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Greta Van Fleet live Mantova

Band che riesce a unire più generazioni, mettendo nella stessa piazza dinosauri, boomer, millennial e teen

Il Rock disinnescato e a tinte fantasy degli statunitensi Greta Van Fleet, band nata nel 2012 a Frankenmuth, nel Michigan, ha trasformato il 7 luglio Mantova nella capitale del Rock. Una città che, in questi anni, ha saputo investire nei live come occasione di turismo, e di buoni ascolti collettivi. Il lavoro fatto ha pagato, e domenica la città era piena di gente arrivata per ascoltare l’unica data italiana dei Greta Van Fleet, band che ha convinto i fan, tanto quanto ha comunque lasciato qualche dubbio, una volta che lo show è terminato e lo si è ripensato nel dettaglio.

Per certi versi, infatti, i Greta Van Fleet sembrano essere l’ultima frontiera del Rock classico. Non sono di certo una band innovativa, ma di sicuro si presentano meno glam di gruppo blasonate e salutate come fra le più grandi espressioni contemporanei del Martello degli Dei. Una sfida fra Titani? Non lo so, mi verrebbe più da dire, semmai, una disfida fra prodotti musicali ben studiati a tavolino, il tutto cioè per fare quello che si deve fare alla fine: riempire piazze e stadi, e allo stesso tempo evitare che tutto ciò accada solo con cover band ufficiali. Meglio una band dal sapore già conosciuto, che una bella copia di chi imita, alla perfezione, anche nel vestire, gli idoli del passato.

Il risultato è che si assiste a uno spettacolo che non può non soddisfare le orecchie di chi sta perdendo, piano piano, per questioni anagrafiche, i punti di riferimento. Il problema, però, è che il tutto è depotenziato, disinnescato, innocuo e senza troppo mordente. Non può non piacere, come la frutta del supermercato. Manca un’anima che sia in grado di toccare quella del pubblico, e di farla vibrare.

I Greta Van Fleet sono sicuramente più genuini, portano in scena uno spettacolo costruito sugli stilemi degli anni ’70, che hanno studiato bene, da fan appassionati. Questa scelta paga in termini di gradimento. Lo si capisce anche dal pubblico, che veste come in un vero concerto rock: jeans tagliati, t-shirt del gruppo, e birra in mano. È comunque una band che riesce a unire più generazioni, mettendo nella stessa piazza dinosauri, boomer, millennial e teen. Ci sono poi anche baby – davvero piccoli – al seguito di madri e padri, che si ritrovano in questo show con enormi cuffie sulle orecchie. Insomma, detta così, sembra davvero una festa popolare più che un concerto rock, eppure il mix funziona, e a Mantova si sfiora quasi il sold out con 8 mila presenze.

La formula magica riguarda tutta la proposta. Vediamo gli ingredienti. La voce alla Robert Plant di Josh, che con i fratelli Jake (chitarra) e Sam (basso) Kiszka, è l’ossatura della band, alla quale si aggiunge Danny Wagner (batteria). L’endorsement di Plant, circolato su Facebook qualche anno fa, è stato determinante per il lancio mondiale della band. Ma non è finita qua. La chitarra di Jake è buona, e anche in questo caso il rimando al modo di muoversi di Page è evidente, ma c’è un po’ di Angus Young, e non solo per la Diavoletto ovviamente.

A metterlo sotto la lente d’ingrandimento ne verrebbero fuori altri di richiami, ma comunque è l’elemento che più convince, con Wagner, della band. I vestiti rimandano al mondo visivo dei Queen, con tanto di pianoforte nella zona sinistra del palco, e il fratello Sam che entra bene nella parte. Tuttavia, è chiaro che il mondo Led Zeppelin ispira tutta l’esibizione, dai soli di batteria (bello) a quelli di chitarra (belli, ma senza un’anima propria), fino alla ricerca dell’atmosfera fantasy, che è evidente fin dall’inizio grazie a un’intro che rimanda ai suoni della serie Tv “Il Trono di Spade”.

Infine, per non farla lunga, c’è il mondo del Prog nel presentarsi in scena: tutti e quattro con tutine colorate in linea, per scendere poi ognuno al proprio strumento. Poi c’è il rimando sia ai Rammstein, con il fuoco sul palco, sia agli show degli AC/DC con fuochi pirotecnici ed esplosioni. Un mix di belle cose, che messe tutte insieme rassicurano chi ascolta, perché si (ri)trova in un mondo che è noto, conosciuto e che non spaventa. Disinnescato, appunto.

The Amazons

Nel dettaglio, lo show di Mantova è iniziato alle 20:00 con la band di apertura, The Amazons, gruppo energico, che ha proposto un Rock a tinte hard. I Greta Van Fleet sono poi arrivati puntuali alle 21:30. L’uscita sul palco è stata epica, grazie a questa spada sul maxi schermo, che rimanda all’estetica fantasy dell’ultimo lavoro, e con i quattro in fila che ricordano al pubblico che sarà una serata rock. La scaletta del concerto rispecchia le ultime uscite live della band, anche se queste nel 2024 si sono limitate, fino a Mantova, principalmente all’interno di grandi festival.

A farla da padrone è l’album del 2023, “Starcatcher”, lavoro che ha confermato la buona salute del gruppo, con un primo vagito di indipendenza da quella matrice alla Led Zeppelin che ha caratterizzato il sound dei primi due lavori, e della fase ep. “The Falling Sky” ha aperto il concerto, seguita da “The Indigo Streak”, entrambe prese dall’ultimo lavoro.

Con il terzo brano “Caravel” si è cominciato a tornare indietro nel tempo, all’album “The Battle at Garden’s Gate”, dove il legame con la band di Robert Plant era ancora matrice del loro sound. Restano buoni, per tutto lo show, i momenti di esecuzioni soliste di chitarra e batteria; un po’ meno i virtuosismi della voce, che non manca, e stupisce perché non richiede sforzo, ma appare in alcuni passaggi ricca di effetti vari.

L’unica nota davvero negativa è la staticità della band. Tolto Jake alla chitarra, di fatto sono bravi ragazzi che eseguono bene il compito, senza muoversi da rockstar in giro per il palco. Unica trasgressione concessa – dato che neppure i tatuaggi d’ordinanza ci sono sui corpi di questi musicisti americani – sono i baci inviati alle persone in prima fila, che sono in estasi adorante, con rose bianche nella mano.

Alla fine, insomma, sono tutti contenti, ma si parla, all’uscita, di capacità tecniche, non di anima spesa e sacrificata agli Dei del Rock. Si torna a casa contenti, ma il concerto non ha contribuito a far buttare fuori alcunché dalla nostra anima.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Greta Van Fleet 7 luglio 2024 Mantova

  1. The Falling Sky
  2. The Indigo Streak
  3. Caravel
  4. Meeting the Master
  5. Heat Above
  6. Highway Tune
  7. Runway Blues
  8. Black Smoke Rising
  9. Fate of the Faithful
  10. Sacred the Thread
  11. The Archer
  12. Light My Love
  13. Farewell for Now
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