Dopo lunga attesa, Fink, nome d’arte del cantautore britannico e virtuoso della chitarra Fin Greenall, è tornato in Italia per un tour di sette date in acustico. Lo incontriamo nella penultima data, il 18 aprile a Prato, nel bellissimo spazio rinnovato per eventi Il Garibaldi Il suo ultimo album “IIUII” è la personale reinvenzione del classico best of, Fink ha ri-registrato pezzi scritti nei dieci anni tra il 2006 e il 2016, l’arco di tempo che va da quando me ne stavo in camera mia all’uscita della prima hit, i palchi dei grandi festival con produzioni importanti e tutto il resto.
Nel 2019, dopo tre anni di tour intensi insieme alla band, Fink ha deciso di andare in tour solista in acustico per tornare alla semplicità degli esordi, e oltre all’ album che rispecchiasse questo approccio, anche questo modo di fare live gli è sembrato il modo migliore per raccontare la sua storia. Il concerto al quale assistiamo però vedrà non solo brani da questo album, Fink pescherà anche da altri lavori che non hanno, perlomeno ancora, visto ri-arrangiamenti su disco.
La sala della venue è quasi colma, il pubblico è misto per età, cosa che per fortuna si rileva sempre più frequentemente ai concerti di qualità. Apre la serata il giovanissimo chitarrista neozelandese Finnegan Tui. Un lungo set acustico, da solo sul palco, emozionatissimo, è la sua seconda data con Fink e sui circuiti internazionali. L’emoziona però non lo ferma, e nonostante qualche piccola esitazione nell’attacco dei pezzi, scalda il pubblico come meglio non si poteva fare, rilasciando ottima musica, una bellissima performance e capacità di entrare in contatto con il pubblico nonostante l’inesperienza. Applauditissimo, e giustamente.
Il cambio di palco è velocissimo, basta togliere le due chitarre di Tui, la strumentazione è già disposta: tre chitarre acustiche per Fink, due chitarre e un violino elettrici per Tomer Moked. Spendiamo subito due parole per l’accompagnatore, al quale viene data la stessa posizione del protagonista, invece di essere relegato in secondo piano. Scelta rispettosa, per un musicista apparentemente molto timido, dal tocco delicato, davvero raffinato; i suoi interventi sono sì di accompagnamento, ma in verità fatto da vera e propria quinta al lavoro del protagonista, riempiendo il suono con gusto senza sovrastare i suoi fraseggi.
Fink è rilassato, sorridente, scherzoso, parla con il pubblico come fosse un dialogo tra amici, complice anche l’atmosfera in sala e la sala raccolta e quieta, il silenzio religioso dell’ascolto è interrotto soltanto dagli applausi lunghi e calorosi alla fine di ogni brano. Spende bellissime parole per Tui, dicendosi imbarazzato a suonare dopo un tale virtuoso. Ci presenta una delle sue chitarre, che ci racconta essere sempre lei da sempre, quando ragazzino la prese in prestito dal liutaio che doveva riparare l’unica che allora possedeva; non gliel’ha mai restituita!
Il concerto scorre via in uno spazio senza tempo, non ci rendiamo neanche conto dell’orario tardo, troppo rapiti dalla magia delle sei corde di Fink. Mi imbarazza quasi fotografarlo, devo muovermi come la pantera rosa per non infrangere il silenzio religioso in sala, per poi decidere di sprofondare anch’io in poltrona, riporre la macchina e godermi l’esperienza musicale preziosa. Somma totale: due ore di splendida musica, fatta da tre musicisti che utilizzano la loro virtuosità in modo semplice, non sfrontato ed esibizionista, ma al servizio dell’esperienza musicale degli ascoltatori. C’è anima e cuore, non vanità.
Neo della serata, se vogliamo trovarne uno: la mancanza di un’area merch; sempre più spesso scopriamo ottimi artisti, soprattutto quelli meno sconosciuti in apertura, dei quali vorremmo subito portarci a casa qualche registrazione, magari autografata a fine concerto. A volte si trovano anche edizioni speciali, vinili in tiratura limitata, eccetera. Peccato, pure io mi sarei portata via diverse cose …
Articolo e foto di Francesca Cecconi
Set list Fink Prato 12 aprile 2023
- We watch the stars
- Pilgrim
- Cracks appear
- Sort of revolution
- Looking too closely
- Yesterday Was Hard On All Of Us
- Warm shadow
- Walking in the sun
- Maker
- This is the thing
- Wheels