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Diamante intervista

Un Hard Rock personale e senza artefici,: la giovane californiana sta per arrivare sui palchi europei!

Diamante

Con iridescenti capelli color zaffiro, una voce mozzafiato, un look spavaldo, l’artista messicano-italo-americana porta un nuovo fuoco al Rock: Diamante ha trascorso la sua adolescenza a LA tra i concerti della Sunset Strip per diventare l’artista completa che è oggi, dedicandosi scrupolosamente e senza artefici, senza bisogno di sembrare la persona che non è, ad affinare un suo suono hard rock con un tocco alternativo moderno. Il suo debutto discografico “Coming In Hot” nel 2015 è con il super produttore Howard Benson, poi insieme anche a Neil Sanderson decide di diventare indipendente dall’etichetta discografica per realizzare il suo secondo album senza interferenze. Nasce così “American Dream”, dove Diamante si esprime con la massima libertà creativa, essendo CEO di se stessa in ogni aspetto del processo dell’album. L’ album decreta una crescita esponenziale dal punto di vista sonoro ma soprattutto nell’autenticità, perché Diamante ci ha messo tutta se stessa, la sua gavetta, la sua sensibilità, il suo approccio alla vita.

Scopro la sua musica grazia all’annuncio del suo tour mondiale, che toccherà fortunatamente anche l’Italia, grazie a Hellfire, un booking sempre intrepido e focalizzato sul proporre nel nostro paese artisti di alto livello ma non mainstream. La sento telefonicamente, a Los Angeles è primo pomeriggio e qui già notte, parlo piano per non svegliare la famiglia, ma lei mi aiuta nel disagio dei bisbiglii e del parlare in inglese al telefono, chiacchierando come ci conoscessimo da tempo. Diamante è una ragazza davvero gentile, e molto solare. Questa è la prima impressione vivida che ho di lei, che si mantiene e si rafforza durante tutta l’intervista.

Non parlo italiano, ma lo capisco, quindi se non conosci qualche parola in inglese che vuoi usare, dilla pure in italiano!

Grazie Diamante! Com’è che conosci l’italiano?

Sono nata a Boston e cresciuta a Los Angeles – sono davvero una LA girl! – ma mia madre è messicana e mio padre italiano, anche se tra loro parlano solo inglese. Si sono conosciuti proprio qui quando mia padre venne giovanissimo per studi universitari, e io sono nata quasi subito. La mia famiglia di origine è di Roma, e non sai come sono stata felice quando ho saputo che la tranche europea del mio tour toccherà anche l’Italia! (Sarà allo Slaughter Club di Paderno Dugnano – MI il 10 giugno)

Partiamo dall’inizio. So che quando avevi 13 anni, vivevate già a Los Angeles, i tuoi genitori iti hanno mandato al Summer Camp alla School of Rock insieme a tua sorella, per farvi fare qualcosa di creativo e divertente … (qui ti mandano in parrocchia a fare i compiti, ma sorvoliamo sui paragoni Firenze – Los Angeles).

Vero, anche se io a quell’età non sapevo niente del Rock, ascoltavo Pop, tipo Pink, Avril Lavigne, e gente simile. Alla School of Rock non solo ho scoperto il Rock’n’Roll, ma sono dovuta andare sul palco, cantare canzoni di mostri sacri come Led Zeppelin, Blondie, Black Sabbath. Mi ricordo benissimo come mi fecero sentire piena di energia. Avevo 13 anni, mi fece sentire così bene, e decisi che volevo fare questa musica e sentirmi così per tutta la vita, non solo per l’energia, ma anche per la passione, per le emozioni che il Rock procura.

Quali sono stati gli artisti e/o le artiste di riferimento durante il tuo percorso?

Gosh! Ce ne sono moltissimi! All’inizio sono stati artisti anni’80, Joan Jett, Pat Benatar, Debbie Harry, Stevie Nick adoro la loro forza e il loro approccio alla musica, come riescono a esprimere se stesse e cantare anche la loro voce interiore. Poi si mossa anche verso altri artisti come Hellstorm, Shonedown, Evanescence, che tra l’altro ho visto recentemente dal vivo e mi hanno davvero impressionato. Ci sono talmente tanti artisti rock che mi piacciono e che mi ispirano, e adoro andare ai loro concerti!

Hai detto qualcosa di molto sottile: ascolti anche la voce interiore degli artisti, non soltanto il bel canto. Tu come esprimi la tua voce interiore?

