Dopo una prima avvincente collaborazione culminata nel 2021 con la pubblicazione del pluripremiato “Still Moving” e tre anni di tournée in tutto il mondo, Justin Adams e Mauro Durante riportano sulla scena musicale quel sound unico e senza precedenti che li caratterizza. Il tour italiano, partito il 22 ottobre, è l’occasione per presentare dal vivo il nuovo album “Sweet Release”, uscito il 18 ottobre su Ponderosa Music Records: le prossime date saranno a dicembre: il 5 al CrossRoads di Roma, il 6 al PARC di Firenze, il 7 al “Termoli Jazz” e l’8 a Milano per “La Musica dei Cieli”. Ne parliamo con Justin Adams, chitarrista e produttore il cui suono distintivo porta il segno della sua vita itinerante: l’infanzia in Medio Oriente gli ha acceso una passione costante per i suoni del mondo islamico, mentre gli anni dell’adolescenza nel Regno Unito hanno instillato una devozione per l’energia grezza del Punk e le sonorità trance del Dub. Negli ultimi anni ha prodotto acclamati album come quelli della cantante di fado portoghese Lina e della cantante franco-algerina Souad Massi, mentre le sue passate collaborazioni, come il fortunato e pluriennale sodalizio con la leggenda dei Led Zeppelin Robert Plant, Tinariwen, Rachid Taha, Sinead O’Connor e il musicista dell’Africa occidentale Juldeh Camara, si sono distinte per l’intensità emotiva e un approccio “senza confini”.
Come vi siete incontrati tu e Mauro?
Ci siamo incontrati per la prima volta al festival Notte De Taranta in Puglia nel 2011, dove ero stato invitato come ospite musicale – non conoscevo la musica della regione e l’ho trovata molto stimolante, ho amato la passione dei musicisti locali che ho incontrato, in particolare Mauro. Siamo rimasti in contatto, abbiamo suonato un po’ insieme e qualche anno dopo abbiamo avuto l’idea di provare un progetto di collaborazione.
Il nuovo album dopo tre anni, “Sweet release”, è un nuovo capitolo di un viaggio musicale insieme?
Dopo il nostro primo album abbiamo iniziato a fare molti tour – ci siamo trovati di fronte a tutti i tipi di pubblico e abbiamo improvvisato molto, così abbiamo naturalmente sviluppato un linguaggio comune che è unico per noi – i limiti di essere un duo diventano il nostro superpotere! Brani come “Ghost Train” sono il nostro modo di far ballare il pubblico, mentre “Aurora” si rifà a un minimalismo emotivo che siamo in grado di raggiungere. Invitando ospiti, tutte cantanti donne, Alessia Tondo su Leuca, Yousra Mansour su Wa Habibi e Felice Rosser su “Tide Keeps Turning”, abbiamo aggiunto profondità senza interferire con la formula di base del dialogo musicale tra me e Mauro.
Quanto tempo è occorso per scrivere l’album e come avete lavorato tu e Mauro? L’album è stato registrato dal vivo improvvisando, cosa che richiede non solo un’enorme esperienza, ma anche un forte legame tra voi due … ma la cosa più complessa è stata improvvisare con musicisti ospiti così diversi e intensi.
Abbiamo sviluppato lentamente le idee nell’arco di due anni, prendendo appunti separatamente, ma anche jammando insieme durante i soundcheck, a volte prendendoci un giorno o due mentre eravamo in viaggio insieme per lavorare su nuove idee. Un duo può essere una situazione di lavoro perfetta, se si è da soli può essere difficile capire cosa va bene – con un’altra persona, questa può rispondere a un’idea con entusiasmo, aggiungendo qualcosa, oppure no, nel qual caso l’idea può essere abbandonata, magari per tornare in un’altra forma in seguito.
Troppi riferimenti musicali per descrivere la vostra musica, fortunatamente è impossibile racchiudere il progetto in una definizione. Come vorresti che fosse descritta a qualcuno che non ti conosce?
