È da poco uscito l’ottimo Ep “The Solemn Leap” dei Locked-In (qui la nostra recensione), band che ha fatto della sua particolarissima interpretazione musicale del genere Punk HC il suo punto di forza. Dato che questo ascolto mi ha lasciato con molti spunti e altrettante perplessità (in senso quanto mai positivo) urgeva una conversazione con i diretti interessati, di modo da poter fare luce su alcuni particolari …
In termine pugilistico si usa la frase “ring rust” che sta a significare la metaforica ruggine da scuotersi di dosso dopo una lunga pausa dal ring. Nel vostro caso, come avete affrontato il ritorno sulle scene con “The Solemn Leap” (e il precedente “Not Dead Yet”) e in che modo questa pausa ha avuto effetto sul vostro modo di comporre musica e lavorare a queste nuove uscite? Quali sono state le nuove sfide ed i nuovi obiettivi per questa fase artistica?
Di ruggine ce ne era tanta, soprattutto quando siamo entrati in sala prove e ci siamo resi conto che tante parti che nei mesi precedenti avevamo lavorato al pc non erano replicabili nella realtà. Di sicuro questo è un primo aspetto che è cambiato, non abbiamo più lavorato sui pezzi proponendo riff in sala prove e cercando di giocarci intorno per costruire un pezzo, ma abbiamo scritto musica sul pc o sul telefono per poi proporcela e farci i nostri ragionamenti. Per certi versi il Covid è stato una grande sfida, perché ci ha tenuto lontani e ci ha obbligato a escogitare un altro modo per comporre; d’altro canto ci ha buttato così a terra che ci ha fatto studiare anche una strategia per risorgere, forse è anche per questo che questi due lavori sono tra i più ispirati e rabbiosi da noi prodotti.
Uno dei principali punti di forza del vostro ultimo lavoro è il prodigioso bilanciamento fra Punk HC (che può essere considerato la linea guida del vostro stile musicale) e tutta una serie di influenze esterne a questo genere in senso stretto: ci sono fonti di ispirazione particolari che hanno volontariamente o meno ispirato la composizione nella suddetta direzione?
La lista delle band di riferimento che partecipano nell’algoritmo generale dei nostri pezzi sono veramente molte. Se togliamo il versante del Punk HC, che di per sé va dai classici senza tempo a tutto il filone del primo decennio del 2000 senza esclusione di colpi, abbiamo dei riferimenti anche sul Metal più moderno e su tutte quelle band che hanno veramente compiuto prodezze nel mischiare quell’attitudine e quella rabbia punk HC con il Metal più puro. Forse i The Ghost Inside sono la band che più ci ha coinvolto, ma non dimentichiamo Cancer Bats e Converge. Non dimentichiamoci nemmeno che Tommy(chitarra) con tutto il suo retaggio metal ha controbilanciato l’equazione in maniera spettacolare. il punto è che eravamo ispirati noi mentre scrivevamo e tutto questo materiale che avevamo accumulato in anni ha trovato da solo la sua miscela.
Un altro plauso va alla resa sonora: per quanto io associ il Punk HC generalmente a sonorità più crude, ho molto apprezzato la vostra interpretazione del genere, a mio parere con un occhio di riguardo al Grind e al Core di metà 2000. Siamo davanti a una presa di posizione intenzionale nell’allontanarsi dal suono tipico del genere o ad un’evoluzione naturale del vostro modus operandi dal principio della band?
Penso che avremmo potuto lavorarci molto di più sui pezzi e sono certo che se avessimo avuto più possibilità di stare in studio senza la paranoia di beccare il Covid il disco avrebbe molte più chicche. Detto questo, malgrado a noi piacciano anche le sonorità più crude e meno rifinite, volevamo metterci dentro le nostre atmosfere. Quindi sì, sotto questo punto di vista si può parlare di evoluzione tanto quanto si può parlare di “voler scrivere la propria storia”. Non ci interessa di finire in un filone preciso o di cercare di stare nei ranghi delle tendenze dell’HC moderno. Volevamo creare una cosa che ci rispecchiasse e penso che ce l’abbiamo fatta.
Sfizio personale da collezionista: l’idea di una vostra futura uscita di un album completo di inediti (oppure di una compilation a raccogliere i già citati EP) in formato fisico è un’idea che sinceramente mi intriga non poco. È anche per voi una priorità in programma nel futuro prossimo che vi siete posti oppure state testando il terreno lasciando decidere al naturale corso delle cose?
Stiamo progettando un’uscita fisica per i due Ep. Il problema è che di norma si fa uscire fisicamente un disco perché poi te lo puoi portare in giro alle date e venderlo. Visto che questo 2021 non sembrerebbe concedere speranza in live per come li conosciamo, è complesso dirti quando la faremo.
Vi pongo la classica domanda riguardo al futuro del progetto musicale Locked In: cosa ci aspetta come fruitori della vostra musica e del vostro concept artistico?
Se non ci saranno altre pandemie, o asteroidi, o invasioni aliene, o piaghe d’Egitto direi che non ci fermeremo. Appena si potrà andremo in giro a suonare e fidatevi che di voglia ne abbiamo così come diverse tonnellate di materiale in cantiere, quindi chi lo sa…
Articolo di Lorenzo Bini