25/12/2024

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26/12/2024

Vinicio Capossela, Taneto di Gattatico (RE)

27/12/2024

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27/12/2024

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Veronica Fusaro intervista

L’artista parla del suo background, delle influenze musicali e delle esperienze live

“All The Colors Of The Sky”, uscito il 20 gennaio per Deepdive Records (la nostra recensione), è il primo album di Veronica Fusaro, giovane ed eclettica musicista che si affaccia al mondo col suo Alt Pop solare e colorato. In questa intervista rilasciata a Rock Nation l’artista svizzera, ma di origine italiana, si svela parlando del suo background, delle influenze musicali, dell’esperienza sui palchi di mezza Europa e di come l’Italia abbia sempre giocato un ruolo centrale nella sua vita.

Partiamo da “All The Colors Of The Sky”, il tuo primo album. Com’è stato, rispetto alle precedenti esperienze con gli ep? Hai avuto problemi a trovare un equilibrio? Magari a tenere alto il livello della proposta sulla lunga distanza?

Per me l’esperienza di poter riprendere il mio primo album, una storia più lunga di quella di un ep, è stata veramente bellissima. Durante l’intero processo ho imparato una marea di cose, non solo a livello musicale ma anche personale. Però nonostante i momenti difficili, dove mi sentivo come se fossi intrappolata in un vicolo cieco, la pazienza per finire questo album l’ho sempre ritrovata.

Di “tutti i colori del cielo”, quelli che mi sono arrivati di più sono state le sfumature rosso, giallo e arancio dei tramonti, stagliate su un blu-azzurro declinato in tante gradazioni diverse. Cosa può custodire un tramonto? Cosa può donare?

Mi piace come l’hai descritto: un tramonto bellissimo. Mi hai ricordato i tramonti che vedo spesso dal balcone di mia nonna in Calabria. Per me, l’attimo in cui il sole cala e fa svelare l’immensità dell’universo che ci circonda, è un momento agrodolce, dove mi sento sospesa tra due mondi: il giorno e la notte, la luce e l’oscurità. Si gioca tutto fra questi due stati: un momento dove la natura ci offre un spettacolo, un regalo che noi umani possiamo percepire. Mi fa sentire piccola ma anche preziosa. Mi fa sentire che la vita, nonostante tutte le sue difficoltà, a volte è semplicemente bella.

Ti hanno affibbiato le più svariate influenze musicali. Ma se dovessi citare un solo nome, un artista che davvero ti ha cambiato il modo di concepire la musica, chi citeresti?

Domanda difficile… noi come umani penso che siamo la somma di tutto ciò che percepiamo, consciamente e inconsciamente. Comunque un nome che amo citare è Amy Winehouse. Adoro la sua voce unica, la musica, i testi, le immagini che accompagnano le note. È riuscita a creare il proprio mondo.

I “figli” sono tutti cari a una madre. Ma la verità è che non sono mai tutti sullo stesso piano. Qual è, per te, il brano più importante in “All The Colors Of The Sky”? E perché?

Ha ha, guarda, ti dico la verità, non ho una canzone preferita. A volte è la prima in scaletta, la settimana dopo è l’ultima. In questo momento mi piace tanto “Don’t Be So Hard on Yourself”. Ho scritto questa canzone per ricordarmi di non essere troppo dura con me stessa. Poi mi piace molto anche l’arrangiamento, se chiudo gli occhi mentre l’ascolto mi ritrovo su un balcone del lungomare a fine settembre, con il vento che mi accarezza i capelli e che sembra suonare le corde della chitarra che tengo in mano, sfiorandole. Mi manca tanto l’estate, perciò questa canzone, che mi ricorda questi sentimenti, al momento è la mia preferita del disco.

Hai accumulato una grande padronanza del palco attraverso i concerti degli ultimi anni. Qual è stata l’esibizione che più ti è rimasta nel cuore?

L’esibizione recente dove ho “battezzato” l’album (in Svizzera si dice così, e lo trovo un termine adatto), cioè il mio primo concerto dove ho cantato le canzoni del disco. Il locale era pieno, 500 persone che si sono prese del tempo e hanno speso dei soldi di venirmi a vedere un mercoledì (il 18.1.23) a gennaio. È stata veramente una serata bellissima, la mia band era pronta, il pubblico era un sogno. Mi ritrovo ancora al settimo cielo quando penso a quella serata.

Quanto ha influito la musica italiana nella tua formazione? Quali artisti, in particolare?

Io sono cresciuta con la musica di Vasco, mio papà è un grande fan. Durante i lungi viaggi tra la Svizzera e la Calabria ascoltavamo spesso i suoi album, e ancora oggi adoro ascoltarlo. Poi amo tanti altri artisti, tipo Mia Martini o Rino Gaetano, ma anche i grandi nomi del momento, come Mahmood o Blanco.

Fra i live in programma sul tuo sito ufficiale non ho letto di date nel nostro paese. Credi che ci sarà la possibilità di esibirti in Italia? Contando anche le tue origini, non sarebbe splendido?

Lo spero tanto! Avrei davvero voglia di suonare dei concerti in Italia! Se conosci qualche indirizzo dove potrei esibirmi, fammi sapere 😉

Bypassiamo la solita domanda sul prossimo progetto, e cerchiamo di guardare ancora più lontano: nella tua fantasia più sfrenata, quale progetto musicale vorresti realizzare, un giorno?

Un tour mondiale, con date al Madison Square Garden a New York, all’Arena O2 di Londra e in molti altri luoghi importanti… e come concerto finale del tour una “Serata con Veronica Fusaro all‘Arena di Verona”!

Articolo di Simone Ignagni

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