Fa davvero un certo effetto pensare che sono passati 30 anni. Cisco, Alberto Cotica e Giovanni Rubbiani (con Massimo Giuntini, in aggiunta, per questo tour) li avevo visti nel 1994. Ai Modena City Ramblers ero arrivato grazie a una compilation uscita con la rivista “Tutto”, album che presentava le novità musicali degli anni ’90. Poi, all’improvviso, sono passati 30 anni, e il 29 settembre a Lavis (TN), in una struttura meravigliosa all’aperto, con un clima ormai autunnale, me li sono ritrovati davanti, appena finite le prove. Mi avvicinino, e li saluto come fossero vecchi amici. Autografi sugli album che ho con me, e mi siedo ad aspettare. E penso. Cavolo, 30 anni… Non ci credo. Non possono essere passati, e se così fosse hanno ragione a chiamarsi, scherzosamente, Dinosauri. Estinti, non si sono estinti, ma di certo stanno viaggiando su frequenze diverse da quelle di un tempo.
Questa musica, la loro, e cioè il generico Combat Folk, ha perso? Chi lo sa… Forse hanno ragione loro quando, nella canzone “Figurine”, uscita nell’album “Dinosauri”, proposta anche a Trento, come terzo brano della serata, ci fanno l’elenco di tutto quello che anche noi, in questi anni, abbiamo messo via nell’album di queste figurine. Una lunga lista, ben più lunga, purtroppo, di quella che cantavano, negli anni ’80, i CCCP: Intanto Paolo vi non c’è più / è morto Berlinguer / qualcuno ha l’Aids / qualcuno il pre / qualcuno il post senza essere mai stato niente. Ed è una morte un po’ peggiore, citando il Maestrone…
Però, ve lo dico subito, non scrivo questo pezzo per nostalgia. Anzi. E nel finale, credetemi, ci sarà molta speranza. In primis perché Cisco è un vero trascinatore. Il pubblico della “Prima” di questo nuovo tour, un giro di concerti che arriva dopo un maxi tour che ha visto Cisco impegnato con la Bandabardò, non è numeroso. Sarà il clima autunnale, sarà che il Trentino di oggi, forse, è lontano da certi temi, sarà che è fine estate, sarà quel che sarà, ma di fatto anche gli stessi organizzatori restano un poco delusi. Di certo non il pubblico, e tanto meno i musicisti sul palco.
Cisco, ripeto, trascina subito i presenti, che rispondono senza farsi pregare o attendere. Alcuni scendono subito dagli spalti, e si piazzano davanti. Altri ballano. Poi, alla fine, quando con un semplice gesto, Cisco chiama le persone davanti al palco, ci si ritrova tutti insieme a danzare sui grandi classici, da “Bella Ciao”, a una splendida versione de “I 100 passi”, brano che Cisco esegue solo con tamburo e voce. Momento davvero molto intenso, bello, caldo, vero.
La seconda sensazione, infatti, è quella di essere in famiglia. Di stare insieme a musicisti che si conoscono da tempo, e che propongono canzoni che, alla fine, in questi 30 anni, se si è cercata una tradizione che andasse oltre il cantautorato classico, sono diventate classici veri. Il dosaggio è giusto, e fatto con sapienza. Si parte con un brano del primo album dei MCR (in realtà, per i puristi, il secondo), “Riportando tutto a casa”, poi si va nell’album marchiato “Dinosauri”, poi si sfocia nei lavori da solista di Cisco, senza troppe scorribande, e anche in questo il cantautore si dimostra molto generoso, data l’ampia produzione di questi decenni. Regala una bellissima versione – come nel disco – di un grande classico di Bruce Springsteen, “Il fantasma di Tom Joad”, traduzione che ha proposto nel suo ultimo lavoro in solitario.
C’è spazio per la nuova “Combat Folk”, questa volta è il titolo della canzone che abbiamo scritto perché questo tour, che si chiama così, vuole essere un omaggio alla nostra storia, a questo genere, a quello che ci rappresenta. Cisco dirà, dopo averla suonata per la prima volta live, che è la cosa migliore che abbiamo fatto questa sera. Non concordo. Pur se qualche inevitabile sbavatura c’è stata, è pur sempre una “Prima”, ed è comunque un live di musicisti che, per anni, hanno suonato insieme. Si conoscono, sanno come muoversi, come stare fra di loro sul palco, e come proporre la loro musica. Quindi, anche in questo caso, Cisco si dimostra fin troppo modesto.
Poi arriva la seconda parte, quella dei Dinosauri, e cioè un concerto dei Modena City Ramblers d’annata. Per chi, come il sottoscritto, era al Sisten Irish Pub di Novellara (RE) nelle due sere di registrazioni di quel magico live, è un tuffo al cuore. “Terra e libertà” resta un album generazionale, che ha fatto la differenza. Lo omaggiano con tre pezzi da 90: “Remedios la bella”, che funzione molto bene in questa versione, e con “100 anni di solitudine”, che però non gira benissimo. Tutti sanno che è un pezzo rock, ma qui diventa troppo acustico. Forse merita una revisione. Ultimo pezzo, “Transamerika”, che è perfetta. Il finale pesca in “Grande famiglia”, album sottovalutato oggi, forse perché poco maturo, ancora da affinare in botte, ma che conteneva un potenziale alcolico, e quindi esplosivo, magnifico.
La scelta, però, cade sui brani leggeri, lasciando fuori le bombe. Forse, chissà, le figurine i nostri Dinosauri le hanno riguardate e, partendo per questo tour, hanno deciso di lasciarne alcune nell’album. Alla fine, tornando a casa, ci ripenso. Hanno fatto bene. Non è più il tempo… Torneranno qui tempi, e la speranza è che ci siano ancora i Dinosauri. Anche se la vera sfida è capire chi, oggi, può occupare quello spazio, che loro avevano saputo conquistarsi.
La speranza finale sapete dov’è? Il fatto cioè che ha reso magico davvero questo concerto, e che credo che anche ai Dinosauri sul palco non sia sfuggito. In primis che queste canzoni sono nel dna di molti e di molte; poi che questi brani sanno far ballare e coinvolgere. E, infine, la vera speranza vista a questo concerto, è che molti genitori avevano portato figli e figlie, piccoli e piccole. A un certo punto, mano nella mano dei loro genitori, che senza dubbio, anni fa, hanno cantato questi brani, li hanno gridati, oltre ad averci creduto, partono a ballare. Tutti insieme. Un’unica danza. Mi chiedono scusa perché mi portano via la visuale. Li guardo, sorrido, e non solo dico di continuare a ballare con i loro figli e con le loro figlie, ma mi alzo anche io. Per farlo con loro.
La forza di questa musica, dunque, è ancora generativa; è rimasta intatta. Questa è la nota positiva. Quindi, i Dinosauri non sono affatto estinti, ma sono ancora in giro, e in ottima forma. Andate a sentirli, il tour è appena partito.
Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana
Set list Dinosauri 29 settembre 2023 Lavis (Tn)
- Tant par tacher
- Cosa conta
- Figurine
- Baci e abbracci
- Riportando tutto a casa
- Il fantasma di Tom Joad
- Notturno Camden Lock
- Combat Folk
- Onda Granda
- Ebano
- Remedios la bella
- 100 anni di solitudine
- Transamerika
- Canzone dalla fine del mondo
- La strada
- Clan Banlieue
- I cento passi
- Bella ciao
- In un giorno di pioggia
- Ninnananna