25/12/2024

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26/12/2024

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27/12/2024

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28/12/2024

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Gabriella Martinelli intervista

Il progetto della poliedrica artista vede collaborazioni davvero speciali

Gabriella Martinelli_ph_Enrico Luoni

“Tutto daccapo” (qui la nostra recensione) è il nuovo progetto di Gabriella Martinelli, dove la poliedrica artista si diverte a sperimentare con il sound e la scrittura. Un insieme di voglia di ricominciare, cambiare, rinascere accompagnato da passione, energia e parole scelte con cura con trame musicali diverse ed interessanti. Un album dove possiamo ascoltare ancora la voce di Erriquez della Bandabardò nel featuring di “Si può essere felici” che ci pervade con un misto di gioia, sorpresa e commozione. Dell’album e di questa esperienza ne abbiamo parlato con l’artista.

Come nasce “Tutto daccapo” e come mai hai scelto questo titolo così particolare?

Ho scritto “Tutto daccapo” durante il lockdown. Mi sono immersa nella scrittura e nella pittura, altra mia grande passione. È un disco nato da nuovi respiri, in modo artigianale, dove ogni canzone ha il suo vestito.
Parlo di libertà, di nuove sfide, delle forme di violenza di genere che ci riguardano e che meriterebbero una rivoluzione culturale. Ogni momento è quello giusto per decidere di partire, ri-partire, tagliare qualche nodo di troppo, rimettersi in gioco, vivendo da consapevoli e non da invisibili. È un disco dal sound esplosivo che spero arrivi come una grande botta di vita. Da qui anche la scelta del titolo.

Il progetto vede collaborazioni come quella con Erica Mou nella traccia “Un’altra carezza” e l’incontro con Erriquez della Bandabardò con cui hai scritto “Si può essere felici”’. Quanto è importante per la musica e soprattutto per creare connessioni tra i suoi protagonisti?

Ho sempre creduto nella bellezza della condivisione. Ho partecipato a Sanremo con un’altra artista, Lula. Amo gli artisti aperti al confronto, la musica è un gioco di squadra. Sono felice di vedere che anche quest’anno a Sanremo ci siano stati molti duetti, ho adorato Ditonellapiaga con Donatella Rettore e Mahmood e Blanco.
La mia collaborazione con Erica Mou era nell’aria da un po’, ci eravamo ripromesse già tempo fa di scrivere insieme…aspettavamo solo l’occasione giusta. Ci accomuna la ricerca continua di nuovi stimoli, la Puglia, i viaggi, la voglia di rischiare.

Sentire la voce di Erriquez è stato davvero un regalo inaspettato che hai fatto al pubblico. Come è nato il vostro incontro e soprattutto che ricordo hai di lui?

L’incontro con Erriquez è avvenuto in modo casuale ed è stato immenso. Purtroppo, abbiamo lavorato solo a distanza, non c’è stato modo di entrare in sala di registrazione insieme.
Abbiamo scritto durante la pandemia, raccontandoci e scambiandoci materiale attraverso uno schermo. È stato comunque molto potente. Erriquez era un’artista molto generoso con una visione sempre positiva della vita. Mi ha insegnato tantissimo, a guardare il mondo con il naso all’insù, a vivere con leggerezza ma con forza. Ho voluto omaggiarlo pubblicando “Si può essere felici” in una doppia versione: il bonus track è il provino originale del brano mantenuto nella sua verità e dove si può ascoltare la sua voce preziosa.

Scrivi e canti d’amore, ma non in modo convenzionale. In quale dei brani ti rispecchi di più?

Canto la fluidità, l’amore senza schemi né etichette.
È l’amore verso sé stessi e di chi impara a superare i propri limiti. È l’amore verso gli altri che ha a che fare con il rispetto, l’incoscienza, che va oltre le convenzioni sociali.
È un disco trasversale, dentro ci sono le mie moltitudini e ogni brano racconta un po’ di me. Difficile scegliere un brano solo, però probabilmente la title track, “Tutto daccapo”, è quella che riassume meglio lo stato d’animo di questo mio nuovo viaggio.

Cosa c’è nel tuo futuro?

Spero di poter suonare il disco in giro il più possibile. Il tour è stato anticipato da due appuntamenti speciali a dicembre, uno a Largo Venue di Roma, l’altro all’Arci Bellezza di Milano. Partirò con un tour in primavera e ho un po’ di altre sorprese nel cassetto di cui spero di potervi parlare presto.

Articolo di Alma Marlia

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