Tutto al femminile l’appuntamento “Donna Ginevra e le stazioni lunari” proposto il 19 dicembre 2019 al Teatro Aurora di Scandicci (FI), un progetto che negli ultimi anni ha visto affiancarsi moltissimi colleghi ad una Di Marco al centro della scena. Sul palco, accanto a Ginevra, l’immancabile Francesco Magnelli, il batterista Luca Ragazzo, Andrea Salvadori alle chitarre e non solo, ospiti La rappresentante di Lista e Cristina Donà, con il quartetto classico (due violini, viola e violoncello) “I nostri tempi”, sistemati su un piano rialzato.
Comunque sia, una maggioranza di donne. E che donne. Forse anche troppo per una serata solamente, perché l’impressione è un po’ quella di avere davanti grandi potenzialità che riescono a decollare per qualche decina di metri ma poi, per tempi e scaletta, sono costrette subito a planare. E poi di nuovo così, più volte, complici anche gli intermezzi un po’ forzati del quartetto, non certo per mettere in discussione la loro bravura ma soltanto il ritmo della scena.
Uno spettacolo che non può che riuscire, tra momenti cover e pezzi personali. Conosciamo il talento di Ginevra Di Marco, quella tonalità che ti entra dentro in pezzi come “Montesole”, composta Ferretti e proposta sul finale, o che fa ballare il pubblico nell’attesissima “Malarazza”, canzone su cui, ricorda Magnelli, Margherita Hack era solita agitare il bastone dall’alto dei suoi novant’anni.
Cristina Donà è intelligenza, ironia e autoironia, rock e testi sussurrati, la conosciamo bene, parte con brani un po’ sottotono ma poi ce l’ho ricorda in pezzi come “Goccia”, “Ho sempre me”, “Miracoli”, chiudendo con “Universo”, accompagnata dalle voci del pubblico. La grande sorpresa sono la voce, la presenza, la partecipazione emotiva, l’urlo profondo di Veronica Lucchesi, cantante de La rappresentante di lista. Sorprende il pubblico, lo travolge, strappa applausi lunghi e spontanei, ammutolisce recitando l’Infinito e lanciando brani come “La rappresentante di lista” e “Questo corpo”, dall’ultima produzione “Go Go Diva”. Possiamo dare il benvenuto alla nuova musica italiana.
Lo spettacolo, insomma, vale davvero la pena. Il pubblico partecipa più di una volta, mentre su tutti aleggia la grande ombra benevola e nostalgica dei CCCP, omaggiata dalla Rappresentante con “Amandoti”, e poi dei CSI, in “Del mondo” e “Memorie di una testa tagliata”, cantata con la direzione di Ginevra a venticinque anni dall’uscita dell’album “Ko de mondo”. Lei c’era.
Articolo di Marco Zanchetta