Eric Andersen, uno dei grandi cantautori americani del Novecento, una carriera che abbraccia oltre sei decenni e collaborazioni con leggende come Bob Dylan, Joni Mitchell, Patti Smith, Rick Danko e Lou Reed, è tornato in Italia per un tour imperdibile che il 4 ottobre ha fatto la sua prima tappa a Firenze sul palco del Circolo Il Progresso. Ad accompagnarlo in questo tour è il chitarrista Steve Addabbo, noto produttore dei maggiori successi di Suzanne Vega e delle “Bootleg Series” di Dylan.
Sala piena in ogni suo spazio e luci soffuse sono la giusta atmosfera per accogliere l’artista, ed Eric Andersen e Steve Addabbo hanno regala al pubblico un concerto carico di emozioni e nostalgia. Fin dalle prime note, Andersen dimostra perché è considerato uno dei maestri del songwriting americano.
Una voce potente e carica di sentimento, risuona nella sala, trasportando gli spettatori in un viaggio attraverso decenni di storia musicale, fatto di pietre miliari del lungo percorso dell’artista, sapientemente arricchite dalle sfumature e dalle sonorità che solo le corde pizzicate da Addabbo riescono a produrre. Andersen non si risparmia un secondo, passando dalla chitarra alle tastiere e all’armonica a bocca. Quasi due ore di concerto fra intime ballate folk e qualche piccolo aneddoto, come quello in cui un bicchiere di amaro l’abbia salvato dalla cena un po’ pesante a base di pasta alle vongole.
Il pubblico riesce a godersi a pieno un’esperienza unica nel suo genere, brani che grazie alla loro timbriche ci riportano a un’epoca passata, ma ancora vivida nei nostri ricordi, oltre ad avere il privilegio di ascoltare in anteprima alcuni dei pezzi del nuovo album in uscita il prossimo febbraio, prodotto con lo stesso Steve Addabbo, che rendono ancora più evidente non solo il grande passato dell’artista, ma anche la continua cura e passione che mettere in ogni singola nota prodotta.
La performance di due grandi artisti come loro, non lascia certo il pubblico impassibile. Crea un legame che raggiunge il cuore di chi li ascolta, lasciando ricordi inamovibili al suo interno.
Al costo di essere ripetitivi, qui non siamo di fronte a un semplice concerto, ma a un omaggio al grande percorso artistico di Eric Andersen, intrecciato con quello di Steve Addabbo, che nonostante il non voler essere mainstream lo porta a essere uno dei capisaldi del cantautorato americano. Due artisti che hanno saputo e continuano a ispirare generazioni di musicisti, oltre a emozionare l’ascoltatore a ogni loro performance.
Articolo e foto di Simone Tofani