Per fortuna il mio lavoro è fare la musica, non descriverla! La descrizione migliore è probabilmente quella di descrivere chi siamo ciascuno di noi come individui, ma è piuttosto complicato. Mediterranean Trance Blues? Non lo so!
Sia tu che Mauro continuate a lavorare su altri progetti, che credo influenzino quello che fate insieme. Ma c’è qualche altro musicista o gruppo con cui vorresti lavorare e non l’hai ancora fatto?
Sono stato molto fortunato con le persone con cui ho lavorato, ci sono state molte grandi sorprese. Ho lavorato con un’incredibile cantante marocchina delle montagne dell’Atlante, Cherifa, mi piacerebbe lavorare di nuovo con lei, anche con i Maestri Musicisti di Joujouka – e anche, nei miei sogni, con Bob Dylan, Patti Smith, Bryan Ferry!
Ultima domanda: quali sono per te i tre dischi della vita?
Oggi scelgo… Bob Marley and the Wailers “Positive Vibration” – ogni volta che ho cambiato casa è il primo disco che ascolto – scaccia gli spiriti cattivi! Kitsos Harisiades “Skaros” – registrato negli anni ’20, un lamento della Grecia settentrionale che va dritto al cuore. James Brown “Papa’s got a Brand New Bag” – quasi terribilmente funky.
Justin Adams interview
How did you and Mauro first got together?
We first met at the Notte De Taranta festival in Puglia in 2011 where I was invited as a musical guest- I didn’t know about the music of the region and I found it very inspiring, and loved the passion of the local musicians I met, notably Mauro. We stayed in touch and played together a little bit and some years later we had the idea to try a collaborative project.
New album after three years,“Sweet release”, is it a new chapter of a musical journey together?
After our first album we began to tour a lot – we were faced with all kinds of audiences and we improvised a lot so we naturally developed a common language which is unique to us – the limitations of being a duo become our superpower ! Tracks like Ghost Train are our way of making an audience dance , while Aurora taps into an emotive minimalism that we are able to achieve . By inviting guests , all female singers, Alessia Tondo on Leuca, Yousra Mansour on Wa Habibi and Felice Rosser on Tide Keeps Turning , we added depth without interfering with the basic formula of musical dialogue between myself and Mauro.
How long did it take to write the album, and how did you and Mauro worked on it?
The album was recorded live with improvisation, it requires non just a huge experience, but also a strong bond between the two of you. And the more complex was to record it live with so different and intense guest musicians …
We were slowly developing ideas over a period of two years, separately making notes and also jamming together at soundcheck sand sometimes taking a day or two while on the road together to work on new ideas. A duo can be a perfect working situation, is you are alone it can be hard to know what is good- with one other person , they will either respond to an idea with enthusiasm, adding something, or not , in which case the idea may get dropped , perhaps to return in another form later.
Too many musical references to describe your music, fortunately it is impossible to put the project in a box. How would you like it to be described to someone who doesn’t know you?
Luckily my job is to make the music , not to describe it! The best description is probably to describe who we each are as individuals , but that’s quite complicated . Mediterranean Trance Blues? I don’t know!
Both you and Mauro keep on working on other projects, that I guess influence what you do together. But is there some other musician or band you would like to work with and you haven’t yet?
I’ve been so lucky with the people I’ve worked with, there have been many great surprises. I worked with an amazing Moroccan singer from the Atlas Mountains called Cherifa, I’d love to work with her again, also the Master Musicians of Joujouka – also , in my dreams, Bob Dylan, Patti Smith, Bryan Ferry !
Last question: which are the three records of life for you? Which inspired you the most when you decided eraly in life to become a musician, or the ones that are more meaningful for various reasons?
Today I’ll choose- Bob Marley and the Wailers “Positive Vibration”- whenever I have moved house it’s the first record I play, it chases the bad spirits away! Kitsos Harisiades “Skaros” – recorded in the 1920’s , a Northern Greek lament that goes straight to the heart. James Brown “Papa’s got a Brand New Bag”- almost terrifyingly funky.
Articolo di Francesca Cecconi