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Alis intervista

La cantautrice ci porta nel suo mondo e ci racconta qualcosa in più del suo nuovo album

Sotto il cielo terso di una domenica di febbraio ho avuto modo di incontrare la talentuosa cantautrice Alis per farci due chiacchiere e scoprire un po’ meglio il suo ultimo lavoro discografico “Eleven” (la nostra recensione). Nella suggestiva cornice del quartiere romano dell’EUR è stato un vero piacere scoprire di più su di lei e di fare qualche scatto con la mia macchina fotografica.

Iniziamo un po’ dal principio. Quando è nata la voglia di diventare una cantautrice?
Ho iniziato a studiare all’età di 7 anni musica e canto, ma è stato solo durante l’università, nel 2019, che ho sentito il bisogno di diventare cantautrice. È stato grazie anche ai miei professori, mi hanno spinto loro ad andare oltre i miei limiti ed io ho scoperto che avevo un dono: quello di comunicare pensieri ed emozioni con la mia musica. È stato un po’ come un’illuminazione, da quel momento, da quel giorno ho sentito il bisogno di scrivere la mia musica.

Parlaci del processo creativo e di scrittura dei tuoi brani. Parti da una melodia e ci sviluppi il testo oppure nasce prima il testo e poi la musica?
Quando scrivo un brano prima di tutto parto da un’idea perché sapere di cosa parlerà mi aiuta a dare l’intenzione giusta. Una volta che ho ben chiaro il tema della canzone scrivo prima la musica e poi il testo. Compongo la musica con il pianoforte essendo lo strumento che suono da quando ho iniziato a studiare musica da bambina ed è quello che mi aiuta di più a scrivere per le vibe che mi trasmette.

Quali sono le influenze musicali maggiori che ti hanno ispirato nella tua crescita artistica?
Tra le mie più grandi influenze musicali ci sono gli Evanescence, i Nickelback e i Paramore che sono proprie quelle che hanno contribuito all’idea di suono finale del mio ultimo album. Sono tantissimi poi i gruppi che mi piacciono e mi ispirano come: Halestorm, Lacuna Coil, I Prevail, Bad Omens, Diamante, Sleep Theory, Stand Atlantic, The Warning, Falling in Reverse e Shinedown. Volendo parlare di generi invece, quelli che mi ispirano maggiormente sono Prog Metal, Hard Rock, Pop – Rock e Gothic Rock.

“Eleven” è il tuo secondo album, molto intenso e ricco di emozioni e sfaccettature. Mi ha colpito molto l’utilizzo sia dell’inglese che dell’italiano. Da dove nasce l’esigenza di cantare nelle due lingue?

L’inglese è da sempre la lingua con la quale mi sento di più l’artista che voglio essere. Mi piace arrivare a più persone, anche all’estero, sento che la lingua mi appartiene. L’italiano è la mia lingua madre ed è romantico scrivere canzoni in questa lingua, anche se è una sfida scriverci dei brani rock. Nel complesso credo che entrambe le lingue abbiano il loro fascino e l’una non esclude l’altra.

Veniamo al titolo dell’album, sembrerebbe un chiaro riferimento ad Undici, una delle protagoniste della serie televisiva “Stranger Things”…
Non ho scelto questo titolo dell’album per il riferimento al singolo “Eleven” che in quel caso, fa riferimento alla protagonista di Stranger Things, il singolo è ispirato alla serie ed è un inno alla resilienza ma il titolo dell’album è molto di più.  Il titolo dell’album è riferito al numero 11 che ha molti significati tra i quali un forte cambiamento grazie a una grande forza. Questo numero rappresenta il significato chiave dell’album: la rinascita dalle ceneri come una fenice.

Quali sono i progetti prossimi e futuri?
Prossimamente ci saranno nuove uscite e un tour di nuove date in tutta Italia. Anche quest’anno sarà un anno pazzesco, non vedo l’ora di scoprire cosa mi riserva!

Intervista e foto di Daniele Bianchini

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