“Odio i lunedì – Con Vasco Rossi negli anni Ottanta” di Diego Giachetti, pubblicato da Machina Libro nel febbraio del 2024, è un testo che può essere letto in due modi. Il primo, tenendo conto di quanto c’è scritto a pagina 155, e cioè i ringraziamenti dell’autore. Nella lista si legge che Vasco Rossi, presente nel volume con un’inedita intervista che apre il saggio, e Tania Sachs, addetta stampa del rocker di Zocca, hanno letto, corretto e consigliato l’autore del volume. A questo punto delle 152 pagine che compongono questo nuovo tassello del vasto mosaico dei testi dedicati a Vasco, c’è poco da dire.
Giachetti conosce bene la materia. Si muove su un doppio binario, quello della critica sociologica, di stampo marxista e post-coloniale, e quella dell’analisi socio-politica degli ultimi 40 anni. Il tutto condito, con sapienza, con i versi e con le canzoni di Vasco. Il risultato è un “Odio i lunedì – Con Vasco Rossi negli anni Ottanta” di Diego Giachetti, pubblicato da Machina Libro nel febbraio del 2024, L’apparato note è davvero ben curato, e si spazia dai testi di Vasco, sia con interviste che con libri, ai volumi di Bauman e Tondelli, passando per quelli di sociologi e filosofi del calibro di Sandro Mezzadra e Paolo Virno. Ne deriva un testo che sviscera bene la parte degli anni ’80 e ’90, mentre sorvola, come ebbe a dire Cartesio, ma senza la sua incisività, sugli anni 2000. Un ritratto dell’Italia, seguendo il filo rosso delle canzoni scritte da Vasco. Il risultato è un quadro inedito del rocker di Zocca, ben più profondo di quanto lo stesso Vasco pensi, sia della sua arte che della sua capacità di scrivere canzoni: arte che incide sulle coscienze italiane perché sa raccontare l’Italia che ascolta la sua musica.
Il secondo modo di leggere il testo in questione, è quello di arrivare a pagina 152, e chiuderlo. E cioè senza incappare nei ringraziamenti di pagina 154. In questo caso, il libro appare molto strano. Giachetti è autore colto, preparato sulla materia, e amante della musica e delle canzoni di Vasco. Ne conosce molti aspetti, ed è attento ascoltatore di tutta la sua discografia, compreso l’ultimo album, inserito nella parte finale del testo (in questo caso, credo si tratti davvero di un primato). Alla luce di tutto questo, appare strano che l’autore ribadisca, più volte, come Vasco – riassumo – non sia un cantautore impegnato. Non inventa lui questa posizione, è cosa ben nota. Vasco non è Guccini; non è De André, e neppure De Gregori. Pur se da questi ha preso molto, e condiviso tanto.
Nonostante questo assioma, Giachetti fa reagire le canzoni di Vasco con tutto quello che è successo, dagli esordi negli anni ’70, fino al 2023. Anzi, in alcuni casi è davvero interessante scoprire, per esempio, che “Anima Fragile”, brano scritto dopo la morte del padre, e a lui dedicata, sia in realtà un testo che descrive il riflusso degli anni ’80. E così succede per altre canzoni, come per esempio “Brava”, testo carico di leggenda (una “voce” vuole che fosse dedicata a un noto volto della Tv, avventura del passato di Vasco, rumors mai confermato), che però sarebbe una canzone legata all’universo femminista. Si scomoda, ma sia chiaro, per fortuna non per analizzare questo brano, anche Carla Lonzi e il suo “Pisciare su Hegel”, per parlare del femminismo di Vasco. Insomma, il Nostro sarebbe molto più impegnato e politico di quanto lui stesso si dichiari, si creda, e voglia essere. Anche al di là dello stesso assioma che l’autore, più volte, ripete: Vasco non è un cantautore impegnato.
Senza proseguire oltre, ma ci sarebbero altri elementi da sottolineare, in questo secondo modo di leggere il libro serve tener conto di quanto sostiene Baricco: se dalla realtà togliamo i fatti, quello che resta è narrazione. In sostanza, ciò che si può dire del presente volume è ben riassunto in questo pensiero dell’autore di “Oceano Mare”. Se stiamo ai fatti, e cioè alle parole di Vasco, alle sue canzoni, che sono la sua unica verità, come lui ama ripetere, allora è difficile non vedere nel testo di Giachetti tanta narrazione; tanto storytelling. Per quanto mi riguarda ci può stare, ma credo che sia comunque una forzatura. Così facendo, si può fare lo stesso per ogni voce italiana, da Concato a Max Pezzali. D’altronde, per alcuni, l’Uomo Ragno che era stato ucciso nel 1992, era Giovanni Falcone…
Personalmente condivido le analisi e i riferimenti di Giachetti, dato che sono autori e autrici che hanno descritto, con sapienza e acume, la nostra società. Che tutto questo coincida con la musica e la poetica di Vasco non ne sono così convinto. Lo dico da fan; lo dico da studioso, e lo dico da autore di una monografia su Vasco. “Odio i lunedì” è una delle sue più belle canzoni, ed è la descrizione di una situazione che tanti abbiamo vissuto: lasciati dalla propria donna, con la sfortuna che rotola sul piano inclinato, e il mondo che va in frantumi. Non credo sia una canzone che descrive la condizione del lavoratore del sistema liberista che, dal lunedì al sabato, non sfugge alla macchina del Capitalismo. Come scrisse Kafka. Come ebbe a parafrasare Carmelo Bene, nel famoso “Uno contro tutti” del 1994.
In conclusione, decidete come leggere questo volume. In un caso, godrete di un bel libro su un Vasco inedito che, a oggi, non avete mai ascoltato. Nel secondo, avrete fra le mani un libro che riassume bene, e in modo chiaro, teorie molte interessanti sulla storia d’Italia; che vi fornisce uno spaccato di critica post-coloniale di stampo marxista, e che ruota attorno a riviste e case editrici ben definite; che vi fornisce spunti di lettura non certo per le canzoni del Nostro, ma per iniziare a guardare in faccia la realtà. Pratica, come canta Vasco, che è sempre più sicura e meno dura.
Articolo di Luca Cremonesi