“Osannaples. Romanzo rock di un sogno psichedelico” di M. Deborah Farina, pubblicato da LFA Publisher, è un testo di inestimabile valore, scritto dalla cineasta romana M. Deborah Farina, che ripercorre su carta il pluripremiato docufilm omonimo del 2021. La collaborazione con gli Osanna scaturì da un incontro pressoché fortuito fra la regista e il frontman della band, Lino Vairetti, che nel giugno del 2017, al teatro Zona Vomero di Napoli, ebbe modo di ammirare il docufilm “Down by Di Leo”, diretto sempre da Deborah Farina, e di conoscere l’autrice stessa. Da qui nacque un proficuo sodalizio artistico e l’idea di realizzare un lungometraggio che attraversasse la storia e il presente della leggendaria band non in una mera forma autobiografica, ma raccogliendo testimonianze, racconti, aneddoti, e sensazioni di chi ha vissuto quella straordinaria fioritura musicale, figlia anche della controcultura giovanile degli anni ’60 e ’70.
Il titolo di questo libro “Osannaples. Romanzo rock di un sogno psichedelico” è un po’ l’emblema di questo viaggio eccezionale. Il racconto di una musica nuova, ma attenta a non tradire l’attitudine di una città estrosa come Napoli; tutte le sfaccettature di una cultura radicata negli anni e le tradizioni etniche, folk e tipiche di un territorio, vanno a coniugarsi perfettamente nel sound degli Osanna: Lino Vairetti con la sua voce, Elio D’Anna ai fiati, Danilo Rustici e le sue chitarre, la ritmica di Lello Brandi e Massimo Guarino. Dopo la dedica iniziale dell’autrice al suo maestro Albert Maysles, fondatore del “Direct Cinema”, segue un’emozionante prefazione firmata dallo stesso Vairetti. L’artista parla del suo viaggio, fisico e introspettivo, dalla sua gioventù, il suo approdo nel quartiere del Vomero, le sue prime esperienze in band, quella voglia intensa di musica moderna, le mille idee che hanno forgiato una nuova epoca.
Originali e teatrali, questi erano gli Osanna. Parlando di Prog, spesso si celebrano i modelli anglosassoni, scordando che probabilmente fu proprio la band partenopea a ispirare Peter Gabriel e i Genesis nei loro trucchi e travestimenti sul palco come rivendicano orgogliosamente i musicisti nostrani (fu l’artista britannico a dire agli Osanna di andare in Inghilterra, i Genesis si sono ispirati a noi nel look). Il racconto di Deborah Farina chiama spesso in causa i protagonisti per rivivere concretamente quei momenti. Un esempio è il ricordo, reso con dovizia di particolari, della tre giorni pop rock internazionale al Parco Kennedy di Napoli nel giugno del 1973, evento voluto e organizzato proprio dagli Osanna con la partecipazione di tante star internazionali. La mente ritorna ai grandi raduni musicali, ricordati in tutte le loro angolature: dalle problematiche logistiche alla politicizzazione, dal fascino del cambiamento alla gioia di socializzare; ma soprattutto alla fantasia e potenzialità comunicate da sonorità per certi versi rivoluzionarie.
L’autrice è attenta nel riportare le considerazioni degli artisti, così come fa brillantemente emergere l’evoluzione del gruppo tramite i suoi album, autentiche pietre miliari di quegli anni magici. “L’uomo”, “Palepoli”, “Suddance”, sono perle di rara bellezza che vengono narrate dalla prospettiva di chi ha vissuto attimo per attimo la loro creazione. Davvero di interesse anche le pagine dedicate alla realizzazione della colonna sonora del film “Milano Calibro 9” del 1972, in cui gli Osanna affiancarono la parte orchestrale composta dal Maestro italo argentino Luis Enrique Bacalov.
