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Cris Pinzauti video-intervista

Il brano e il video sembrano semplici all’apparenza, ma contengono una forte denuncia che è pronta a esplodere a ogni ascolto

“Quando ci parlano di amore, sarebbe opportuno leggere tra le righe” così Cris Pinzauti sui suoi profili social per l’uscita del suo nuovo singolo e video “Non andar via” avvenuta il 10 maggio 2021 e che anticipa di qualche mese il progetto “Moonatica”, un album doppio di racconti musicali in italiano e in inglese accomunati dall’analisi delle reazioni umane in vari contesti della vita quotidiana e non solo. Si affronta una tematica che purtroppo è costante nelle notizie di cronaca: la tossicità all’interno del rapporto tra due persone che può arrivare fino alla violenza. Tuttavia, mentre solitamente è la vittima di abusi che “parla” attraverso l’arte, in questo caso Pinzauti è entrato nella mente del carnefice spaccandola in due per farne uscire le ossessioni e il delirio in purezza.

Il brano e il video sembrano semplici all’apparenza, ma contengono una forte denuncia che è pronta a esplodere a ogni ascolto, a ogni visualizzazione: ci apre gli occhi su una realtà che è difficile da accettare ma che purtroppo esiste e, anche se spesso volgiamo lo sguardo dall’altra parte, nessuna foto di gattini e tramonti potrà cancellare.

La parola qui diventa protagonista in quanto strumento manipolatore dei sentimenti e della vita dell’altro, e l’autore ci avvisa che dietro alla frase “Non andar via”, che solitamente richiama alla supplica di chi viene abbandonato, si può nasconde in realtà la seduzione del male. Nella canzone testo e musica si fondono in un crescendo di tensione: se all’inizio i toni sembrano più dolci e viene detto un “noi” dal sapore di inclusività e affetto, già il ritornello con le sue ripetizioni ci catapulta in una mente ossessionata che si trasforma da inquietudine in terrore quando emergono le parole “rabbia” e “gabbia” con tutta la loro negatività. Il testo si chiude con un “tu non andrai via”, un soggetto diametralmente opposto dal “noi” iniziale, un singolare che si trasforma insieme alla supplica in un unico imperativo per diventare una mano invisibile che ti attacca alla parete di un delirio da cui, per salvarti, puoi solo fuggire.

Il brano è un deciso colpo allo stomaco che non lascia indifferenti, e così è stato per Giuseppe Scarpato che, dopo averne sentito una semplice traccia acustica, ha deciso di produrlo e curarne gli arrangiamenti, avvalendosi della collaborazione di due appassionati musicisti come Marco Confetti alla batteria e Marzio Pinzauti al basso. Infatti, già nelle prime note, il groove di batteria e di elettronica producono un’ossessione ritmica che catapulta l’ascoltatore nella mente del carnefice, mentre il basso ne delinea la profondità dell’abisso.

Il video del singolo, come la canzone, è senza sottintesi o perbenismi, non omette niente: la regia di Lorenzo Bartolini con le interpretazioni di Giulia Quercioli e Cristiano Wolnad Burgio creano un’atmosfera oscura e quasi sempre chiusa, come un labirinto del corpo e della mente da cui sembra impossibile scappare.

Vi raccontiamo questo progetto con un’intervista esclusiva a Cris e Giuseppe, registrata nello stesso luogo dove è stato girato il video di “Non andar via”, la Manifattura Tabacchi di Firenze:

Articolo di Alma Marlia, foto e video di Francesca Cecconi, video-editing di Claudio Rogai

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