Giovanni Truppi torna in tour per celebrare il decimo anniversario della pubblicazione di “Il Mondo è come te lo metti in testa”, secondo album in studio che ha segnato la sua carriera, che per l’occasione esce per la prima volta in vinile.
Ciao Giovanni, vorrei parlare del progetto del nuovo tour che tra l’altro era stato inizialmente annunciato con sette date, e sono diventate undici addirittura!
Sì perché poi Roma è stata raddoppiata, e nel frattempo si è aggiunta la Sicilia che all’inizio non c’era. È un tour speciale per il decennale di “Il Mondo è come te lo metti in testa”, disco importantissimo per me, perché insomma è un po’ quello che mi ha aperto tante porte. Ma il tour è particolare anche perché lo faccio in duo con Marco Buccelli, che è una figura fondamentale per me perché siamo amici da circa 25 anni e abbiamo fatto tutto insieme. In tutti i miei dischi c’è lui come produttore e come coautore, e questo disco, specialmente, è quello dove abbiamo messo a fuoco questa nostra sinergia, quindi in realtà poi il fatto di fare il tour in duo è proprio perché riproponiamo la formazione del disco. Nel tour ci sono anche brani che non fanno parte di questo disco, ma tutto nasce da lì. È un po’ quello che abbiamo voluto immortalare e che sono molto felice di poter rispolverare dopo così tanto tempo. Marco vive negli Stati Uniti, quindi non è mai proprio semplicissimo portarlo qui in Italia, altrimenti, tra l’altro, sarebbe sempre come a suonare. E quindi sono doppiamente contento!
Nel disco suonavate già tutto voi due, Marco oltre a produrlo suonava. Ecco, invece dal vivo come farete? Quale sarà la strumentazione?
È la stessa del disco. È un disco batteria e chitarra quello, quindi nel live suoneremo la batteria e la chitarra. E basta, quindi il live sarà fedelissimo. Poi io suonerò anche due pezzi a pianoforte.
Farete tutti i brani del disco più altre cose, giusto? I brani non di questo album saranno presi da tutti gli altri album?
Sì, saranno presi anche da tutti gli altri dischi, però saranno arrangiati sempre per batteria e chitarra.
Sei anche fresco del tour del tuo precedente album, quest’estate hai girato molto per promuoverlo, quindi ti vedremo una dimensione nello stesso anno.
Sì, esattamente, sarà proprio così. Nel giro di appunto di un anno ho fatto tre live molto diversi tra di loro. In realtà le anteprime del disco ultimo, “Infinite possibilità per essere finiti”, sono state fatte con Marco sul palco, ma non alla batteria, o comunque non solo alla batteria, ma anche a sequenze, chitarra, basso. E con la compagnia al femminileteatro d’ombre di Unterwasser, che era con me sul palco, a fare un racconto visivo del progetto artistico, parallelo a quello che si svolgeva dal punto di vista sonoro. Dopo inquest’estate sono stato in tour con una band in qualche modo più classica. E adesso sarà un’altra declinazione sonora ancora. Tanto lavoro mettere su tre tour nel giro di 12 mesi…
Raccontaci il progetto della piattaforma “Infinite Possibilità”, un tuo modo di espanderti ancora artisticamente? Come ti è venuto in mente e come l’hai sviluppato?
Beh, è nato da un’intuizione piuttosto che da un ragionamento. Mentre lavoravo a “Il Mondo è come te lo metti in testa”, sentivo di avere tanto materiale. Sentivo allo stesso tempo che stavo facendo qualcosa che probabilmente avrebbe avuto bisogno di un accompagnamento per essere messo in condizioni di essere compreso il più possibile, per riuscire io a spiegarmi il più possibile. E quindi ho intrapreso, insieme alla società che mi ha accompagnato nel percorso sui social media in quel periodo, questo percorso interattivo, creando dei canali, condividendo, dialogando in modi sempre diversi, cercando di essere creativo e anche di essere più orizzontale possibile, cercando almeno con i miei mezzi, con i miei limiti, di sovvertire un po’ i meccanismi classici, quelli che per me sembrano essere dei meccanismi un po’ più classici dei social media che non amo particolarmente. Ne siamo un pochino schiavi, ma non sono dei meccanismi che ci servono veramente, li utilizziamo come mezzi, ma non come espansione appunto della tua arte. Quindi la piattaforma non è soltanto un’espansione artistica il progetto, bensì un mezzo anche per entrare meglio dentro la tua arte, a compenetrarla meglio, soprattutto appunto questa dell’ultimo disco. Sì, direi di sì, ne fa parte in qualche modo.
Il tour vedrà un palco semplice o ci sarà interattività?
Io sono accompagnato da un po’ di tempo da un’artista delle luci, Nicoletta Antonini, che ci accompagnerà anche per questo tour. Quindi sarà un palco sicuramente minimale, ma questo è più o meno una scelta che mi accompagna abbastanza costantemente, però ci sarà, come succede dopo di tempo a questa parte, curatela di questo aspetto.
Dopo questo tour, che sono tante date ma concentrate in un mese in buona sostanza, hai già in mente qualcosa?
Mi fermerò un po’, poi vorrei un po’ lavorare in studio sui prossimi progetti; più o meno cerco sempre di avere qualcosa in testa.
Tu che cosa pensi della scena del cantautorato d’autore italiano in questo momento in Italia?
La vedo molto bene. Mi sembra estremamente fertile. Credo che la musica italiana sia bellissima. È un momento speciale, ci sono tantissimi artisti, alcuni mi piacciono di più, altri mi piacciono di meno, ma la scena in sé mi sembra che goda di ottima salute e io mi ci sento molto bene dentro.
Mi vuoi dire chi segui particolarmente, chi è che trovi innovativo?
Ci sono veramente tanti artisti interessanti. Ti posso dire che questo mese sono presenti nei dischi di Francesco Motta, di Fulminacci e dei C’Mon Tigre, che sono dei progetti che ovviamente mi piacciono tanto.
Articolo di Francesca Cecconi
Le date del tour:
- 4 e 5 dicembre Roma Monk
- 6 dicembre Torino Hiroshima Mon Amour
- 7 dicembre Palermo I Candelai
- 8 dicembre Catania Fuori salotto da ZO
- 10 dicembre Molfetta Eremo Club
- 12 dicembre Milano Santeria Toscana 31
- 14 dicembre Bologna Locomotiv
- 15 dicembre Livorno The Cage
- 16 dicembre Napoli Teatro Bolivar