Ho iniziato a lavorare sull’esprimerla molto presto. Sono cresciuta come una bambina molto timida, e tutt’ora non sono mai la persona più rumorosa quando sono in compagnia, non sono una animale sociale, non sono così estroversa. La musica mi ha aiutato a trovare più sicurezza e fiducia in me stessa e a conoscere una parte di me che neanche sapevo esistesse, specialmente mi ha permesso di riuscire a salire su un palco davanti a migliaia di persone che non stanno zitte e buone. È stata una vera benedizione trovarmi, scoprire aspetti della mia persona attraverso la musica.

Come componi la tua musica e anche i tuoi testi?

Ogni testo delle canzoni che ho scritto parla di me, di qualcosa che ho vissuto, esperienze, o sentimenti, o sensazioni, o storie che mi sono accadute. Le idee mi vengono quando sono nella mia stanza, o in auto, o anche nella vasca da bagno (ride)! Penso: voglio scrivere di questa cosa perché mi ha segnato, o mi ha fatto soffrire, me la voglio strappar via dal petto, voglio capire meglio attraverso la mia musica. Quindi vado in studio con un compositore o due, gli spiego cosa voglio scrivere, come se fosse una pagina del mio diario che poi diventa canzone. Sono tutti pezzetti di me, della mia storia vera.

Quindi i tuoi due album sono una specie di autobiografia?

Sì, in particolare “American Dream” che è davvero molto personale, diretto e autobiografico.

Hai iniziato subito a suonare dal vivo nonostante la timidezza, e stai per iniziare un lunghissimo e impegnativo tour come headliner, parti a girare gli State alla fine di gennaio, per poi proseguire immediatamente in Europa, in lungo e largo, Italia inclusa.

E non vedo l’ora, sarà stancante ma bellissimo! Non mi importa di avere pause o riposo! La scaletta sarà più o meno la stessa ovunque, suonerò molte della mia canzoni, in parte anche in acustica. Suonerò brani da entrambi i miei album, e vedrete che anche quelli da “Coming In Hot” saranno molto più pesanti live! Mi accompagneranno sempre gli stessi musicisti, sono con me da due anni e ormai siamo più che una band, quasi una famiglia, e con loro mi diverto molto. Questo tour mi porterà a visitare tanti paesi che senza la musica probabilmente non avrei mai visitato, e sono entusiasta, ma sono anche un pochino nervosa perché non ho esperienza di questo pubblico, anche se tanti altri artisti mi hanno raccontato che il pubblico in Europa ADORA il Rock, si scatena, è appassionato e caloroso, e ti cambia la prospettiva sulle tue esibizioni!

Tu fai una musica personale, moderna ma resta un rock duro, che di solito si porta dietro un certo approccio d’immagine, che per le donne è o essere sexy a tutti i costi, o assomigliare agli uomini. Tu invece hai un tuo look che non è affatto aggressivo, pur curatissimo …

Sì, voglio esattamente sembrare me stessa, una giovane ragazza che fa musica che adora. È sempre stato importante per me essere me stessa anche in un mondo di musica maschile, non ho mai voluto assomigliare a un modello, qualsiasi fosse. Non sono una persona aggressiva e non voglio sembrare aggressiva, pensa che non ho neanche un tatuaggio sebbene li adori, ma non fanno per me!

Tu hai un controllo forte sulla tua musica, sul tuo percorso …

Specialmente con “American Dream”, dove i miei produttori mi hanno lasciato davvero libera di esprimermi, mentre non è stato proprio così per il primo album, dove l’etichetta discografica aveva il controllo del processo di creazione, per questo l’ho lasciata.

Tu sei molto popolare sui social media, nonostante tu non sia una persona a cui piace essere una “social butterfly”

Si, hai ragione, è cosa strana perché non li amo affatto, ma nel music business hanno ormai un’importanza vitale. Se non sei popolare sui social media nel giro della musica non sei nessuno, non esisti. Triste, ma vero. Ma cerco di vederne l’aspetto positivo, perché nonostante io sia un tipo riservato e timido, adoro parlare con i miei fan, con coloro che mi ascoltano e che apprezzano la mia musica, e i social media sono uno strumento a portata di mano per farlo senza intermediazioni. È molto bello sapere come le mie canzoni entrano nella loro vita, poi mi mandano foto che mi hanno fatto sui palchi … è come prolungare l’esperienza del dopo concerto, quando io adoro fermarmi sempre a chiacchierare, ad abbracciarci. Questa pandemia mi ha impedito il contatto diretto con il pubblico, e diciamo che i social media sono stati, pur in maniera superficiale, un sostituto per questo.

Non ci resta che aspettare Diamante allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI) il 10 giugno 2022! Tickets

Articolo di Francesca Cecconi

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