Alessandro Baronciani, classe 1974, originario di Pesaro non è nuovo a queste operazioni ibride, e cioè figlie della contaminazione fra musica e fumetto. Ops, scusate, comics… Qualche anno fa, ad esempio, girava in tour con Colapesce, per un concerto disegnato davvero interessante. Alla fine dello show, le tavole si potevano anche acquistare. Chi scrive ne ha una ovviamente… Poi ci furono altri progetti interessanti, come ad esempio, “Quando tutto diventò blu”, fumetto sì, ma anche vinile. Insomma, le premesse per arrivare a questa ponderosa pubblicazione c’erano. Ed erano già buone. Il risultato, ora, fresco di stampa, non poteva che essere un ottimo prodotto editoriale e di pensiero.
“Ragazza CD”, autoprodotto, è un fumetto che si ascolta. Si tratta di una graphic novel che si legge come un album fotografico (è stampato in orizzontale), interamente disegnato, senza parole, che Alessandro Baronciani ha creato (scritto e disegnato) accompagnato da un cd che contiene musiche composte dalla stesso autore con l’ausilio e aiuto di Corrado Nuccini, Giungla e Rachele Bastreghi. La voce narrante è di Chiara Leoncini. Si tratta di 14 tracce, non tutte musicali, che accompagnano e arricchiscono la lettura delle oltre 400 pagine che compongono la storia. Un tempo si sarebbe detto che questa era un’esperienza interattiva. Ma erano altri tempi.
Comunque, la vicenda narrata è quella di un’esploratrice spaziale che si ritrova in un pianeta, a due dimensioni, con la memoria bloccata. Qui, in questi spazi non-luoghi, senza identità, vuoti e pieni allo stesso tempo, la protagonista dovrà muoversi ricercando senso e identità. Fra i problema c’è quello che non può chiamare soccorsi; non può aiutarsi con la memoria, con i sentimenti, con le emozioni. Niente di niente. Se in Star Trek il viaggio, insomma, era vita e speranza di conoscere nuovi mondi, qui il viaggio diventa non solo prigione, ma metafora di un’identità che si perde più la si va a cercare. È fondamentale, dunque, per uscire da questo labirinto fare due esperienze, ascoltare e leggere. Perché così è nato questo oggetto e così si deve affrontare questo viaggio di speranza. La protagonista, infatti, non si dà per vinta, pur se la lotta non è la sua modalità d’azione. Si muove con prudenza, un poco come tutti noi, oggi, dopo essere vissuti isolati, allontanati e vincolati nella nostra quotidianità.
Al disegno all’apparenza semplice, scarno, essenziale, fa eco una musica asettica, spesso ripetitiva. Non alla “Eye Wide Shut”, e neppure alla “Profondo Rosso”, più alla “Interstellar”. Ecco, la situazione è quella, per darvi un’idea, del tutto simile al film del 2014 di Nolan. Ricordate quando il viaggiatore cade in quel pianeta fatto solo di mare? Ecco, l’incipit, la partenza della storia, ricorda molto quella situazione. Una viaggiatrice spaesata in un mondo lontano. La musica, poi, è quella, logorante per certi versi, nelle apparecchiature elettroniche che, come nel bellissimo “Moon”, fanno da compagnia alla nostra protagonista. Non è una musica di sottofondo, ma una vera e propria colonna sonora e colonna portante di quello che accade. Stessa cosa per la voce narrante. Non spiega, ma fa parlare la nostra protagonista.
E così, grazie a questo progetto a due “sensi”, cioè vista e udito, Baronciani, ci spinge ad uscire dalle due dimensioni del fumetto. Il viaggio ci fa entrare entra in una dimensione altra, fatta di suono e immagine, parola e significato. E, dunque, di ricerca del senso. Ultimo? Chissà, senza dubbio di un senso … Ci sono, in questo lavoro, tutti i temi che fanno grande la letteratura: il viaggio, la solitudine, la paura, l’incontro con il diverso, l’avventura (non troppa a dire il vero, ma non manca) e, infine, l’introspezione. “Ragazza CD” è un viaggio, alla fine dei conti, dentro chi siamo noi oggi. Uomini e donne. O altro?
Oggi, esseri ibridi, non solo perché fluidi, ma essere viventi in bilico fra virtualità e realtà, e cioè fra dimensioni del viaggio senza memoria, come se fossimo solo turisti distratti, e incontri non significativi. Come ci muoviamo nel mondo? Come ne facciamo esperienza? E, allo stesso modo, quanto tempo dedichiamo a noi stessi, alla nostra storia, alle nostre passioni e all’ascolto, a casa o in viaggio, poco importa.
Ed ecco la bella domanda che ci dobbiamo porre quando stringiamo in mando questo prodotto: siamo in grado di darci del tempo per godere a fondo di questo oggetto? Perché è vero che Baronciani ci regala, alla fine, una storia, ma con questa ci dona anche un oggetto composto che vuole e implica tempo. Parole, disegni e musica. Tutto insieme. Che tradotto vuol dire: occhi e orecchie coinvolte, e poi, senza dubbio il cervello. Siamo capaci di farli funzionare insieme? O siamo spaesati, davanti a tutto questo, come la nostra protagonista?
Gli incontri, con il libro, ma anche con questo oggetto non identificato (i Wu Ming li definiscono, a ragione, U.F.O), diventano significativi purché, però, aiutino ad uscire dall’isolamento. E allora, in questo nostro esser spaesati, in questi nostri viaggi solitari, è necessario incontrare, creare relazioni, e fare buoni incontri, come direbbe Spinoza. La musica, prima di tutto, e poi una scatola nera, una stanza, dove la nostra protagonista trova proprio dei cd (e non dei vinili, per fortuna…). Qui parte la riscossa del ricordo e, alla fine, si intravede una possibilità per affrontare questo isolamento. Come? A voi scoprirlo.
Articolo di Luca Cremonesi