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Hanabie. live Milano

Una tempesta Harajuku-Core si è abbattuta su Milano

Il 6 agosto 2023, nel cuore dell’estate meneghina, il Legend Club sta per essere travolto da un’onda anomala proveniente nientemeno che dal Sol Levante, ma io sono ancora del tutto ignara di quello che mi aspetta davvero.Arrivo al locale, come mio solito, con largo anticipo, anzi stavolta anche più del solito; faccio però l’errore di pensare di trovare poche persone, complici le ferie, la domenica d’agosto … saranno tutti via, sto ancora pensando, quando davanti alle porte, quasi due ore prima dell’apertura, scopro una bella coda in paziente attesa che continua a crescere sotto i miei occhi.

Prendo il mio posto in fila, ascoltando i pensieri e le emozioni di tutte quelle persone variopinte, in stile Harajuku come le beniamine di turno: per una sera, il locale diverrà un angolo di Giappone nel cuore di Milano. Le teste improvvisamente si girano all’unisono, osservando quelle che a prima vista sembrerebbero quattro ragazzine in gita scolastica, quattro normalissime turiste, attraversare il prato seminascoste sotto cappelli alla pescatora, dirette al backstage. Sussurri emozionati mi dicono che sono proprio le Hanabie. (scritto sempre seguito dal punto!) , le mani dei fan le salutano, ricambiati dalle loro manine minuscole al confronto. Nemmeno durante la cena le si riesce a lasciare in pace, con qualcuno che lascia il posto in fila per andare a sbirciare e, se possibile, rubare una foto col cellulare. All’apertura delle porte il pubblico è già carico come non mai, già scalpita e già si disputa il posto in transenna.

Eveline

Ci trovano così, carichi a mille e spumeggianti come onde del mare, gli opener della serata, ovvero la band alternative metal Eveline. Fondata dall’ accattivante front-woman Elisa Mologni nel 2017, dopo nemmeno un anno, cioè nel maggio 2018, rilasciano il loro primo album composto da due volumi. Tutti i membri della band sono affiatati e coinvolgenti, tengono da subito il palco con brani tratti dalla loro produzione più e meno recente, ma tutte caratterizzate da suoni imponenti e maestosi, una chitarra solista che te la porti dentro così come i giri di basso e la ricca precisione di batteria. Gli Eveline ricercano sempre, accuratamente, di dare  impronta personale al loro sound, riuscendoci egregiamente.

Eveline

Le tastiere sono sempre ben inserite, senza mai sovrastare o perdersi nei suoni, niente eccessi o sbavature varie; anzi, le parti liriche ci introducono in area symphonic metal come nel caso di “Kings Of The Sea”, il loro ultimo singolo dove la voce ben modulata di Elisa parla agli ascoltatori di tempeste marine, Re dei Mari e le loro gesta, un brano decisamente epico e trascinante. Interagiscono sempre con simpatia dalle prime alle ultime file, chiamando salti e applausi che, però, nascono spontanei: le persone presenti saranno sì arrivate principalmente per le Hanabie. , ma gli Eveline si rivelano una piacevole scoperta, e tra le file non sono rari i commenti di apprezzamento. Da scoprire e vedere, sicuramente.

Dopo i saluti e l’appuntamento in area merch, inizia la meticolosa preparazione del palco per le nostre eroine nipponiche, mentre più volte veniamo filmati a mani alzate, impazienti e scalmanati, dai loro tecnici. Le aste dei microfoni vengono regolate a un’altezza che facilmente è come la mia ai tempi delle scuole medie. Tutto viene rigorosamente controllato che sia esattamente dove e come deve essere, le chitarre ben accordate, i bassi tirati a lucido, i piatti della batteria ben solidi al loro posto.

Solo allora si può dare il via libera all’inizio del concerto, e quando le luci si abbassano il delirio si impossessa di chiunque sia in sala. Assistite da un tecnico, le Hanabie. fanno il loro ingresso una a una: ecco Chika, la nuova batterista, che si è unita alla band il 27 maggio di quest’anno, proprio poco prima del tour europeo. Seguono la bionda Matsuri, chitarrista e clean voice ; Hettsu, bassista dall’espressione birichina, e infine, sventolando una bandiera italiana ecco Yukina, la beniamina dei fan che, manco a dirlo, al suo comparire esplodono del tutto.

