Il sound degli Zagreb, band stanziale tra Treviso e Padova, è un equilibrato mix di sonorità distorte e incalzanti prettamente rock e di brani dal gusto più onirico e sospeso. Esordiscono nel 2015 con il primo album intitolato “Fantasmi Ubriachi”, le risposte sono entusiasmanti con oltre 50 date in tutta Italia grandi festival compresi. Il secondo album è “Palude” uscito nel 2018 seguito da “Tu sarai complice” nel 2020. Durante il lockdown nasce il quarto disco in studio, “Fulmini” (qui la nostra recensione) uscito il 16 settembre 2022 su VREC/Dischi Soviet. Li incontriamo dopo la loro performance al Pistoia Blues Festival 2022, hanno voglia di scherzare e condividere la loro gioia per il bellissimo concerto (il nostro report) e il loro nuovo album.
Chi sono gli Zagreb?
Alessandro M.: Siamo in 5, sostanzialmente degli scappati di casa. Zagreb è infatti uno zingaro che vaga costantemente. Come nucleo iniziale insieme da 8 anni siamo io, Alessandro Novello alla voce, Alessandro Meneghello alle chitarre e Ermanno De Luchi al basso; abbiamo incontrato per strada altri due scappati di casa, Giulio Beniero batterista e Luca Zilio alle chitarre. Giulio è entrato con noi due anni fa in piena pandemia, periodo in cui il nostro batterista ci ha abbandonato. Abbiamo trovato questo giovane nella sala prove vicino alla nostra, aveva un groove che ci piaceva parecchio, abbiamo chiesto al titolare della sala prove chi era e cosa faceva. E quando l’abbiamo incontrato ci ha detto che ci conosceva e che era nostro fan, quindi situazione perfetta! C’è una grande differenza di età però, e quindi all’inizio ha declinato l’offerta, dicendoci che ci avrebbe presentato batteristi con più esperienza, ma noi abbiamo insistito.
Giulio: Io ero emozionato e spaventato, però era tanto tempo che lavoravo duro e ho pensato che fosse il mio treno che passava, un’ottima occasione per fare un salto di qualità, così in pochissimo tempo ho imparato tre pezzi loro, ho fatto l’audizione, ed eccomi qui nella band.
Alessandro M: Invece Luca ce lo siamo ritrovati in casa; Alessandro non voleva più suonare la chitarra ma soltanto cantare, quindi abbiamo iniziato a provare a capire se trovare qualcuno interessato tra i musicisti che conoscevamo, abbiamo lanciato l’amo e Luca ha abboccato subito!
Luca: Anch’io li conoscevo già gli Zagreb, condividevamo la sala prove … io avevo dei miei progetti personali ma con il Covid è saltato tutto e alla fine questa è stata un’occasione d’oro per me.
Durante la pandemia, pur periodo orrendo, avete continuare a lavorare alla vostra musica e a sostanziare un nuovo progetto, sfociato nel quarto album “Fulmini”?
Alessandro N.: Beh, il Covid ci ha fatto grandi danni. Nel 2020 è uscito il nostro terzo album “Tu sarai complice” e avevamo un tour fissato per la promozione dello stesso, siamo però riusciti a fare soltanto le prime due date. Nonostante questo male assurdo, abbiamo lavorato da casa, cercato di capire cosa potevamo fare da remoto l’uno dagli altri, e abbiamo lavorato con cuffie e chitarre attaccate alla scheda audio, componendo questo nuovo lavoro, “Fulmini”, che si chiama proprio così perché abbiamo bisogno di uscire di nuovo in modo da squarciare questi tempi. Noi proviamo tantissimo, curiamo molto la produzione e fare un disco è la cosa più bella che possiamo fare, e ora vogliamo suonarlo dal vivo!
Quindi scrittura, arrangiamenti, produzione, tutta farina del vostro sacco…
Alessandro N.: Sì, tutto può partire da un semplice testo come da un giro di chitarra, e poi ci si ritrova, si prova, e si costruisce il resto.
Alessandro M.: Lui è modesto, perché spesso, anzi nel 90% delle volte, il germe dei brani nasce a casetta sua, Alessandro è l’autore di musica e testi, poi tutti noi ci mettiamo dei colori, gli arrangiamenti si fanno tutti insieme, ma in verità tutto parte da Alessandro.
Giulio: Aggiungo che il bello di questa band è mettersi sempre in gioco in modo totalmente sincero e trasparente, su tutto; c’è sempre la libertà di poter commentare oppure criticare qualsiasi proposta, anche il riff di partenza, e alcune volte in maniera molto accesa; è perché ci teniamo tutti moltissimo, e la libertà di espressione fa la differenza in questa band.
Alessandro N.: La forza degli Zagreb è che ci vogliamo molto bene e ci rispettiamo nelle opinioni e nelle visioni, quindi riusciamo ad incastrarci bene, le cose scorrono facili, e questa anima della band la trasportiamo anche sul palco.
I testi sono molto importanti e intensi, e siete una delle poche band che riescono a fare un matrimonio riuscito tra rock abrasivo e testi in italiano …
Alessandro N.: Infatti ho proposto molte volte ai miei compagni di fare i matrimoni perché i soldi sono importanti … (ridono), ma niente! Sì, i testi sono molto importanti, mi piace incastrare nelle parole i pensieri che arrivano da visioni varie della vita, cose che mi appartengono, anche se sono cose solo soggettive.
La compattezza della band si sente anche sul palco, si sente tanta sala prove …
Alessandro N.: Si, non siamo quel tipo di band che si ritrova in sala prove solo per preparare un disco o un tour; noi ci vediamo almeno una, ma spesso due volte a settimana, a prescindere dai progetti. E poi abbiamo fatto centinaia e centinaia di concerti in tutti questi anni, abbiamo suonato insieme così tanto, quando siamo sul palco per noi è un’emozione condivisa, e cerchiamo di portarla al pubblico a prescindere dalla grandezza e dell’importanza dell’evento. Stiamo programmando date per la presentazione di “Fulmini” nei club, vi aspettiamo!
Articolo di Francesca Cecconi, foto di Giulia Breschi
Si ringrazia i Musei Civici di Pistoia per l’accoglienza