“Paul McCartney oltre i Beatles” di Roberto Paravagna, ZONA Music Books 2020, esplora alcuni aspetti meno noti della vita di Macca, dalle radici nella Liverpool operaia per scoprire come nacque il suo rapporto con la musica e il suo amore per l’arte. La ricerca copre il suo percorso nella musica classica contemporanea, nella letteratura per ragazzi, nelle molte battaglie per l’ambiente, i diritti civili, contro le armi, per una corretta alimentazione. L’autore non dimentica alcune esperienze laterali e le prestigiose onorificenze ricevute, per concludere con accenni sulla sua ampia dotazione di strumenti musicali e la vita familiare.
Il libro esplora alcuni aspetti meno noti del “più Beatle dei quattro”. Perché dai questa definizione?
Sì, io credo che Paul McCartney sia il più Beatle dei quattro; avendo seguito i Fab Four da sempre, mi sono fatto questa idea, Paul è la persona che ha rappresentato e continua tutt’ora a rappresentare e a coltivare il profilo immaginario della band in tutti noi. È una figura senza tempo, un eterno ragazzo nonostante l’età, legato al passato ma sempre avanti nel tempo, teso costantemente verso il nuovo. Ovviamente è un’opinione personale!
Paul e l’arte, rapporto sfaccettato: dagli schizzi a scuola, alla collezione di opere, fino alle personali di pittura …
Quando aveva solo 12 anni Paul già disegnava su foglietti sparsi con una passione intensa e risultati precoci per l’età. La passione è stata incessante anche grazie a Linda, il cui padre avvocato aveva tra i clienti Willem De Kooning e che Paul ha avuto la possibilità di frequentare. Il pittore gli ha dato la scintilla che lo ha spinto a prendere il pennello in mano e dare sfogo alla sua verve pittorica, cercando il suo stile personale. Questa amicizia è stata davvero fondamentale per il suo rapporto personale con l’arte. Linda ha nutrito questa sua passione, ad esempio gli ha regalato la tavolozza che era stata di Magritte. Insomma, sono stati tanti i tasselli che l’hanno portato a esprimersi artisticamente e infine a fare mostre personali. Mi piace molto l’aspetto di pittore perché è uno di quelli meno conosciuti di Paul, anche se ha prodotto oltre 500 opere; pochi fan sanno quanto sia radicata questa sua passione e da dove viene. La Londra degli anni Sessante ha offerto a Paul tutto ciò che poteva desiderare artisticamente; ha conosciuto mercanti e critici d’arte, e già nel 1966 ha iniziato a collezionare quadri importanti.
Pensi che l’interesse di Paul per la fotografia e la cinematografia abbia contribuito a questa passione?
Per Paul è stata inizialmente importante l’amicizia con Peter Asher, che lo ha introdotto nel mondo delle arti visive della Swinging London; Paul aveva fame di arte, e se n’è nutrito, assi di più di quanto abbiano fatto gli altri tre Beatles. A 23, 25 anni, ha voluto vivere intensamente quegli ambienti artistici e assorbirli. Pensate alla Londra di Luciano Berio, che gli ha dato degli stimoli musicali straordinari, a Michelangelo Antonioni che incontra durante le riprese di “Blow Up” mentre si dedicava già ai suoi filmini amatoriali. Essendo uno sperimentatore, si è messo in gioco con tutto quello che lo ha incuriosito, anche con i nastri di registrazione. La vera peculiarità di Paul è che partendo da interessi, è capace di approfondire e impadronirsi delle tecniche e dei linguaggi. Anche ciò che poi scarta, o che risultano senza successo, gli serve come base per imparare ancora nuove cose che gli aprono nuovi orizzonti.
L’infanzia ha un posto speciale nel cuore di Paul …
Paul proviene da una famiglia unita e numerosa che amava ritrovarsi insieme. A lui piaceva intrattenere e divertire i piccoli suonando il piano e cantando. Crescendo non ha mia perso l’amore per i più piccoli, e ha avuto la voglia di fare qualcosa per l’infanzia, dai cartoni animati fino ai libri. “Hey Grandude”, uscito l’anno scorso, è stato ispirato da giochi con i nipotini. Tra l’altro, è stato felicissimo di essere insignito del Blue Peter Badge, un distintivo che viene consegnato solo ai fedelissimi di questa trasmissione per bambini.
L’impegno sociale è importante nella vita di Paul, è un aspetto di cui parli approfonditamente nel libro.
Il primo impegno evidente è stato quando, insieme agli altri Beatles, si è rifiutato di suonare davanti a un pubblico segregato, negli Stati Uniti. La straordinarietà dell’uomo e non solo dell’artista si evidenza nel suo impegno perché sa che la sua voce ha un peso, viene ascoltata. Forse la sua più grande battaglia è quella per i cambiamenti climatici legati in gran parte alle conseguenze degli allevamenti animali; ne parla in contesti ufficiali, le sue prese di posizione sono nette e decise. Voglio ricordare anche le sue campagne anti-mina e quelle per il salvataggio di alcune specie animali, oltre a quelle animaliste, una costante nella sua vita.
Musica classica: come è possibile che Paul abbia scritto tanto?
Sì, Paul si è sempre interessato a tutti i segmenti dell’universo musica e ha scritto molti lavori nell’abito della musica classica; in particolare ha scritto un Oratorio, che richiede capacità e conoscenze che lui non ha, perché non sa leggere la musica. Lui suona a orecchio, conoscendo solo il nome degli accordi. La musica nasce nella sua testa, ed è poi capace di spiegare a musicisti e direttori cosa fare. Ci sono interviste interessantissime in cui descrive il processo di composizione, in cui si fa aiutare solo tecnicamente nella trasposizione. Attualmente sta preparando un musical.
Hai fatto un lavoro di ricerca enorme, preciso e attento, basato su documenti e non su speculazioni, tanto frequenti intorno alla vita di rockstar.
Ho iniziato a cercare il materiale già dal 2012, spinto da un gradimento personale per McCartney – ovviamente sono un grande fan dei Beatles – per tutte le attività che lui porta avanti, penso che sia una persona straordinaria. L’impegno civile e sociale ne fa un uomo eccezionale complessivamente, e non solo uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi.
Insomma, chi è Paul McCartney?
È un uomo con l’entusiasmo di un ragazzo che scopre il mondo, e che l’affronta con la stessa energia di sempre, è colui che si è preso cura del bambino dentro, nutrendolo con la capacità di meravigliarsi.
Articolo di Francesca Cecconi
Roberto Paravagna – Classe 1954, giornalista, autore, animatore radio-tv, musicista. Ha scritto e condotto per Radio2 Rai uno speciale in sei puntate sui Beatles in Italia. Presta la voce a documentari naturalistici (Geo, Rai Tre) e a diverse trasmissioni sportive. È autore di varie pubblicazioni e collabora a VivaVerdi, periodico della Società Italiana Autori Editori.