Il loro aspetto fine, i sorrisi quasi timidi a volte, la pelle di porcellana, fanno davvero a pugni con l’energia al fulmicotone che sprigioneranno da lì a poco, in uno spettacolo da cardiopalma, dal ritmo indemoniato, tanto più che non te lo saresti mai aspettato da delle scricciole così. Ovviamente i fan più devoti , invece, lo sanno benissimo a cosa stiamo andando incontro e aspettano solo quello.

Il benvenuto per Chika è caloroso: Ciao ciao Chika diventa un botta e risposta tra lei, che si diverte un mondo a ripetere al microfono Ciao ciao ciao,  e il pubblico che di rimando le ripete Ciao ciao, Chika!  Continueranno così per qualche minuto, con Chika che è sempre più divertita.

Ma bando alle ciance: alle mie spalle sento ora un Growl for us, Yukina! Lei, che è qui apposta, non se lo fa ripetere due volte. Si esibisce in un growl che ti aspetteresti da un vocalist norvegese furibondo, non da una giapponesina tutta codini e nastrini colorati: ammetto di rimanere a bocca aperta davanti a questo concentrato d’argento vivo che non sta ferma un mezzo secondo. Mai.

Ma qual è la storia delle Hanabie.? Questa band di Tokyo è nota per fondere il Pop giapponese con il Metalcore e l’Elettronica, anche se è una descrizione molto semplicistica per questo gruppo che si è formato nel 2015. Si riferiscono al proprio stile come “Harajuku-Core”, ma cosa significa “Harajuku”? Questo stile ha origine tra gli adolescenti nei pressi di Harajuku a Shibuya, e si caratterizza per mescolare vari stili, colori, stoffe, tradizione e modernità, per esempio l’uniforme scolastica unita al punk o il goth con i vestiti firmati. Scombinare colori e stili è altamente incoraggiato, purché lo stile personale sia un’espressione della propria individualità. Quindi, quella che era iniziata come cover band al club musicale del liceo di Kichijoji è diventata inaspettatamente una nuova stella nascente nel cielo della musica giapponese.

In scaletta troviamo brani del loro secondo album, “Reborn Superstar!”, uscito per Century Media Records  il 26 luglio 2023, quindi nuovo e tutto da scoprire. Mescolando il saltellante J – Pop con la melodia e la brutalità del Metalcore anni 2000, le Hanabie. portano anche un’immagine kawaii ironica. A differenza di band simili, con la loro coreografia impeccabile, dove ogni movimento è frutto di una preparazione accurata (e lo sappiamo tutti che da sempre il made in Japan è sinonimo di alta qualità ) queste esplosive ragazze risultano un po’ più “ruvide”.

La bionda Matsuri, membro fondatore e chitarrista, è l’autrice dei testi, interpretati da Yukina con urla impressionanti mescolate a grida da pelle d’oca, come nella fragorosa “Neet Game”. La guardi e ti chiedi come un corpo così minuto possa concepire suoni di questo calibro. Nel suo turbinio di colori, Yukina perde l’equilibrio tra una cassa e una pedana e fa un capitombolo, rischiando di rotolare nel pit: le mani della prima fila scattano in avanti pronte ad aiutarla, nel caso ce ne fosse bisogno, ma lei sta già risollevandosi senza mai mollare il microfono.

Fa molto caldo nel locale, it’s hot hot hot, sbuffa Yukina mentre le altre si sventolano col ventaglio, senza dimenticare di sventolare un po’ anche i fan in transenna: l’interazione col pubblico è costante e totale, loro sono davvero divertenti e simpatiche, ascoltano tutti, raccontano aneddoti della loro giornata pre-concerto: Today we ate pasta sciuta and salada, delicioussss! dice Yukina che poi legge i suggerimenti scritti su un foglio appiccicato alla pedana: Pasta sciuta e panetto … panetto? No, it’s panettone! panettone! Osanna nell’alto dei cieli per il panettone d’agosto di Yukina, che viene applaudita in maniera trionfale qualunque cosa dica, a prescindere.

