“Diaframma 40”, volume antologico edito da Red Star Press, uscito il 16 ottobre, è un testo che raccoglie gran parte delle recensioni che il gruppo fiorentino Diaframma ha ottenuto in quattro decenni di onorata carriera. A oltre quarant’anni dalla nascita, infatti, a parlare per il gruppo fondato a Firenze da Federico Fiumani è la storia: recensioni, interviste, copertine, fotografie, e articoli stampati su ogni genere di giornali o riviste e pubblicati nel corso di quattro decenni. Un’antologia completa di ciò che è apparso sulla stampa – nazionale e internazionale, dichiaratamente mainstream o orgogliosamente underground – a proposito dei Diaframma: riverbero delle gesta di una band protagonista di migliaia di concerti, di decine di dischi e di una storia unica. Quella raccolta in queste pagine.
Asettico e asciutto, il volume ripropone fedelmente, senza alcun commento, il materiale dell’epoca. Sfogliandolo la prima volta, senza cioè prestare attenzione al contenuto degli scritti, ci si rende conto della parabola che la band ha vissuto. Dalle prime apparizioni su fanzine locali alle grandi testate di critica musicale, con prime pagine condivise con grandi nomi del panorama internazionale, ad evidenziare come il lavoro di Fiumani sia sempre stato osservato con particolare interesse. Non solo perché “Siberia”, album che quest’anno compie 40 anni, e che è stato di recente ristampato in varie versioni in vinile, già in gran parte finite negli scaffali dei collezionisti, è davvero un album che è stato capace di superare le barriere del tempo e dello spazio, ma anche perché la storia della band, e della sua musica, è un unicum vero.
Ruvidi e grezzi nei suoni, ma anche nelle relazioni con un mondo dello showbiz che li ha sempre visti ai margini, volutamente. Fedeli alla linea, ma in questo caso con una linea vera, che c’era e che c’è, e che Fiumani ha messo sempre in nell’evidenza e si è conquistato sul terreno, concerto dopo concerto, esibizione dopo esibizione. Ed ecco che sfogliare questo bel volume, fatto di ritagli raccolti insieme, come se fosse un album privato dei ricordi, una sorta di personale Smemoranda della giovinezza, fa pensare a come la vita musicale in Italia sia cambiata. In queste pagine c’è la storia sì Diaframma, ma anche quella della musica del nostro Paese che, in contro luce, emerge chiara. Un tempo, in sintesi, esperienze musicali diverse venivano seguite, ascoltate, sostenute e celebrate, consapevoli che il tempo avrebbe fatto il suo percorso, e reso giustizia.
Interessante la prima pagina, quella dove si legge, con scrittura a macchina, il significato del nome Diaframma. Un’intervista fondativa, che già contiene in nuce tutto quello che verrà dopo. Stessa situazione per il capitolo dedicato a “Boxe”, album ingiustamente in ombra per via del monolite “Siberia”, opera poetica del giovane Fiumani, come ha raccontato di recente, che tutto però fagocita. “Boxe” resta un disco splendido, che fa tesoro di molto di quanto appreso con “Diaframma”, e da quel successo che ne è derivato.
Federico Gugliemi, poi, regala una delle prime e migliori narrazioni del gruppo, in un testo datato, ma che mostra già chiaramente quello che Fiumani avrebbe detto e fatto negli anni a venire. Le copertine storiche delle riviste mostrano come l’estetica dei gruppi fosse sì importante, ma non era di certo dominante. Così Fiumani e le varie incarnazioni dei Diaframma si trovano accanto ai Rolling Stones, agli Einstürzende Neubauten, ai Portischead, e così via; o in bella vista su storiche riviste come Blue, Il Mucchio, Blow Up e altre ancora, Olimpo insomma della critica di qualità.
Un’antologia che ripercorre una storia particolare, ai margini cioè di uno star system che pare essere l’unica via del successo e l’unico modo per far conoscere e apprezzare la propria arte. I Diaframma, e con questi Fiumani, dimostrano invece che il sacrificio paga, magari non tutte le spese della quotidianità, ma non si tratta solo di questo aspetto. Certo, può irruvidire, rendere asciutti e poco inclini al grande pubblico, ma questo poco importa. Chi ascolta musica per davvero, non è interessato al gossip, ma a quello che si muove sul palco e negli studi di registrazione.
Il regalo che questo volume fa ai fan della band fiorentina, baluardo della New Wave italiana, è dunque prezioso perché pone l’attenzione solo ed esclusivamente alla dimensione musicale della band, lasciando da parte inutili orpelli che nulla hanno a che vedere con l’arte che viene prodotta dagli artisti. Lunga vita a Fiumani, e ai suoi Diaframma, e al mondo ruvido e spinoso che sanno portare ancora sui palchi d’Italia.
Articolo di Luca Cremonesi