Il 26 aprile il Giardino 2.0 di Lugagnano di Sona (VR) ha ospitato una tappa della seconda edizione di Electric Guitarlands, evento che ha portato la magia della chitarra elettrica sul palco regalando una serata di pura energia e talento. Quattro virtuosi chitarristi, Florian Opahle, Angel Vivaldi, Nick Johnston e Rowan Robertson hanno incantato il pubblico con le loro straordinarie performance. Accompagnati da Roberto Pirami alla batteria e Francesco Caporaletti al basso, gli artisti hanno creato un’atmosfera elettrizzante attraverso brani originali e successi indimenticabili.
Ad aprire le danze ecco Rowan Robertson, chitarrista inglese che con i suoi riff potenti ma melodici ha guidato il pubblico in un viaggio attraverso la sua lunghissima carriera iniziata quando, a soli 17 anni, viene reclutato da Ronnie James Dio in sostituzione di Craig Goldy.
Dopo questo viaggio nel passato con Rowan Robertson è il momento Angel Vivaldi: il chitarrista americano ha trasportato immediatamente il pubblico in un’altra dimensione attraverso la ricercatezza dei suoi suoni prog futuristici. Angel nel 2014 è stato votato come “terzo moglior chitarrista” da Prog Sphere e ascoltandolo si capisce il motivo.
Il terzo artista a salire sul palco è Nick Johnston, chitarrista e compositore canadese, maestro del fusion. In passato Nick ha dichiarato di aver trovato grande ispirazione in Joe Satriani, aspetto confermato senza alcun dubbio dalla performance della serata in cui il suo stile contemporaneo è rimasto sospeso tra tecnica, potenza e melodia.
Per la quarta e ultima tappa di questo viaggio si è arrivati in Germania. Ecco Florian Opahle, chitarrista bavarese, conosciuto principalmente per la sua militanza nei Jethro Tull. Ha dimostrato di essere un vero performer da palcoscenico coinvolgendo il pubblico in un tuor di sonorità inesplorate e canzoni che sono pietre miliari come “Aqualung” e “Sunshine of Your Love”.
E poi, alla fine, è successo quel che tutti speravano: gli artisti si sono esibiti insieme sulle note di “Rockin’ in the Free World” di Neil Young, attraverso una serie di assoli con cui sono riusciti a comporre un dialogo musicale di enorme maestria.
A conclusione del concerto i quattro chitarristi hanno offerto al pubblico un ultimo regalo; come spesso accade nello spirito del Giardino 2.0 sono scesi tra il pubblico per una chiacchiera o una foto in semplicità
Articolo e foto di Michele Arduini