Si riaccendono le luci sul palco del Seravezza Blues Festival 2024, dopo la serata di ieri dedicata al contest “Road to Seravezza Blues Festival” (il nostro report). Questa sera, 20 luglio 2024, segna il momento per il festival di portare il folto pubblico presente ancor di più nel mondo Blues, con cinque concerti, uno più particolare dell’altro.
Iniziamo la serata con Enzo Tropepe, un vero bluesman italiano, il chitarrista calabrese, fonde le sonorità del Blues con il Southern-Rock, creando ritmi e suoni che sembrano accompagnarci da una vita, ci delizia con tributi a Skip James e Blind Willie Johnson, ma ha anche un’altra particolarità, unisce questo processo melodico alla lingua italiana e al suo dialetto di origine.
Un azzardo? Direbbero i più. Forse, ma che ripaga l’ascoltatore con qualcosa di speciale ed unico, grazie anche ad un’inedito presentato proprio questa sera, che piace e fa capire il grande impegno che c’è dietro a questo sogno, che porta qualcosa di nuovo per il genere Blues.
Adesso è il turno dei Dinosauri del Blues, con la loro visione più classica del genere Blues e nelle sue sfumature e contaminazioni. Un ritorno alle origini di questa musica afroamericana. A loro piace definirsi una Jam Band itinerante, data la loro capacità di mutare la formazione nei concerti in cui si esibiscono, infatti questa sera presenti con loro sul palco anche la sezione fiati dei Viareggio Horns.
Questo ensemble da vita a un vero e proprio movimento di riscoperta di questo genere musicale. Nella loro performance possiamo apprezzare un suono maturo e ben dosato, che appassiona e coinvolge il pubblico fin dalle prime note.
Viriamo dal Blues classico della serata con Bob Jay Quintet, e come dicono loro, noi facciamo Blues però quell’altro Blues. Nel loro DNA musicale troviamo dinamiche che nascono nella sfera del Jazz e si destreggiano fra stile retrò a tinte swing Italiano.
Questo loro diverso approccio si sente, ma si addice molto al loro modo di fare musica. Grande capacità di improvvisazione, che dà vita ad una performance dove è difficile rimanere seduti sul grande prato di fronte al palco, bisogna alzarsi e iniziare a danzare, la loro performance spazia oltre il confine del Blues, come detto in precedenza e c’è tempo anche per un personale omaggio a Paolo Conte.
Sonorità calde ed intense sono invece quelle della Umberto Porcaro Band, il chitarrista siciliano riesce a fondere perfettamente il Blues con spruzzi di Soul e Jazz, questo crea l’iconico, ipnotico e sensuale Rhythm and Blues.
Una performance che rapisce e ti trasporta in un viaggio emotivo composto da continuo rincorrersi di note e di ritmi, di cui ormai non possiamo più fare a meno, con un panorama fatto da assoli di chitarra e organo Hammond, con una batteria in continuo crescendo.
Il mago del pianoforte Bob Malone e la sua energia prendono possesso del palco del Seravezza Blues Festival. Il virtuoso tastierista americano è un vero maestro nel mescolare generi, dando vità a sonorità uniche che fondono il Blues, al Rock, passando per il Pop, fino a giungere al Jazz.
Ogni brano del suo vastissimo repertorio, alza l’asticella della qualità ed è un ripercorrere la sua lunghissima carriera, fra brani originali e re-intepretazioni. Una performance unica nel suo genere, da vivere tutta d’un fiato, fra assoli, cambi di ritmo e il suo tocco distintivo alla pianoforte che colorano ogni brano, facendolo brillare di luce propria.
Un’esperienza travolgente e ricca di passione e talento ci accompagna fino alle ultime canzoni, questa fatte in solitaria davanti al suo inseparabile pianoforte. La serata si conclude con un chiaro messaggio ai detrattori di questo genere musicale: il Blues non è morto, anzi gode di ottima salute e qui al Seravezza Blues Festival lo sanno benissimo.
Articolo e foto di Simone Tofani