Quello che doveva accadere, è ormai accaduto. I CCCP sono tornati e, in un anno, hanno dato vita a una mostra antologica (la nostra recensione), due Gran Galà Punkettoni (la nostra recensione), tre concerti evento a Berlino, la messa in commercio di una registrazione live del 1983 (la nostra recensione) e, infine, 15 concerti da 29 canzoni in scaletta. Sinceramente, a una band che era scesa dal palco, con l’attuale formazione, nel 1989, non sapremmo cosa chiedere di più.
L’ultimo atto del tour del ritorno, al quale abbiamo partecipato, come d’altronde alla prima data di Bologna (il nostro live report), si è svolto a Mantova all’Esedra di Palazzo Te, sede della seconda parte del Mantova Summer Festival.
Da aggiungere non abbiamo molto rispetto al live report di Bologna, ma qualcosa rimane da dire e, alla fine di questa esperienza, la vorremmo comunque sottolineare.
Prima, però, alcune osservazioni su questo ultimo concerto di questo tour “In Fedeltà la linea c’è”. La band è apparsa stanca, pur se concentrata e con uno show che, di fatto, rispetto al via di Bologna (ma noi abbiamo assistito ad altre 4 date nel mezzo), è ormai molto rodato. I meccanismi di passaggio sono ben oliati; Ferretti ha modulato la voce e regalato, qua e là, delle piccole variazioni che faranno discutere, nei blog, per mesi.
La scelta di dire quello che c’era da dire solo nelle modifiche e nelle aggiunte ad alcuni testi storici, ha pagato. L’affaire Scanzi si era già concluso a Berlino, e non serviva perseverare. Per chi ha voluto intendere, dunque, i CCCP hanno detto cosa pensano del presente, delle guerre, delle discriminazioni e dei tempi che ci troviamo a vivere. Hanno fatto bene, ed era giusto non abdicare del tutto al loro ruolo di avanguardia, pur se, chiaramente, quello spirito e quello stile combattivo e graffiante di 40 anni fa non c’è più.
Ferretti, a Mantova, è apparso molto stanco. Ha cantato in modo eccelso; è andato fuori tempo quel giusto che ci vuole per un’esibizione live, e ha supplito a uno Zamboni che, palesemente, non era in grande forma fisica. Tuttavia, si è visto che questa band – e cioè i quattro CCCP, con i musicisti sul palco – è ben rodata, sa cosa fare, e sa come muoversi in scena. Che abbia senso proseguire non so dirlo. Il rischio di far sfiorire questo risveglio c’è, dato che già alcune date non hanno visto una risposta neppure lontanamente paragonabile con quanto è successo a Bologna, Milano, Roma e Melpignano.
“Emilia Paranoica”, con buona pace di Scanzi, ha trovato la sua quadratura del cerchio. Forse ci siamo, e dopo tante versioni qua e là sentite e registrate – nei dischi, e nei live -, ora il cerchio si chiude. Pertanto, più che suite, mi vien da dire che si tratta della “Kashmir” dei CCCP. Stessa cosa per “Maciste contro tutti”, che già è uno dei vertici della band, e che a Mantova è diventata davvero sontuosa e sublime, con un finale epico.
Insomma, i CCCP escono di scena con un tour vero, onesto, sincero, e che ha avuto grande rispetto della loro storia, del pubblico e, allo stesso tempo, di quello che i quattro hanno fatto in questi 30 anni di divisione.
Lo avevamo scritto dopo il primo show di Bologna, e lo ribadiamo ancora una volta. Questo, di fatto, è stato un vero tour dei CCCP, che hanno decantato attraverso i CSI, i PGR, i progetti da solisti, le variazioni e le modifiche, i sentieri interrotti, le affinità e le divergenze. Il tutto per diventare una somma dove le singole parti non possono però essere scisse e separate. Ai vertici di “Emilia Paranoica” e “Maciste contro tutti”, si aggiungono le sintesi perfette di “Annarella”, eseguita con voce e chitarra, e “Amandoti”, che saluta tutti, con la sola voce di Ferretti, e il suono di un violino.
Il futuro, dunque? Certezze non ce ne sono. A Settembre 2023 si camuffava, con falsa modestia, un percorso che era di fatto già tracciato, ma che serviva capire se era capace di prendere piede. Ora, invece, c’è un vero silenzio assordante. Forse arriverà il live di questo tour, forse no. Forse si proseguirà in inverno, ma è difficile, visto che Ferretti debutta a Vicenza il 18 ottobre con uno spettacolo tutto suo; Zamboni porterà avanti i suoi concerti, le sue letture e presentazioni, e i progetti legati al cinema.
Fatur e Annarella, ma al momento non è dato sapere, potrebbero riprendere in mano lavori e spettacoli che, qualche anno fa, erano abortiti. Nel caso di Fatur, spero che vada in porto la lavorazione del suo nuovo cd, dopo che il crowdfunding di qualche anno fa non era andato a buon fine. Già lo scrissi, consiglio a tutti di ascoltare “Strafatur”, e di recuperare il suo libro (la nostra recensione).
Una cosa però la vorrei sottolineare, in chiusura. Perché l’oggetto del desiderio, ora, si sposta sui CSI. Vero. Tuttavia, in questo specifico caso preferirei un album di inediti, in studio. Mentre per i CCCP c’era un qualcosa che era rimasto in sospeso, e che andava portato in luce. Detto in sintesi, il tour che si è appena concluso ha fatto vedere come questi quattro artisti siano gli ultimi rappresentanti di un mondo musicale che ancora si considerava capace di fare arte, di esprimere contenuti, e di farlo scuotendo anima e corpo. Poi, da quel momento in poi, e cioè dal 1989 a seguire, è cominciata un’altra storia. Chi sta pensando: Eh, ma i CSI? Vero, ma sono sempre loro, sotto nuove vesti. Se usciamo da quel contesto, altro non c’è stato, e il declino, inteso come un ripiegare su ambiti ristretti, underground e di piccole produzioni, è diventato inevitabile.
Il campo è stato così lasciato alla conquista del commerciale, a una musica che è solo ritmo, e non più parola attiva, né tanto meno arte, ne qualcosa di significante. I risultati sono lì da vedere, anche nei numeri. I CCCP hanno comunque ancora riempito, in vario modo, le piazze, in un’epoca dove l’esperienza live diventa sempre meno momento collettivo e condiviso. O manifestazione di sfarzo, per pochi, che vengono acquistati con l’espediente narrativo condensato nella parola magica reunion.
L’arte così ha ripiegato, ed è tornata in trincea, e la cellula non poteva che essere dormiente, come ha sempre detto Ferretti in questo anno. Allerta sto, risvegliato al presente.
Ci lasciano così, con un ultimo verso: Amami ancora / Fallo dolcemente / Solo per un’ora /Perdutamente Dato che nulla, per i CCCP, viene lasciato al caso, credo che in quelle parole, alla fine, ci sia il senso di quello che abbiamo vissuto nel corso di questo anno.
Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana
Set list CCCP Mantova 29 Agosto 2024
- Depressione caspica
- Rozzemilia
- Tu menti
- Per me lo so
- Morire
- Stati d’agitazione
- Libera me domine
- Madre
- Maciste contro tutti
- Conviene
- OH! Battagliero
- Valium Favor Serenase
- Radio Kabul
- Punk Islam
- Reclame
- And the radio plays
- Guerra e pace
- CCCP
- Curami
- Emilia paranoica
- Bang bang (My Baby Shot Me Down)
- Spara Juri
- Vota fatur
- Annarella
- Allarme
- Kebabträume
- Amandoti