Haken, che il Progressive Metal sia con noi
Per il Progressive Metal, pare sia stata l’estate dei Tool. Pare. Tool aprono Firenze Rocks, con una performance soggetta a un’attenzione della stampa specializzata da analisi mediatica di per sé; Tool, dopo 13 anni uscirà il nuovo album, e giù un’ansia da aspettativa creata con un’operazione di marketing costata chissà quanto, vista la pervasività; e infine: questo disco esce, e le pagine amp di Google di chiunque interessato al rock hanno scodellato sui nostri cellulari 24/24 per diversi giorni la notizia. Aiuto, ma io quando mai ho segnalato a Google di essere quantomeno minimamente interessata ai Tool?
Vabbè, il genere sì, mi interessa. E per certi versi questa è stata per me l’estate del progressive, metal o no. Se si vuole includere Steve Hackett e la sua performance pseudo-genesisiana in questo genere, ok, fatelo senza di me, e andiamo oltre. Quest’estate ho scoperto gli Haken, goduto di Perigeo – One shot reunion -, e Soft Machine. Non è poco.
Ma restiamo sul progressive metal, e la mia dichiarazione è questa: gli Haken, band britannica in circolazione dal 2010, che godono di un budget promozionale pari alle bricioline delle schiacciatine che servono nel retropalco ai Tool, sono stati sicuramente il concerto migliore offerto dall’estate fiorentina. Come spesso mi accade, vado ai concerti nella mia città anche se non conosco granché l’artista o la discografia. E così mi presento con un’apertura mentale e musicale che non prevede pregiudizi (che invece ho quando categorizzo, per dirla gentile, chi non mi piace); grazie a quest’atteggiamento ho scoperto e mi sono innamorata degli Haken. Ovviamente ho provveduto subito a procurarmi la loro discografia completa, constatando tutta felice che in studio non deludono affatto rispetto alla performance live.
Il concerto si è svolto il 6 luglio nella Cavea del Maggio Musicale Fiorentino, un luogo splendido, con un’acustica perfetta, ma senza palco. E dunque: o sai tenere la scena, o sai acchiappare gli spettatori con la musica, o non puoi sperare di aggrapparti a qualche gioco di luci per sbarcare la serata. Gli Haken fanno progressive british metal, e dunque senza fronzoli pure loro, come i già sopra citati supereroi. Ma alla semi immobilità dei musicisti, concentrati sui loro strumenti (due chitarre a 8 corde, basso a 6, tastiere/drum machine e batteria), si contrappone la personalità coinvolgente pur senza esuberanza di Ross Jennings, frontman e singer.
Molti i brani da “Vector”, il loro ultimo capolavoro, ma anche da “The Mountain” e “Affinity”, con un brano ciascuno da “Visions” e “L1+VE,” brani lunghissimi, impegnativi, che hanno ricevuto un’adorazione attenta da parte delle centinaia di fan accorsi da varie parti d’Italia, nonostante il Summer Vectour degli Haken prevedesse altre due date nella nostra penisola (5 luglio Verona “Rock in Castle”, 7 luglio Roma “Rock in Rome”).
Set list
Clear (da Vector)
The Good Doctor (da Vector)
Puzzle box (da Vector)
In Memoriam (da The Mountain)
Earthrise (da Affinity)
A Cell Divides (da Vector)
Pareidolia (da The Mountain)
Nil By Mouth (da Vector)
1985 (da Affinity)
Cockroach King (da The Mountain)
Shapeshifter (da Visions)
Veil (da Vector)
Crystallised (da L1+VE)
Articolo e foto di Francesca Cecconi