Cos’è che si dice sempre riguardo ai sogni da realizzare? Insegui i tuoi sogni, e l’Universo ti aprirà delle porte dove c’erano soltanto muri (J. Campbell). I sogni possono realizzarsi se ti dai una mossa per far sì che questo accada, ci devi lavorare, devi andare loro incontro. Io mi sono spinta fino a Roma per realizzare uno dei miei, per essere presente il 25 giugno al Rock in Roma dove si esibiva una band più unica che rara e che inseguo effettivamente qua e là da un po’ di tempo; quando casa Hellfire ha tirato fuori quest’asso dalla sua manica, dopo la data trionfale di Milano, ho deciso che avrei provato il tutto per tutto, o la va o la spacca. Sono arrivata a Roma il giorno prima senza nemmeno sapere se sarei stata accreditata o no, inutile quindi dirvi che al responso positivo sono scesa in strada a esultare con quei due stracci che mi ritrovavo addosso.
Piena di adrenalina dormo sì e no qualche ora quella notte, e la fatidica sera mi trovo alle Capannelle euforica e pressoché incontenibile, a parlare praticamente con chiunque: c’erano fan in coda dalle 5 del mattino, anche prima, e che ora sotto il sole cocente si spalmano crema solare a vicenda sulla pelle.
Man mano che il tempo passa, la coda si allunga vertiginosamente, i parcheggi si riempiono, persone che arrivano in comitiva, da soli, a coppie, in camper, chi aspetta altri amici; di ogni età e nazionalità, bambine e ragazzine che provano passi e coreografie vestite come le headliner sotto gli occhi divertiti di genitori e fan di passaggio, mentre da lontano si intravede il grande palco (ed è quello più piccolo tra i due presenti) in attesa di regalarci l’emozione di una vita.
Spuntano cerchietti per capelli con lucine che illumineranno la notte romana, bandane, bandiere, cartelli, capelli colorati, borchie, un caleidoscopio di accessori da cosplayer; regna ovunque la Kitsune, creatura leggendaria giapponese dalle sembianze di una volpe e che ha molto a che fare col gruppo che vedremo stasera. La ritroviamo su centinaia di magliette, peluche da lanciare sul palco, persino maschere, oltre a i già citati cerchietti per capelli. Non mancano i metallari tra i più tosti con le loro magliette di Pantera, Metallica, Ac/Dc e chi più ne ha più ne metta: siamo o non siamo ad un concerto metal?
Al mio tanto atteso ingresso, trovo un prato già ben affollato, la transenna presa d’assalto mentre le coreografie tra i fan continuano; mi emoziono alla vista di un photo pit grande, spazioso, ordinato, ; abituata come sono a non averne, a inciampare nei miei stessi piedi per la mancanza di spazio, questa visuale mi manda in visibilio. Stasera è una di quelle da segnare sul calendario, gongolo tra me e me, mentre la musica trasmessa dalle casse riempie l’aria serale sulla via Appia. Il gran affaccendarsi dei tecnici su e giù dal palco, sempre più frequente, rivela che ci sono dei problemi al sistema elettrico a causa dei quali partiremo con un ritardo di almeno mezz’ora rispetto al programma. Quando tutto viene ripristinato a dovere, le luci squarciano il buio della notte e i fan esultano: è giunto il momento!
Entrano velocemente in campo gli opener, per la prima volta in Italia, DeathbyRomy e la sua intrigante band, che si presentano sul palco in felpa e mi sciolgo di caldo io per loro. DeathbyRomy, nome d’arte di Romy Flores, è una cantautrice americana alternative / dark pop nata e cresciuta a Los Angeles; classe 1999, inizia a suonare professionalmente all’età di 15 anni.
Debutta con il suo lp “Monsters”, uscito il 14 settembre 2018, dopo del quale pubblica tre album in studio, il più recente dei quali è “Entropy”, autoprodotto come tutta la sua discografia tranne un solo album rilasciato il 28 ottobre 2022. Romy, però, è conosciuta soprattutto per il suo singolo “Problems” del 2019, che ha ricevuto più di 60 milioni di stream su Spotify oltre al super successo su Tik Tok.
La sua musica evoca temi di ansia, depressione, suicidio, problemi che ha affrontato personalmente e che danno origine al suo nome d’arte; il tema dell’interazione tra vita e morte deriva anche dal suo background multiculturale, in particolare dalle tradizioni e credenze messicane. La band che l’accompagna è altrettanto irreverente e tutta al femminile, a eccezion fatta per il batterista Batz: abbiamo Cheska Zaide al basso e la pazzesca Jayden Hammer alla chitarra.
