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Eric Clapton

Eric Clapton “L’autobiografia”

La vita in presa diretta di Clapton fino all’inizio degli anni Duemila

Sparita dai radar da tempo questa ponderosa autobiografia di Eric Clapton ritorna disponibile nei giorni che avrebbero dovuto portare ai tre concerti italiani del 2022, e cioè Milano e il bis di Bologna. Come è noto, però, i tre live sono stati nuovamente spostati, questa volta in ottobre, mentre il libro, fortunatamente, è rimasto in circolazione. La traduzione italiana, quando uscì la prima edizione, era già in ritardo rispetto a quanto narrato dal libro; in sostanza, dato che questa edizione non è stata aggiornata, abbiamo la vita in presa diretta di Clapton fino all’inizio degli anni Duemila. Non è male, davvero.

Una vita così intensa basta e avanza, anche per chi è stato abituato fin da subito a sesso, droga e… blues. Ai quali però si deve aggiungere un copioso tributo a Bacco, e cioè il dio dell’ebrezza. Nel caso specifico, stando alle parole di Clapton, non si trattava di semplice ebrezza, ma della possessione indomita del demone dell’alcolismo. Una lotta fatta di avanzate e retrocessioni, discese e risalite. Baratri e pianure. Un procedere come accade ai gamberi che ha rischiato di privarci di uno grandi maestri delle sei corde. Le pagine dedicate alla sua lotta all’alcool sono davvero intense e appaiono, subito, oneste e non mediate da alcun copywriter o ghostwriter.

Altro passaggio duro è quello della morte del figlio Connor, nato dalla relazione con Lory Del Santo, le pagine sono davvero intense. Clapton si mette a nudo e spiega la sua complessa relazione con l’attrice italiana e, allo stesso tempo, il difficile rapporto con la dipendenza dall’alcool che, in quell’epoca, lo tormentava. Turbe e preoccupazioni, dunque; un mix che lo porta a non essere quasi mai lucido se non nella tragedia che ha investito lui e la madre di Connor. Quel lato umano che emerge in queste pagine è ciò che farà la differenza e salverà Clapton, nuovamente.  Il pubblico riscopre Clapton con “Tears in Haeven”, dedicata al figlio scomparso, e con il progetto “Unplugged”.Lui, invece, si ritrova mettendosi a lavorare e facendo quello che sa fare: suonare in modo divino.

Prima di arrivare a questa fase della sua vita il libro, in modo attento e dettagliato, racconta la genesi di questo straordinario chitarrista. L’infanzia, dura, con una madre che lo ripudia e lo lascia dai nonni, con i quali cresce e che, quando se ne vanno definitivamente, condannano Clapton a una delle tante discese all’inferno che hanno caratterizzato la prima parte della sua esistenza. Le persone che sono state al suo fianco nel corso della sua esistenza, spiega l’autore, non sono state validi sostegni per evitare il baratro. Se a tutto questo si aggiunge l’ossessione per alcune donne, in primis Pattie Boyd, è facile intuire come la discesa nel regno di Ade sia stata ripida, rapida e senza tanti appigli. Il pregio, però, di questo volume è che Clapton si mette a nudo senza nascondere nulla; senza condannare nessuno e senza giudizio su quanto è accaduto. Lui è il solo colpevole, e ne è consapevole. Una vita, insomma, che ne contiene altre mille e che guarda al passato come ad un film del quale si è stati protagonisti coscienti e incoscienti, come lo sono gli adolescenti.

Fra le molte esperienze di vite del Nostro una merita di essere ricordata, e cioè l’aneddoto del giorno nel quale Clapton, per la prima volta, incontrò Jimmy Hendrix. I due, si scopre leggendo, non solo diventarono amici ma si misero a frequentare club, pub e bar dove, di notte, eseguivano jam e piccoli concerti. Ora, ditemi voi se non è lecito sognare leggendo queste pagine. Ve li immaginate “questi” due giovani in giro per Londra, di notte, con chitarre, birre e pochi fedeli avventori che si sono sentiti quanto di meglio il ‘900 ha prodotto nel mondo delle sei corde? Già… Questo libro consente anche di sognare, da fan. Così come accade quando si legge la vicenda dei Cream, dei loro concerti che Clapton definisce come performance che non lo hanno mai soddisfatto del tutto… Incredibile. Davvero.

Molto bella, poi, dal punto di vista umano l’uscita a riveder le stelle dopo le discese agli inferi e la risalita, post morte di Connor, al monte del Purgatorio. La famiglia, che oggi è una dimensione molto rock, una donna, figlie e una stabilità. Non te lo aspetti, ma fa piacere che sia stata raggiunta questa dimensione. Anche perché ha permesso di tornare a lavorare e di essere ancora in giro per il mondo e, ad ottobre, per tre date anche in Italia: 9 e 10 ottobre a Casalecchio di Reno (BO) e 12 ottobre ad Assago (MI).

Articolo di Luca Cremonesi

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