Dopo un piccolo intermezzo pubblicitario, dove Hettsu ci mostra quello che possiamo trovare in area merch (due tipi di magliette, un ventaglio con la loro immagine e ovviamente il loro ultimo album), ma poi non c’è più tempo per le smancerie: Do you love sweets? Urla Yukina che, alle risposte positive del pubblico, fa un’espressione tra il dispiaciuto e il divertito: Sorry, we are not sweet! Via libera a una serie di ringhi demoniaci, quasi da film horror, ovviamente made in Japan, dove ti aspetteresti di veder comparire qualche spirito da dietro le quinte.

Il singolo “Pardon Me, I Have To Go Now” scatena un inferno di pogo e salti, la chitarra sbuffa vertiginosamente, persone che erano in fondo alla sala si ritrovano spiaccicate in transenna a suon di spintoni. Mi guardo alle spalle, riuscendo a vedere solo un movimento da girone dantesco, e l’antico mio augurio mi torna alla mente: speriamo di uscire vivi di qui.

Non è un eufemismo dire che questo nuovo lavoro rasenta il cacofonico, tra effetti sonori simili a giocattoli e strilli da cartone animato. Nonostante ciò, le canzoni sono sempre ancorate a melodie contagiosamente orecchiabili e ritmi da mosh. “Warning!” oscilla violentemente tra la dolcezza giovanile del quartetto e una durezza nettamente contrastante, di grande effetto. Uno dei brani più divertenti, con una sezione di parole kitsch nel mezzo e l’irresistibile ritornello Warning! warning! warning!

Durante le piccole pause dove le nostre quattro tirano un po’ il fiato e si rinfrescano bevendo acqua, ci accorgiamo che invece la bassista dalle treccine colorate si disseta da una lattina, coperta da un’ etichetta col nome della band per evitare pubblicità. Ci pensa lei, intercettando la curiosità dipinta sui volti, a spiegare l’arcano: Italia! I love Peroni! Sembra proprio che la cucina italiana sia di grande gradimento tra le nostre Hanabie.

Dopo aver scatenato l’inferno, con Yukina che urla al microfono Aaand tonight it’s a sold out! Escono, come da rito, dalla scena lasciando i fan indispettiti a urlare One more song! Encore, encore! Rientreranno come all’inizio, sempre con bandiera tricolore, il coro ciao ciao Chika , e Hettsu con la sua birra, riproponendo il loro singolo di battaglia “Pardon Me, I Have To Go Now”. Yukina, scatenatissima, si appoggia prima con una scarpa alla transenna, poi prende equilibrio e ci sale sopra, per poi lasciarsi andare alle mani dei fan : accorrono ( per modo di dire ) gli addetti alla sicurezza sia italiani che nipponici, riacciuffandola per i vestiti, prima che sparisca nel mare di folla. Io, che a quel punto non so nemmeno più chi sono, né dove sono, provo a rubare uno scatto. Il concerto si conclude con la foto di rito, con i fan deliranti alle spalle e la bandiera italiana a coronare il loro battesimo nel Bel Paese.

Stringono qualche mano, regalano plettri e set list, alcuni fan si servono da soli recuperando il foglio di suggerimenti attaccato alla pedana. Si dirigono alla zona merch, dove incontreranno i fan; io invece mi dirigo verso casa, divertita e ammirata dalla potenza e genialità di queste giovani scricciole, un concentrato di energia viva nel corpo di bamboline di porcellana. Una scoperta che sono davvero felice di aver fatto e che consiglio vivamente di vedere dal vivo, dovessero di nuovo passare di qua.
Anzi, lo faranno prima o poi, Yukina ce l’ha promesso: Milano! We’ll be back!

Articolo e foto di Simona Isonni

Set List Hanabie. Milano 6 agosto 2023

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