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Gianni Maroccolo e Telmo Pievani live Trento

Spettacolo che rinnova il sodalizio fra musica colta e divulgazione scientifica

“Nomadic”, il nuovo progetto di musica e scienza di Gianni Maroccolo e Telmo Pievani, andato in scena a Trento il 15 novembre, si conferma anche dal vivo uno degli spettacoli più interessanti di questo 2024. Lo avevamo scritto nella recensione del doppio live uscita in cd (la nostra recensione), e lo confermiamo una volta assistito alle 2 ore, fitte, intense, ricche, feconde e immersive, di questo spettacolo ibrido che, sulla scia del progetto Deproducers (la nostra recensione), rinnova il sodalizio fra musica colta e divulgazione scientifica. Con un quid in più, questa volta.

Se il progetto Deproducers divulgava e si atteneva, facendo questo lavoro, alle regole, in “Nomadic” si prova anche a ridare dignità alla divulgazione scientifica, che non diventa solo testo colto che si appoggia su musica raffinata. “Nomadic” riesce a rendere incisivo un discorso, verificato da fatti e numeri, che mette insieme due mondi, quello animale e quello umano, sullo sfondo di un habitat comune – il nostro pianeta – che sta cambiando.

Non solo, il concetto di nomade – tanto caro alla riflessione contemporanea – viene fatto brillare, come direbbe Benjamin, per diventare riflessione feconda su quello che noi esseri umani siamo oggi e che, a breve, potremmo diventare in modo maggioritario.

Il tutto poggia su una selezione di brani, già sperimentata da buona parte della formazione sul palco, nello spettacolo “Nulla è andato perso”, doppio live magnifico di Gianni Maroccolo – che tutti gli amanti di buona musica dovrebbero avere in casa – che si incastrano a pennello.

Ad interpretarli, oltre a Gianni Maroccolo, capomastro di questo progetto con lo scienziato Telmo Pievani, Antonio Aiazzi (con Maroccolo nei Litfiba), Andrea Chimenti (già voce nel tour di “Nulla è andato perso”, e non solo), Angela Baraldi (sodalizio di lunga data, cementato nel progetto Post-CSI), oltre a Simone Beneventi e Simone Filippi. I testi sono di Telmo Pievani, mentre le illustrazioni di Marco Cazzato. Il tutto è arricchito dalla regia e dal light design di Mariano De Tassis, dal sound engineering di Vladimir Jagodic, e dai video animati di Michele Bernardi.

Uno spettacolo immersivo, già dalla presenza scenica, dove una rete resta stesa davanti al palco per tutta la durata dello show. Su questa vengono proiettate le immagini di Cazzato, che accompagnano l’ascoltatore in questo viaggio che parte, dopo l’introduzione di Piavani, con “Inquieto”, che viene riproposta nella versione di “Nulla è andato perso”. Che dire, se non grazie perché questa declinazione del brano dei CSI – e so che questo giudizio rasenterà l’eresia – è alla pari, se non meglio, dell’originale.

Chimenti la sente sua, la piega alla sua voce, è tutta rigenerata dentro alle sue corde vocali. Dalla parte dialogata iniziale al crescendo del finale. Splendida, ed è giusto dunque riproporla pari pari. Baraldi e Chimenti, poi, regalano una versione intima di “In viaggio”, sempre made in CSI, che perde l’anima rock, e diventa più un mantra di sapore post-rock. Spazio anche per “Sorgente d’Asia”, dei PGR, ultima reincarnazione del sodalizio fra Maroccolo e Ferretti, e cioè ciò che restava dei CCCP-CSI. Chissà, forse un giorno quel progetto – PGR – sarà davvero valorizzato come si deve, e non più schiacciato dai macigni, di pietra nobile ovviamente, dei CCCP e CSI. Vedremo, chissà se ha ragione il Ferretti del ciò che deve accadere, accade.

Lo spettacolo prosegue, fra il racconto di Pievani, forse un po’ troppo veloce nella versione live rispetto a quella registrata, e canzoni. La nuova perla di Chimenti, che già con il suo live dedicato a Bowie aveva fatto capire come si lavora, con rispetto, con il materiale che scotta dei classici, è “Ederlezi”, brano ormai diventato popolare, che il cantante emiliano interpreta con voce piena e potente. Senza dubbio questa versione è destinata, nel tempo, a diventare una di quelle che verranno ricordate.

Non poteva mancare l’omaggio a Battiato, al suo “Sulle corde di Aries”, terzo album della sua prima produzione, uscito nel 1973. Maroccolo lo ha fatto suo da tempo, con l’esecuzione di “Aria di rivoluzione”, “Sequenze e frequenze” e “Da oriente a occidente”, trittico (su quattro brani dell’album originale) già proposto a Verona, e in altri progetti live.

In “Nomadic” il tutto si incastra alla perfezione, e questi brani sembrano davvero essere stati scritti per uno spettacolo nato nel corso del 2023 e 2024. Stessa sensazione per “Peste” dei Litfiba e “Nulla è andato perso”, canzone di Maroccolo e Rocchi, dal loro omonimo album del 2015, lavoro carsico e sotterraneo, non adatto – per fortuna – ad ascolti distratti.

“Nomadic”, insomma, è un viaggio musicale e significante, dove sia le sette note, modulate, piegate, mescolate e sperimentate, si fondono insieme a un racconto dove contaminazione, meticciato, nomadi e migrazioni, sono linee minoritarie grazie alle quali, però, il mondo maggioritario sedentario e (che si pensa) puro può sopravvivere, spesso vecchio d’orgoglio e carico di pregiudizi.

Per fortuna – ed è uno dei passaggi più belli di questo spettacolo – ci sono esseri instancabili, spesso di pochi grammi, che sanno cosa devono fare, e lo fanno senza cercare alcuna gloria, se non quella della geografia, contro la storia.

Il progetto di Maroccolo e Pievani è uguale. Si muove su altri circuiti, serve cercarlo, per conoscerlo, mentre nomade si muove fra i teatri italiani.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Gianni Maroccolo e Telmo Pievani Trento 15 novembre 2024

  1. Il naufragio della FI 74
  2. IMUS
  3. Le berte di Linosa
  4. Night and storms
  5. Inquieto
  6. Ardite imprese migratorie
  7. Tundra
  8. In viaggio
  9. Umane diaspore
  10. Sorgente d’Asia
  11. Europa, dove finisce la terra
  12. Ederlezi
  13. Malati di Zugunruhe
  14. L’altrove preludio
  15. La grande epopea americana
  16. Time to fly
  17. Aria di rivoluzione
  18. Sequenze e frequenze
  19. Da oriente a occidente
  20. Il fiume della vita
  21. Gli uccelli
  22. Peste
  23. Inventare la speranza
  24. L’esodo
  25. Il futuro sarà nomade
  26. Nulla è andato perso
  27. Opening
  28. Dateci gli scossi dalle tempeste
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