Si presentano dandoci le spalle nelle loro felpe oversize, quasi a voler prendere le distanze da un pubblico incuriosito; Romy si muove sinuosa sul palco, come una pantera, assicurandosi di avere l’attenzione di tutti, cosa che le riesce molto facile. Dopo alcuni minuti, rivela la sua vera energia togliendosi la felpa e mostrando calze a rete, borchie, piercing, tatuaggi goth, lenti a contatto bianche; anche la band sfoggia lo stesso outfit ai minimi termini, che lascia poco o niente alla fantasia, anche perché loro non si fanno problema alcuno a mostrare grazie assortite, con movimenti suadenti e sexy, sollevando commenti che vi risparmio.
Sul lato positivo e stimolante, i punti di forza di DeathbyRomy sono la sua estensione vocale incredibilmente forte, sfaccettata, oltre al dinamismo sul palco e l’affiatamento con la sua band. Non solo ha una voce potente, ma sa con esattezza quando cambiarne il tono per creare brutali breakdown o sonorità impeccabili.
Oltre agli assoli sfrenati di Jayden, la cui chitarra è un perfetto prolungamento degli arti, la musica dà molta enfasi anche al basso di Cheska, facendola brillare durante le sue sfrenate evoluzioni. Il pubblico più giovane sembra rispecchiare la stessa artista con il suo approccio creativo, e balla scatenandosi al ritmo della musica, che devo dirlo, ha conquistato davvero tutti.
If you liked us, now you know what to do … join the Team Death! Ci salutano così queste ragazze disinibite, dal set ridotto causa il ritardo di partenza; lanciano plettri come confetti sul pubblico in festa, e se prima non le conosceva praticamente nessuno, ora il loro numero di follower sarà sicuramente rimpolpato.
Siamo arrivati al momento in cui stanno per salire le headliner, il motivo che ha spinto tutti noi fuori di casa, giù dal divano, da ogni dove: tra pochi minuti le BABYMETAL saranno davanti a noi in tutta la loro potente eleganza, un vero pugno di ferro musicale guantato di velluto. Le BABYMETAL sono un gruppo di idol giapponesi, nato nel 2010 da una potente agenzia di talenti, conosciuta per unire la musica j – pop alle tipiche sonorità heavy metal, il tutto corredato da coreografie e balletti eseguiti con la massima nipponica precisione.
Anche per questo si può parlare di Kawaii Metal, ovvero un metal “carino”, grazie al loro fascino da scolarette tipico dei manga, la loro pelle di porcellana, il sorriso che si portano dietro fin dall’infanzia: sono delle bimbette quando iniziano a calcare i palchi. Erano, però, assolutamente inconsapevoli del genere musicale che avrebbero interpretato; mettono voci e corpi a servizio di un progetto ideato dalla loro agenzia, eseguono brani e coreografie che altri hanno creato per loro.
La vocalist Suzuka Nakamoto, in arte Su – Metal, a 12 anni ha già una carriera niente male alle spalle: oltre che bimba modella in varie pubblicità, aveva militato in un altro gruppo della stessa agenzia, le Karen’s Girls. Anche se tutt’ora venata di tratti infantili, la sua voce è potente ed estremamente duttile.
La discografia delle BABYMETAL vede 12 album live, 4 in studio, 10 video album, 1 compilation e 1 ep.
L’omonimo album di debutto, del 2014, si guadagna il secondo posto della classifica Billboard Japan, mentre il terzo album “Metal Galaxy” è il primo in assoluto, per un artista asiatico, a raggiungere la vetta della classifica Top Rock Albums di Billboard. La lista di premi e riconoscimenti è, comunque, molto più lunga.
Il prato davanti al palco è ormai gremito di fan di ogni generazione, scalpitanti e impazienti; trema l’ippodromo delle Capannelle quando inizia il video introduttivo, in evidente stile Star Wars, che racconta la storia dei tre spiriti del Metal evocati dal Dio Volpe, la famosa Kitsune che abbiamo visto in ogni angolo e in ogni forma. In un palco inondato di fumo e luci rosse compaiono finalmente le BABYMETAL, ovvero i metal spiriti Su – Metal, Moametal e Momometal, con i loro vestiti neri dai riflessi perlacei: osservano la folla assordante orgogliose prima di iniziare il loro set ininterrotto di canti e coreografie sincronizzate in cui nulla è lasciato all’improvvisazione, un repertorio di vecchi successi e brani tratti dal loro ultimo album, ” The Other One”, uscito il 24 marzo 2023 per BABYMETAL Records (certo, hanno la loro etichetta discografica), l’ultimo album che vede la formazione a due membri: Momometal si unirà al gruppo poco dopo l’uscita di questo disco.
