Malarima è un quartetto in attività dal 2016 ma con in realtà un bel pezzo di storia del Rock fiorentino che gli scorre nelle vene. Riportano in superficie un’anima rock’n’roll, forse un po’ vintage, quasi scomparsa dalla scena indipendente italiana. Sonorità crude, con le chitarre in primo piano coesistono con aperture melodiche dove emergono suoni più morbidi della chitarra acustica, dell’armonica, di piano e tastiere, mentre i testi delle canzoni disegnano i nostri giorni a volte con disincanto, a volte con rabbia o ironia, ma sempre in modo diretto ed estremamente visivo. Il 28 agosto 2020 è uscito il loro secondo album “In Equilibrio”, dopo il precedente “Credere A Tutto” del 2017. Qui la nostra recensione.
Hanno uno stile diretto e disincantato, i Malarima, uno stile che permette loro di prodursi in riff chitarristici diretti e incisivi o di tessere una trama chitarristica avvolgente ma mai invadente, oppure ancora di creare un groove trascinante. Di contro sanno anche percorrere con disarmante semplicità ed efficacia percorsi più intimi e crepuscolari dove cantare delle difficoltà, del dolore e delle frustrazioni contrapposte alle gioie accumulate durante una vita insieme suona come un mantra terapeutico ed esorcizzante.
Abbiamo intervistato i Malarima in una tarda e piacevolissima serata di questo settembre dove la socialità, anche quella all’aperto, è controllata e distanziata. Con noi Max Rossi (basso e voce), Alberto Agnelli (chitarra) e Riccardo Scianca (batteria). Nelle loro parole la loro anima musicale, un’anima di chi ha visto molto, ha chiesto poco.
Articolo di Francesca Cecconi, video di Marco Polidori