Bologna, 19 ottobre. Il mio primo incontro con i Deadletter è fuori dal Covo Club. Sotto il diluvio che vessa Bologna da giorni, il furgoncino nero targato UK blocca l’ingresso al locale. Un ragazzo alto – il chitarrista – con impermeabile gestisce le manovre, mi saluta e come due umarell rimaniamo sotto la pioggia a guardare il furgone parcheggiare. Come se non fossimo fradici fino all’osso.
Finalmente riesco a entrare con la mia tesserina del Covo Hovoc tra le dita che ormai molle d’acqua disegnava una U, appena in tempo per le ĠENN. Band tutta al femminile post punk direttamente da quella fucina di gruppi indie rock e punk inglesi che è Brighton. Abbiamo re4censito il loro ultimo album “Unum” (la nostra recensione).
Le sonorità psichedeliche e noise unite ai vocalizzi di Leona Farrugia sono ipnotiche. Leona sembra uscita da Flashdance e si scatena sul palco, giù dal palco, in terra, sulle casse in contrasto alle altre musiciste che sembrano completamente assorbite dai ritmi psyc della loro musica.
Questo, aggiunto al fatto che la cantante ha una meravigliosa e potente voce metal, mi dà l’impressione di essere po’ scollata dalle sonorità del gruppo ma nel complesso offrono un gran bello spettacolo.
Dietro di me una coppia piemontese mi racconta che sono venuti apposta per i Deadletter, e mi rendo conto che il pubblico è una fan base estremamente solida. Sono tutti in trepidazione, ma il gruppo non si fa attendere molto. I sei elementi salgono a montare il palco e senza troppi fronzoli come avessero timbrato il cartellino iniziano a suonare.
Un po’ come se il loro unico obiettivo fosse portare a casa il live e un po’ con la strafottenza britannica del ti sto facendo un favore. Il cantante Zac Lawrence è sempre in movimento. Gioca molto su somiglianze a Mick Jagger, anche se in Italia sarebbe sicuramente considerato l’erede del re delle molle Adriano Celentano, di cui sembra aver copiato pare pare le movenze.
Le influenze dei Talkin Heads sono chiare e permeano tutta la loro produzione post punk; sicuramente la voce profonda di Zac ricorda quella di David Byrne, ma si ritrovano anche nei ritmi divertenti e scanzonati dei brani meno cupi e nei suoni squillanti. Il risultato? Una scaletta assolutamente mai banale ed estremamente coerente dai cambi ritmici onnipresenti.
L’impressione è di aver assistito a uno spettacolo intimo con una band da grande palco (Deadletter ha aperto a band del calibro di Viagra Boys e Placebo); di fatto ho avvertito una certa freddezza, nonostante Zac fosse sempre in mezzo al pubblico, come se fossero settati per contesti più ampi e distaccati.
Forse ho avuto la fortuna di averli visti da vicino in una delle ultime venue underground, appena in tempo. Quel che è certo è che, per due ore, Bologna è stata distratta dal disastro.
Articolo e foto di Linda Lolli
Set list Deadletter Bologna 19 ottobre 2024
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