Il testo descrive anche piccoli episodi divertenti. Uno di questi, per esempio, è il siparietto in cui la madre di Lino Vairetti, Giulia, lo informa che è cercato al telefono dal Dottor Zanoletti che gli illustrerà poi il desiderio di averli come co-autori insieme a Bacalov dell’opera …Linuccio? Linuccio? Vieni che c’è il dottor Zanoletti al telefono… Scorrono nella lettura i momenti delle interviste radio televisive alla band come quelle di Nino Fuscagni e Vanna Brosio per “Adesso Musica” e le trasmissioni in cui presero parte insieme al mitico Renzo Arbore; il teleschermo era particolarmente adatto a evidenziare le peculiarità dei loro lavori: significativa in tal senso una scena in cui si propone il brano “L’uomo”, nel quale l’ensemble viene introdotto prima dal Maestro Enrico Simonetti e poi presentata dal conduttore Luciano Minghetti.
Lo sviluppo del libro accompagna verso uno dei momenti più toccanti, quello dedicato al compianto chitarrista Danilo Rustici, membro fondatore scomparso prematuramente nel 2021. Per un gioco del destino, il suo addio arriva proprio il 26 febbraio di quell’anno, giorno seguente la pubblicazione del docufilm, a cui aveva tra l’altro fattivamente contribuito con le sue illuminanti e sagaci testimonianze. Danilo era l’anima della band, grande musicista e innovatore. Il suo ricordo non può che essere struggente, così come riascoltare (nel movie) il suo frammento in versione hendrixiana di “Bandiera Rossa”.
Nel 1978 gli Osanna si sciolsero, ma grazie alla passione e dedizione di Vairetti, oggi la band ha ripreso la sua avventura dopo 50 anni. Con una formazione rinnovata e il solo frontman come membro originario, la leggenda continua a regalare pagine di splendida musica come l’album “Il Diedro del Mediterraneo”, disco del dicembre 2021 dedicato proprio a Danilo Rustici. Con Lino suonano Pako Capobianco alla chitarra, Sasà Priore alle tastiere, Enzo Cascella al basso, Irvin Vairetti al synth e Gennaro Barba alle percussioni, gli attuali brillanti interpreti di questo tragitto, che vogliamo sperare ancora duraturo e prolifico.
La parte successiva del volume concerne articoli, recensioni e altre interviste che rendono il lavoro di M. Deborah Farina ancora più attraente. L’autrice è bravissima, sicuramente supportata anche dall’aiuto di Vairetti e dei tanti personaggi partecipanti, a raccontare, nello scorrere delle pagine, la storia emozionante della band affiancandola al loro fulgido presente. La sezione è corredata da una ricca galleria fotografica tratta da “Osannaples”, con tantissime foto di repertorio dal patrimonio storico degli Osanna, in cui compaiono anche personaggi importanti del Prog, come David Jackson, Carl Palmer, Gianni Leone, David Cross, Vittorio de Scalzi, Aldo Tagliapietra, Pino Daniele e Toni Esposito. Nella sezione dedicata sono presenti anche immagini suggestive dell’attuale band in location di forte impatto. Compare anche la stessa M. Deborah Farina colta in alcuni attimi della lavorazione del movie.
Un plauso all’editore per la bella veste grafica e l’impaginazione del volume. La copertina del libro, un’idea di Vairetti coglie a pieno la teatralità del gruppo: i component attuali con il loro tipico make-up fuoriescono da una grotta, un probabile riferimento all’antro menzionato in “Palepoli”. È tempo di uscire dalla grotta e tornare a essere vivi per andare nel mondo; personaggi che tornano con la loro fantasia a vivere nei teatri, i cinema e le sale da concerto. Insieme alla band nella foto la stessa Deborah.
Oltre al nuovo disco e al tour cui ho avuto il piacere di assistere alla prima data 2024 (la nostra recensione), la magia si realizzerà il 12 aprile al Teatro Trianon di Napoli, quando sarà di scena proprio l’opera rock “Palepoli” con nuovi personaggi tra musica, prosa e immagini. Nel frattempo, un grazie alla musica degli Osanna e all’autrice per questa pubblicazione, della quale consiglio caldamente la lettura.
Articolo di Carlo Giorgetti