Ho avuto l’album “Maailma Loppuu” degli Stolen Kidneys fra le mani per un bel po’. E ho avuto conversazioni giornaliere con Heikki – bassista dei Stolen Kidneys – su quanto il suono sia unico, ruvido, grottesco e lasciato libero di tormentare le orecchie dell’ascoltatore. Il disco era pronto a giugno ma problemi con la pressa del vinile lo hanno reso uno dei dischi più attesi, e io non vedo l’ora di ricevere la mia copia fisica. Qui la nostra recensione.
Gli Stolen Kidneys vengono dal disco precedente “Ruin” in inglese, invece il nuovo album è completamente in finlandese. Scelta di marketing? Scelta sociale? Scelta tecnica? Scelte. Io scelgo di incontrare e scavare a fondo nella macchina del male che hanno creato. Quel violento groviglio di cavi che è impossibile sciogliere o/o capire. Mi ritrovo con I ragazzi mentre loro sono in sala prove, sento il finlandese che echeggia, finché fortunatamente lo switch in inglese avviene appena ci si siede. Il quartetto finlandese che ha la capacità di toccare quanto possa essere violento e cattivo un giro di chitarra. Te li aspetti incazzati, invece sono quattro delle persone più adorabili che abbia mai conosciuto. E quindi sono confuso. Alla fine di tutto è tutta scena oppure un modo per poter liberare quel mostro che hai nella panica e spinge per uscire?
Stolen Kidneys interview
I had their LP in my hands for a while. And I had many conversations with Heikki (Bass in Stolen Kidneys) about the sound…unique, rude, grotesque…free to give agony to the ears of a listener.
The review of the album was ready in June, unfortunately enough the vinyl press was late and we are looking at now to have mine delivered as soon as possible…Spotify is helping so far. Previous release from the guys “Ruin” was completely in English…this one is completely in Finnish. Marketing choice? People’s choice? Technical choice? Choices.
I’ve chosen to meet the guys and talk about this incredible dark machine that they created and trying to sort out those tangled cables that I am having in front of me.
Articolo di Alessandro Marano, video-editing Claudio Rogai