Al Circus Rock Club, uno dei templi della musica live fiorentina, l’11 gennaio arrivano i Claudio Simonetti’s Goblin, gruppo che tramanda una doppia leggenda. La prima è la tradizione delle colonne sonore che nel nostro paese ha trovato, oltre a Morricone, dei validissimi interpreti. I Goblin hanno infatti composto diverse rinomatissime musiche per i capolavori horror di Dario Argento, e non solo di questo regista. La seconda, analogamente importante, è legata alla storia del Prog italiano e internazionale di cui Simonetti da quasi cinquant’anni sta dimostrando di essere uno degli esponenti fondamentali.
Non faccio una cronistoria dei Goblin dagli anni ’70 a oggi, dei ventidue album che rappresentano la fulgida carriera di un ensemble che ha cambiato molti volti negli anni; Simonetti con la sua attuale band attiva dal 2014, ne identifica una vivida testimonianza.
La data di Firenze è la prima per il gruppo nel 2024 dopo l’acclamato tour dello scorso anno in Nord America, che ha confermato la fama del gruppo anche oltreoceano.
Il Circus Rock Club ha una dimensione raccolta e un plauso è dovuto al personale nell’organizzare uno show di questo livello; la serata è ovviamente sold-out, il pubblico ha in prevalenza un’età matura, anche se non mancano estimatori più giovani. Le dimensioni del locale ottimizzano l’acustica che suona nitida e la vicinanza al palco crea una sorta di simbiosi tra la band e il pubblico.
Ogni volta che inizia uno show di tale livello veniamo sommersi da una miriade di suggestioni. La musica di qualità non invecchia e stasera Simonetti e i suoi Goblin ce ne danno un saggio: gruppo ben amalgamato che oltre al talento di Claudio ci regala uno spettacolo bellissimo dove i musicisti coadiuvano egregiamente tutte le estrosità di un tastierista geniale.
Il concerto inizia con ritardo per la lunga fila per entrare, e quando finalmente alle 22,20 la band si presenta on stage, veniamo ripagati dell’attesa. Sul retropalco scorrono le immagini dei film da cui sono tratte le colonne sonore eseguite, utili a creare ancora più suspense. Simonetti inizia subito a disegnare musica con le sue tastiere. Talvolta, la potenza richiama spunti metal per il suo incedere tenebroso.
Tutto ciò viene avvalorato da una ritmica incredibile, dove spicca la vulcanica Cecilia Nappo con il suo Rickenbacker, sempre ben coadiuvata dalla batteria di Federico Maragoni che pesta davvero duro. In grande evidenza il chitarrista Daniele Amador, altro virtuoso dello strumento, bravissimo a sottolineare le melodie con assoli emozionanti.
L’inizio propone il tiratissimo tema di “Cut and Run”, tratto dal film “Inferno in diretta” di Ruggero Deodato del 1985. Si passa poi alle cadenze elettroniche fuse a un raffinato Prog di “Brian Zero One”, brano composto proprio dalla band attuale, per poi arrivare alla cavalcata di “Demoni”, che rappresenta al meglio questa sorta di Rock tecnologico, fondendo egregiamente il dinamismo delle tastiere con un ritmo quasi tribale e un tocco dance. L’energia de “Il Cartaio” è seguita da “E suono rock”, dall’album capolavoro “Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark”, che conclude questa tranche d’apertura dello show.
Simonetti prende quindi la parola per la prima volta per ringraziare il pubblico e gli organizzatori, e salutare un collega e amico che si confonde tra la platea, ovvero il grande Ghigo Renzulli dei Litfiba.
Il Maestro si dichiara molto soddisfatto di esibirsi in questo storico locale e riprendere il suo nuovo tour partendo proprio da Firenze. Simonetti dialoga e scherza spesso e volentieri con i fan dimostrando tutta la sua esperienza e padronanza sul palco.
Lo show prosegue con una sorta di trittico dedicato al regista George Romero, “L’alba dei morti viventi”, “Zombi” e la ciclopica “Zaratozom”, accompagnato dalle impressionanti immagini tratte dai film.
Simonetti introduce “Opera”, contraddistinta da una cadenza inaspettatamente delicata. D’altra parte, ribadisce Simonetti, non sta scritto da nessuna parte che una musica da film horror non possa essere anche suadente.
