselta cura la drammaturgia e l’aiuto regia.

Tour prodotto da DNA concerti con ATER Fondazione e Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale.

Date:

  • Venerdì 29 novembre, Teatro Degli Angeli, Milano 
  • Mercoledì 4 dicembre, Teatro Foce, Lugano 
  • Venerdì 13 dicembre, Teatro Arena del Sole nella Sala Leo de Berardinis, Bologna  

Biglietti qui

© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!