La cellula dormiente dei CCCP si è risvegliata (la recensione alla mostra), e con essa tutto un mondo, emiliano, legato al movimento punk. Da questo fermento è nato un agile volumetto dal titolo “We Are Punk”, autoprodotto, il cui incasso verrà donato interamente agli alluvionati della Romagna. Una buona causa punk mi vien da commentare, di matrice tutta emiliana. Il testo in questione si avvale di testi vari artisti, e protagonisti, di quella che, a tutti gli effetti, era una scena musicale che gravitava fra Reggio e Modena, passando per Carpi e Sassuolo. Un poco ricorda una nota canzone, non è vero?
Daniele Preci, Daniela Micheli, Stefano Bardelli, Fabrizio Bucciarelli, Lorenzo Adani, Angela Olivieri e Giovanni Lindo Ferretti. Sì, proprio lui, GLF. In realtà il suo è l’unico testo non inedito, ma preso da un volume del 2015 che, al momento, è raro, ma si trova ancora. Si tratta di “Fellegara. Dove sono nati i CCCP Fedeli alla linea”. Un pezzo di quel testo, e cioè uno degli interventi di GLF, è stato riprodotto anche in questo “We Are Punks”.
La maggior parte del testo in questione è, però, di fatto un vecchio album fotografico, con scansione di vecchie immagini degli anni ’80. Interessante, ma per chi è vissuto lì e ha vissuto quella scena in presa diretta. Fin qui, al netto dell’edizione che ricorda molto le fanzine di quegli anni, nulla di particolarmente eccezionale, se non lo scopo benefico del progetto, e la testimonianza di un’epoca, in una zona particolare d’Italia, dove è nata un’esperienza musicale che, si capisce da questo libello, aveva terreno fertile attorno.
Ma… In tante belle favole di periferia, c’è sempre un “Ma”. Preso in mano il volume, cosa che mi è costata cara, dato che per risparmiare 5 euro di spese di spedizione ho pensato bene di passare da uno dei curatori, a Reggio Emilia, prima del concerto dei Calexico (la nostra recensione), per poi finire in una bella Ztl. D’altronde, siete mai stati a Reggio Emilia attorno alle 18? Ecco, provateci, è una bella esperienza punk. Quindi, uscendo da un vicoletto, mi sono trovato sulla via Emilia, poi in centro città, e in Ztl. Il libro mi è costato molto caro. Mi serviva trovare un ottimo motivo per recensirlo. E l’ho trovato. Ed è eccellente.
Facciamo un passo indietro. “Emilia Paranoica” dei CCCP, suite, come l’ha definita Scanzi nel Gran Galà Punkettone (la nostra recensione), esce per la prima volta nel 1985 sull’ep “Compagni, cittadini, fratelli, partigiani”. In quella canzone c’è il famoso verso:
Brucia Tiro e Sidone, il Roipnol fa un casino
Il Roipnol fa un casino se mescolato all’alcol
E poco più avanti:
Chiedi a settantasette se non sai come si fa
Chiedi a settantasette se non sai come si fa
E-mi-lia pa-ra-noica
La cronaca ci consegna che questo “77” è stato Marco Trascendi, un chitarrista punk di Sassuolo, chiamato “77” perché appassionato del genere Punk, e affezionato a un album uscito nel 1977 (Sex Pistols, ovviamente “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”). Nel libro Daniela Micheli riproduce integralmente un breve scritto di Trascendi, scomparso nel 1998, dove confessa di essere lui il famoso “77” al quale chiedere come si fa. Anche Angela Olivieri, nel suo breve scritto, parla degli albori dei CCCP. Insomma, in fin dei conti, questo volumetto aggiunge qualche tassello all’epica degli albori dei CCCP, storia ormai codificata in uno storytelling preciso, che ha la sua eresia nel volume di Umberto Negri (la nostra recensione), e che nelle pagine di “We Are Punks” si arricchisce, per modo di dire, di alcuni piccoli dettagli, non affatto insignificanti.
Morale della favola: è un volume da avere, ma fatevelo spedire. Lo dovete chiedere partendo dalla pagina Facebook “WE ARE PUNKS”; scrivete ai referenti, e il gioco è fatto. Ricordo, inoltre, che tutto è a scopo di bene. Altra questione da non sottovalutare.
Articolo di Luca Cremonesi