Dopo questo pezzo, il tastierista prende di nuovo la parola e racconta una bella storia, quella di “Gamma”. Un filo di nostalgia pervade la sala quando viene citato l’autore del brano, il famoso e compianto direttore d’orchestra Enrico Simonetti, padre di Claudio. Una vicenda curiosa perché, come racconta l’artista, “Gamma” scalzò dalla vetta della mitica hit parade di Lelio Luttazzi proprio “Profondo Rosso” che aveva battuto con le sue quindici settimane di primato nelle classifiche persino “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni.
Un simpatico siparietto si crea quando Simonetti tenta di far cantare alcuni versi del brano di Baglioni al batterista Maragoni. “Gamma” è una melodia intrisa di pathos, dove gli effetti del sax vengono ricreati dal synth in modo perfetto. Un caloroso applauso accoglie, a conclusione del motivo, la presentazione degli altri membri della band.
Il tempo di riprendere fiato e la musica riparte, pescando nel repertorio ricco e articolato del gruppo. Dal film di Dario Argento “Non ho sonno” vengono eseguiti il brano omonimo “Non ho sonno”, “Aquaman” e “Death Farm”. Il clima è caldissimo, il pubblico è coinvolto e le ovazioni alla fine dei brani sono scroscianti.
È il momento migliore per proporre due pezzi di impatto. Si tratta dei remake di due fra le più celebri composizioni del cinema horror, rispettivamente “Halloween” tratto dalla celebre serie del regista John Carpenter e il tema de “L’esorcista” con le famose campane tubolari del musicista britannico Mike Oldfield, a cui i Goblin si sono ispirati nei loro esordi. Superlativa ancora la Nappo e splendidi gli assoli di chitarra di Amador.
Il pubblico si dimostra preparatissimo quando Simonetti invita a intonare il tema introduttivo di “Suspiria” mentre lui stesso riprende le immagini con il cellulare prima che la band si scateni nella potenza tribale del brano. Questo pezzo, così come il successivo “Markos”, viene proposto nella versione prog rock pubblicata nel 2022 per celebrare i quarantacinque anni della colonna sonora.
Are you ready to dance? incalza Simonetti accennando il motivo di “Gioca Jouer”, disco dance da lui composto per Claudio Cecchetto. È importante anche questa, dice l’artista, ed è un gran bel messaggio che ribadisce che la musica ha un valore universale, non codificabile attraverso un genere. Il brano seguente “Tenebre” è infatti una miscellanea di Prog, Elettronica e Dance che vede il pubblico muoversi a ritmo. La musica scorre veemente mentre le immagini sullo schermo, qualora non lo fossero state prima, si fanno ancora più inquietanti e truculente.
Passando per la magistrale esecuzione del Maestro in “Phenomena”, si arriva all’atteso momento di “Profondo Rosso”. La band, pur citando il motivo in numerose occasioni, non lo ha ancora proposto riservandolo per il gran finale. Anche il viaggio più lungo inizia con il primo passo e questo fu l’incipit di una storia bellissima. Impossibile dimenticare quelle note profonde e ipnotiche e la band è perfetta con una performance possente e senza sbavature, che fortifica anche a distanza di anni quelle magiche sensazioni.
Si chiude qua nel tripudio generale…anzi no, c’è ancora spazio per due perle nell’encore della band. Arrivano la colonna sonora di “La terza madre” e la definitiva chiusura con la ripresa di “Demoni”. Sale ancora il volume, il basso è un martello mentre la batteria aumenta sempre più i giri e Simonetti dà ennesima prova del suo talento.
È l’epilogo della serata con la meritata standing ovation di uno show che vorremmo non finisse mai. Mezzanotte e trenta, due ore e dieci di concerto che sono volate grazie al dinamismo incredibile della band. L’ensemble non si è mai risparmiato, poche le pause e tanta musica. Gli artisti, gentilissimi, non si sottraggono all’abbraccio dei fan, dispensando autografi e concedendosi a foto.
Esco dal Circus emozionato e orgoglioso di esserci stato.
Articolo di Carlo Giorgetti, foto di Francesca Cecconi
Set list Claudio Simonetti’s Goblin 11 gennaio 2024 Firenze
- Cut and Run
- Brain Zero One
- Demoni
- Il Cartaio
- E suono rock
- L’alba dei morti viventi
- Zombi
- Zaratozom
- Opera
- Gamma
- Aquaman
- Non ho sonno
- Death Farm
- Halloween
- Tema da “Tubular Bells”
- Suspiria (Mater Suspiriorum)
- Markos
- Tenebre
- Phenomena
- Intro “Profondo Rosso”
- Profondo Rosso
- La Terza Madre (Mater Lacrimarum)
- Demoni (reprise)