Roma 8 dicembre. Sotto un cielo plumbeo e carico di pioggia eccomi incamminarmi verso l’Angelo Mai, la venue che stasera vedrà esibirsi uno dei gruppi più famosi della scena indie italiana: gli I Hate My Village. Il supergruppo nato nel 2018 e composto da Adriano Viterbini, Fabio Rondanini, Marco Fasolo e Alberto Ferrari riunisce fra i migliori musicisti della scena indipendente italiana.
Il loro ultimo album “Nevermind the Tempo” uscito quest’anno (la nostra recensione) ha saputo regalare delle sonorità uniche e incredibili e non nego che la curiosità di ascoltarlo live è tantissima. Spesso quando escono progetti così sperimentali si ha sempre un po’ la curiosità di capire se saranno riproducibili dal vivo. Piccolo spoiler: ci riusciranno alla grande e saranno anche più coinvolgenti del disco.
Il concerto degli I Hate My Village fa parte della Biennale MArteLive (il nostro articolo), il più grande festival multidisciplinare diffuso d’Europa che, nella rassegna musicale #ALTRNTV, ha visto tantissimi artisti esibirsi in varie venue capitoline.
Alle ore 22:00 circa il gruppo fa capolino sul palco, ma, prima di iniziare a suonare, Adriano Viterbini si avvicina al microfono per dichiarare, con una voce rotta dall’emozione, che il concerto di stasera sarà dedicato a Francesco Cerroni, uno dei fondatori del locale Monk e un nome che tutti conoscono nell’ambiente musicale romano e non solo. Dedicare un concerto a una persona che ha amato la musica in modo così viscerale è il migliore modo per ricordarlo.
Si parte alla grande con “Tramp”, tratto dal loro disco d’esordio, e da subito l’Angelo Mai è invaso dalla geniale musica del gruppo. Adriano Viterbini tira fuori dalla sua Gretsch, l’iconica Billy-Bo, dei suoni che sembrano quasi impossibili da far uscire da una chitarra. Basta dare un’occhiata ai piedi del virtuoso chitarrista romano per capire quanta alchimia serva per mescolare i vari effetti della sua pedalboard in modo così accurato.
Si prosegue con “Italiapura”, brano invece preso dal loro ultimo album dove Alberto Ferrari accompagna con la sua voce le varie tracce senza risparmiarsi e facendola diventare uno strumento al pari degli altri. L’uso della voce di Ferrari e Viterbini, nonostante fuori dai canoni a cui siamo abituati, riescono a fondersi e completarsi perfettamente.
Non si seguono schemi classici, la musica fluisce in un modo quasi organico, sembra prendere vita ed evolversi. Non si può classificare il genere e forse, il segreto di questa band, è proprio questo continuo sfuggire a uno schema che la imprigioni.
Fabio Rondanini alla batteria scandisce i tempi in modo chirurgico e perfetto, sorretto dalle linee di basso di Marco Fasolo che creano l’ossatura per il flusso sonoro della chitarra di Viterbini. Un modo di fare musica assolutamente creativo e geniale che riesce a catalizzare sotto il palco gran parte del pubblico dell’affollatissimo Angelo Mai.
Si arriva a “Broken Mic” ed il gruppo sembra abbandonare il palco. Sarà veramente la fine del live? Assolutamente no! Il bassista tiene in mano delle banane e le lancia al pubblico, d’altronde, in questo ultimo periodo stanno diventando uno dei frutti più legati al mondo dell’arte.
Ma pensate che questo gruppo così fuori dagli schemi si accontenti di un banale encore? Alberto Ferrari invita a salire sul palco il pubblico e così, musicisti e spettatori, si fondono in un’unica danza collettiva. Sulle note di brani come “Tony Hawk of Ghana” sembra quasi di assistere a un enorme rito collettivo dove non esistono più le barriere fra pubblico e musicisti. Gli spettatori, come d’incanto, diventano parte attiva dello spettacolo ed è questa è la magia di questo gruppo, l’essere realmente artefici di una musica e di uno spettacolo anticonvenzionale.
Finito questo magico momento le persone scendono tutte ordinatamente dal palco, la band saluta e ringrazia. Tutti escono felici, compreso il sottoscritto chiaramente, consci di aver visto uno spettacolo unico e magico che solo gli I Hate My Village possono regalare.
Articolo e foto di Daniele Bianchini
Set list I Hate My Village Roma 8 dicembre
- Tramp
- Italiapaura
- Acquaragia
- Water Tanks
- Presentiment
- Elvis
- Fame
- Jim
- Come una poliziotta
- Eno Degrado
- Erbaccia
- Bahum
- I Ate My Village
- Mauritania Twist
- Fare un Fuoco
- Broken Mic
- Chennedy
- Tony
- Artiminime