22/12/2024

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22/12/2024

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22/12/2024

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22/12/2024

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John Smith intervista

Protagonista della scena musicale britannica folk-pop, si distingue per le sue doti di cantante e chitarrista

John Smith photo - Thirty Tigers press

John Smith è uno dei protagonisti della scena musicale britannica folk-pop ed è riuscito nel tempo a distinguersi per le sue doti di cantante e chitarrista; il 26 marzo uscirà per Thirty Tigers il suo nuovo album “The Fray”, che abbiamo recensito per voi in anteprima qui: www.rocknation.it/records/john-smith-the-fray/
Un disco con collaborazioni importanti: Bill Frisell, Lisa Hannigan, Sarah Jarosz, The Milk Carton Kids… Come è nato questo nuovo lavoro? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui.

“The Fray” uscirà tra pochi giorni; pubblicare un album in questo momento è una sfida coraggiosa, con tutto quello che sta succedendo. Perché non ci parli di questo progetto?

L’album è un riflesso diretto delle mie esperienze dell’anno scorso. Ero consapevole che tutti erano nella stessa barca, stavano vivendo un momento difficile, e volevo provare a scrivere come riuscire a superarlo. Alla fine l’album è una raccolta di canzoni ottimistiche e piene di speranza, qualcosa che non ho mai fatto prima. Ho registrato l’album ai Real World Studios di Peter Gabriel, in sette giorni; abbiamo lavorato velocemente e istintivamente, una canzone dopo l’altra, senza pensare troppo al processo.

In questo album si parla di amicizia, amore e relazioni con una tale dolcezza. Hai anche detto che contiene le canzoni più personali e oneste che tu abbia mai scritto prima; in che modo l’ultimo anno ha influenzato la tua vita e la tua creatività?

Grazie! È stato strano aver dovuto improvvisamente interrompere ogni cosa, ma è arrivata anche l’opportunità di scavare e prestare davvero attenzione a ciò che stava accadendo intorno a me. Casualmente io e la mia famiglia avevamo molte cose da gestire, così mi sono sentito come se fossi quasi immerso nella vita reale. Penso che davanti a una situazione del genere, l’unica risposta razionale sia scriverci delle canzoni.

Ci sono quattro grandi ospiti in questo album e, oltre a questo, ho avuto davvero l’impressione che ti sia piaciuto suonare con musicisti che ammiri, anche a distanza a causa di questa situazione. Bill Frisell, Lisa Hannigan, Sarah Jarosz, The Milk Carton Kids: come sono nate queste collaborazioni? Vi conoscevate già?

Ho fatto un tour con Lisa e i Milk Carton Kids, ho fatto un paio di concerti con Sarah. Sapevo che volevo coinvolgere i miei amici e colleghi in questo disco, per creare un senso di comunità nell’album, in un momento in cui vedere le persone di persona era davvero impossibile.
Conoscevo tutti tranne Bill; mi è stato presentato via email da Joe Henry. Quando Bill ha detto sì, ero ovviamente sbalordito. È letteralmente uno dei miei eroi.

Sei un ottimo chitarrista e un grande cantante, hai registrato i tuoi album e hai suonato anche per altri artisti: sembra che tu abbia molti modi diversi di esprimerti attraverso la musica. Cosa pensi che ti dia più libertà di espressione come artista? Cosa ti fa sentire più a tuo agio?

Ti ringrazio. Trovo ogni forma di espressione soddisfacente a modo suo. Nei miei dischi ho l’opportunità di raccontare le mie esperienze in modo che è permanente. Suono canzoni con la chitarra e penso a come supereranno la prova del tempo. Quando sono sul palco a suonare la canzone di qualcun altro ho l’opportunità di esprimere come mi sento in quel preciso momento, di perdermi nell’esperienza dal vivo, che è completamente esaltante; ma finisce altrettanto velocemente. Mi piace davvero molto essere parte del sound di qualcun altro. Ho imparato molto suonando e cantando con Lisa Hannigan e David Gray in particolare.

Che piani hai per il futuro, dobbiamo aspettarci un tour?

Sarò in tour nel Regno Unito a Settembre, ma mi piacerebbe tornare a suonare di nuovo dal vivo in Europa. Ho passato così tanto tempo a costruirmi un seguito lì e a dirla tutta ci si diverte tantissimo!

John Smith interview, March 2021

“The Fray” will be out in a few days; releasing an album right now is a brave challenge, with everything that’s going on. Why don’t you tell us about this project?

The album is a direct reflection of my experiences in the past year. I was aware that everyone was in the same boat, having a hard time of it, and I wanted to write about how to get through it. In the end the album is an optimistic and hopeful collection of songs, something I haven’t really made before.
I recorded the album at Peter Gabriel’s Real World Studios, over the course of seven days; we worked fast, and instinctively, following each song without over-thinking the process.

In this album you talk about friendship, love and relationships with such a gentleness. You also said that it contains the most personal and honest songs you’ve ever written before; how did the last year influence your life and your creativity?

Thanks! It was stranger to be suddenly off the road, but with that came an opportunity to dig in and really pay attention to what was happening around me. Coincidentally my family and I had a lot to deal with, so I felt like I was very much in the flow of real life. I think in a situation like that, the only rational response is for me to write songs about it.

There are four great featuring in this album and, beside that, I’ve really had the impression that you totally enjoyed playing with musicians you admire, even from a distance, because of this situation. Bill Frisell, Lisa Hannigan, Sarah Jarosz, The Milk Carton Kids: how did this collaborations come up? Did you know them before?

I’ve toured with Lisa and the Milk Carton Kids, played a couple of shows with Sarah. I knew that I wanted to involve my friends and colleagues in this record, to create a sense of community in the record at a time when seeing people in person was really not possible.
I knew everyone except Bill; I was introduced to him over email by Joe Henry. When Bill said yes, it blew my mind of course. He’s a real hero of mine.

You’re an excellent guitarist and a great singer, you recorded your own albums and you’ve played for other artists too: you seem to have a lot of different ways of expressing yourself through the music. What do you think gives you more freedom of expression as an artist? What makes you feel more comfortable?

Thank you. I find each form of expression satisfying in its own way. In my records I have an opportunity to talk about my experience in a way that is permanent. I play songs on the guitar and think about how they will stand the test of time. When I’m on stage playing someone else’s song I have an opportunity to express how I feel in that exact moment, to get lost in the live experience, which is completely exhilarating; but it’s over very quickly.
I really enjoy being a part of someone else’s sound though. I learned a lot from playing and singing with Lisa Hannigan and David Gray in particular.

What plans do you have for the future, should we expect a tour?

I’m touring the UK in September, but I would love to play my own shows in Europe again. I’ve spent so long building a following out there and honestly it’s the best fun!

Article by Valentina Comelli

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