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Warren Ellis “Il chewingum di Nina Simone”

La vicenda narrata parte da un concerto di Nina Simone al quale Nick Cave e Warren Ellis parteciparono nel 1999

Tradotto da Giovanni Garbellini per Edt, il volume “Il chewingum di Nina Simone”, con prefazione di Nick Cave, è stato scritto dal polistrumentista e compositore Warren Ellis nel 2021, e tradotto in Italia nell’ottobre del 2024. Da sempre al fianco di Cave; personaggio ai margini di un sistema musicale figlio del divismo che, però, nel caso di grandi autori, sa ancora dare il giusto peso a chi contribuisce al successo. Cave ed Ellis sono una sorta di coppia di fatto; gli Stanlio e Olio della musica rock d’autore.

La vicenda narrata parte da un concerto di Nina Simone al quale Nick Cave e Warren Ellis parteciparono il 1 luglio 1999. Nina Simone si esibì al Meltdown Festival di Londra, manifestazione diretta dallo stesso Nick Cave. Fra il pubblico di sala c’era anche Warren Ellis, che non si fece scappare un particolare. La grande pianista e cantante, prima di cominciare a suonare, si tolse dalla bocca un chewingum, e lo attaccò al pianoforte. O meglio, così sembrava, dal punto di vista di chi, come Ellis, era seduto in platea. A concerto finito, Ellis, scaltro e veloce, si gettò sul palco e scoprì che il chewingum non era stato attaccato sul pianoforte suonato dall’artista. Non solo, la gomma americana, in realtà, era stata messa dentro all’asciugamano bianco con il quale la cantante e pianista si era asciugata la fronte e il viso, varie volte, durante la serata. Elis decise così di prendere con se il tutto, e di portarlo via.

Da quel momento comincia la storia di quella che, a tutti gli effetti, è una vera reliquia. I due oggetti, che diventano per molti anni, un tutt’uno, restano protetti in casa di Ellis. Nella prima parte del volume, l’artista racconta la cura, meticolosa, con la quale si è occupato di questo oggetto particolare. Prima la scelta del luogo dove tenerlo; poi la cura maniacale con la quale ha spostato, in varie parti della casa e dello studio il sacchetto giallo, di plastica, che conteneva l’oggetto.

Infine, la scelta di farne un calco, con copie in argento da distribuire ad amici e, per concludere la parabola di questa reliquia, la scelta di donarlo e, dunque, di traslarlo alla biblioteca di Danimarca, dove fu esposto, per la prima volta, all’interno di una mostra curata ancora una volta da Nick Cave che, così, incontra di nuovo la storia di questo oggetto. Nel mezzo c’è una bellissima storia di fede negli oggetti, in quello che rappresentano e nel loro potere mistico di sopravvivere, intatti nella loro aurea, anche dopo la morte di chi lo ha posseduto. È il caso di questo chewingum che contiene la forza della bocca di Nina Simone, della sua determinazione e concentrazione con la quale era salita sul palco di Londra per quella che sarà una delle sue ultime apparizioni pubbliche.

Ellis racconta del potere di suggestione che questo oggetto ha determinato su tutte le persone che ne sono venute in contatto. Vero e falso che sia, poco importa perché il solo contatto con questo oggetto unico ha permesso a molte persone di cambiare il loro modo d’essere. Ellis parla di magia, di potere intrinseco nell’oggetto che, tutto sommato, non è nulla che spaventa e che obbliga a riti particolari. Si tratta di credere al potere delle persone, al loro fascino e alla loro capacità di lasciare tracce in quello che toccano e vivono. Un potere che può essere contenuto in uno spartito, in una scultura, in una casa, in tela e colori, ma anche in una semplice gomma da masticare.

Il pregio di questo libro, sulla scia del bel volume di Neil MacGregor “La storia del mondo in 100 oggetti” (Adelphi), è proprio nel ricordarci che noi siamo anche i nostri oggetti, che con noi vivono e convivono. In questi, dunque, resta traccia di chi siamo, e di quello che abbiamo fatto in questo mondo. Ed ecco che il chewingum di Nina Simone diventa un talismano magico, nel senso di oggetto capace di far vivere esperienze al di là di spazio e tempo. Ellis ne ha percepito e vissuto questo fascino, e lo ha raccontato, con uno stile secco e asciutto, quasi nell’imbarazzo di chi non è abituato a scrivere, e non si perde in grandi giri di parole, e nel libro riesce a far vivere questa magia in noi che leggiamo. Una lettura davvero ricca di emozioni.

Articolo di Luca Cremonesi

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