Merita una menzione anche la band di supporto, la Kami Band, unico tocco di testosterone che con la sua competenza tecnica fornisce una solida base per la voce delle ragazze, migliorando il suono complessivo senza sopraffarlo. Pur rimanendo costantemente alle spalle delle BABYMETAL, tra l’altro bellissimi nei loro costumi da demone, verso l’ultimo terzo della set list hanno avuto il loro momento di brillare sotto i riflettori con assoli potenti ed energici.
La produzione teatrale, sfido chiunque a negarlo, è una gioia per gli occhi: affascinanti giochi di luce, fumi e fuochi sincronizzati, proiezioni, scenografie elaborate, ogni elemento è pianificato meticolosamente ed eseguito ancor più meticolosamente. Inoltre, l’apparizione videoregistrata delle guest star della band come Tom Morello in “Metali!!” e gli Electric Callboy in “RATATATA” (nuovissimo singolo rilasciato il 23 maggio 2024 ) appare sempre incredibilmente sincronizzata con i movimenti delle BABYMETAL.
Il pubblico, in adorazione, apprezza ogni singolo dettaglio, in molti conoscevano i testi e le coreografie e ballavano insieme alle loro beniamine; una telecamera li riprendeva e li proiettava sullo schermo sul fondo del palco, causando grida di emozione ogni qualvolta un fan si riconosceva. Tutti saltavano a più non posso e cercavano di farsi inquadrare. Lanciano peluche sul palco che le ragazze si premurano di raccogliere sorridendo; tutto è un turbinare di bandana, magliette, bandiere, fasce.
Durante il brano “Monochrome” tratto dall’ultimo album, Su – Metal chiede alla folla di accendere le luci dei cellulari, cosa che fa sembrare il prato illuminato da un mare di lucciole, molto suggestivo anche quando viene proiettato sul palco; invece l’energia portata da “RATATATA” ha provocato il più alto livello di frenesia nel pogo notturno, creando un vortice di movimento percepibile anche da me che davo le spalle ai fan nel pit. “RATATATA” suona quasi come una mitragliata, mentre torri di fiamme si alzano in sincronia con la musica; io che sono ancora nel pit a distanza di sicurezza, avverto forte il calore del fuoco sulla pelle. Ci manca solo di fondere le macchine, dopo che sono sopravissute alle punk guerre dei mondi, penso comunque super divertita, perché questa traccia nasce per divertire e far saltare anche i sassi.
Fin dall’inizio, l’energia che possiede questa band è sorprendente da vedere, persino l’aria è diversa, più elettrica, più viva. Si muovono sul palco con grazia, ma dominandolo con facilità per tutto il concerto; tornando ancora una volta alle coreografie, ci vuole davvero tanto duro lavoro e dedizione per realizzare qualcosa del genere, notte dopo notte, con precisione militare. La voce di Su – Metal è una giustapposizione angelica contro i riff incisivi della Kami Band, è così bella! Questa ragazza brilla davvero facendo sembrare tutto facile e destreggiandosi tra canti e balli alla perfezione, adottando caratteristiche del Power, Speed, persino Death Metal.
Rimaniamo tutti decisamente male quando dopo la decima canzone le BABYMETAL salutano ed escono a passo di marcia; ci aspettavamo un ritorno, sembrava in tutto e per tutto la classica uscita fake, invece lo staff arriva davvero a smontare la strumentazione, mentre sullo schermo del palco vengono proiettate, come se fossero i titoli di coda di un film di fantascienza, le prossime date del loro World Tour.
I fan sono increduli, io fisso lo stage come un barbagianni la preda, ma nonostante alcuni minuti di attesa e cori che chiamano BABYMETAL a gran voce, non tornerà proprio nessuno.
In conclusione, a parte quest’uscita un tantino cruda, un concerto delle BABYMETAL è più di un semplice evento musicale: è un’esperienza. Una miscela unica di musica, performance e cultura che lascia gli spettatori in trepidante attesa della prossima opportunità di vederle dal vivo.
State molto attenti con i vostri sogni, perché corrono il rischio di avverarsi (L.Buscaglia).
Articolo e foto di Simona Isonni
Set list BABYMETAL Roma 25 giugno 2024
- BABYMETAL DEATH
- Distortion
- PA PA YA!!
- Megitsune
- BxMxC
- METALI!!
- Monochrome
- RATATATA
- Gimme Chocolate!!
- Road Of Resistance