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Federico Poggipollini and The Crumars live Roma

Un viaggio musicale fra inediti e cover nell’universo dell’artista bolognese

Sono quasi le 22:00 al Kill Joy di Roma il 10 aprile, prima data del nuovo tour di Federico Poggipollini e dei suoi The Crumars. Ci siamo, si spegne la musica di sottofondo ed ecco salire sul palco l’artista bolognese e la sua band, ossia Ivano Zanotti alla batteria e Alberto Linari alle tastiere. Pronti? Perché qui si parte subito senza riscaldamento con “Solo per un giorno”, ma aspettate un attimo, solo un attimo giuro; dobbiamo chiarire una cosa prima di andare avanti perché, per raccontarvi questo concerto, è importante che capiate che Capitan Fede non è solo un musicista è uno che la musica la vive, la ascolta e quindi stasera, faremo un vero e proprio viaggio anche negli artisti che lui ritiene importanti. Bene, ora possiamo davvero continuare.

Signore è stata una svista / Abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista può bastare quest’incipit per farvi capire qual è il secondo brano della serata? Se la risposta è un NO, vi aiuto, dicendovi che è un omaggio a Ivan Graziani, ora però promettetemi di andare a fare i compiti a casa. Si prosegue con un altro grande omaggio chitarristico con “Behind The Veil” di Jeff Beck, insomma roba di una certa classe.

No, non passerò tutto il tempo a scrivere l’articolo elencando solo la set list del concerto! Eh, no perché io vi devo, anzi vi voglio parlare di questi musicisti, altrimenti che ci vado a fare ai concerti? Partiamo da Ivano Zanotti che, sia come irruenza sulle pelli che, come presenza, mi ha fatto venire in mente il leggendario Bonzo, ma volete sapere qual è la cosa veramente più figa di Zanotti? Vederlo suonare Rock con l’impugnatura traditional sulle bacchette. Bestiale!

Proseguiamo con il maestro Alberto Linari che si occupa non solo delle parti di tastiera, ma anche di creare le linee di basso e il bello è che fa tutto questo con una nonchalance tale da sembrarti pure facile. Insomma, i The Crumars sono dei musicisti fuoriclasse.

Ok però a questo punto parliamo di Federico Poggipollini. Vabbè direte voi, lo conosciamo, l’abbiamo visto suonare tante volte anche in tv… Sì, ma l’avete mai visto suonare Albert King? Cioè l’avete mai visto quando dalla sua sei corde tira fuori dei suoni che dannatamente trasudano Rock ed allo stesso tempo profumano di Delta del Mississipi? Una meraviglia per le orecchie, ma anche per gli occhi perché, di presenza scenica ne ha da vendere, Federico di palchi nella tua lunga carriera ne ha visti un bel po’ e si vede, ed infatti magistralmente, incolla il pubblico con gli occhi sul palco.

Il pubblico. Ecco, a volte lo citi, ma poi spesso uno scrivendo non lo approfondisce mai più di tanto. Che ci vuoi fare, tutti guardano chi è sul palco però, diciamocelo francamente, uno spettacolo riesce da come l’artista ed il pubblico flirtano. E allora, vogliamo parlare un po’ di questo numeroso pubblico del Kill Joy? C’è chi canta e c’è chi non stacca gli occhi dalla chitarra di Poggipollini, dai ammettilo che sei un chitarrista e ti stai chiedendo come riesca a suonare così bene, c’è chi al bancone beve una birra e magari butta un occhio feticistico alla strumentazione e poi, ci sono le facce che hai già visto in altri concerti, quelli che non hanno bisogno di scuse per stare sotto un palco, che vivono la musica come una religione e allora, che il Dio del Rock vi benedica.

Arriva anche un particolare intermezzo intimo, senza Zanotti, dove rimangono sul palco Poggipollini e Linari. Ecco diciamo un momento dalle tinte quasi acustiche, dove prendi le canzoni le spogli e le condividi con chi ti ascolta. Federico canta con molto trasporto le sue canzoni, ma la cosa bella è che lo fa anche con le cover, che passano da “I’m on Fire” di Bruce Springsteen a Enzo Carella con la bellissima “Malamore” fino a “Heroes” di David Bowie riuscendo a farle diventare in qualche modo dannatamente sue.

Sono quasi passate due ore. Federico presenta i suoi The Crumars e già immagino la scena: ora scenderanno dal palco, la gente inizierà a chiedere a gran voce il bis e loro risaliranno per fare qualche canzone. Dai lo sapete anche voi che funziona così, si è vero ci piace l’idea che ogni volta sia un fuori programma, però stasera no, non funziona proprio così. Nessuno scende. Ne volete un’altra o siete stanchi di ascoltarci? chiede con il suo accento bolognese. Secondo voi il pubblico che gli potrà mai rispondere? Indovinato.

Si riparte con “Bologna e Piove” dove la gente canta e dove addirittura, qualcuno, si siede a terra sotto il palco. Ci vuole una sigla finale dice Poggipollini e parte il giro di basso di “Psycho Killer” dei Talking Heads, una sigla di gusto, inaspettata e stavolta, alla fine del brano, il concerto si chiude davvero. Direi che dopo due ore di musica a questo livello c’è solo che da essere soddisfatti.

Scendono dal palco. Immagino una voce di un megafono intimargli: Arrendetevi siete circondati vista la quantità di gente che gli va incontro. Loro accolgono tutti sorridendo fra abbracci, selfie e autografi. Che bella scena. Sono stanchi e sudati eppure stanno lì in mezzo al loro pubblico, signori, anche questo è molto Rock e vi possiamo assicurare che il Rock, Federico Poggipollini e i The Crumars, sanno davvero come suonarlo.

Articolo e foto Daniele Bianchini

Set list Federico Poggipolini and The Crumars Roma 10 aprile 2025

  1. Solo per un giorno
  2. Il Chitarrista
  3. Behind the Veil
  4. Fantasma
  5. This is not America
  6. Cancellando ogni distanza
  7. Per le strade di New York
  8. Berlino
  9. Born Under a Bad Sign
  10. Malamore
  11. Voglio il Paradiso – Due -Taxi Viola
  12. A Day in a Life
  13. I’m Going Down
  14. I’m On Fire
  15. Religione
  16. Tainted Love
  17. Indelebile
  18. Heroes
  19. Bologna e Piove
  20. Psycho Killer
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