22 luglio, a Seravezza, piccolo comune toscano incorniciato dalle Alpi Apuane, sul palco del Blues Festival, conclusosi la sera precedente – festival di qualità al quale abbiamo dedicato reportage di ogni serata – va in scena uno spin off inaspettato, una prova zero che vuole valorizzare questo luogo speciale per godersi grande musica. Per questa occasione gli ospiti sono gli Incognito, ben conosciuti in Italia per il loro mix di Jazz, R’n’B, Funk, Soul, Nu Jazz. L’etichetta che si portano addosso è quella di essere i “pionieri dell’Acid Jazz”, ma in verità sono anche qualcosa in più (e io forse questo titolo lo riserverei ai Jamiroquai).
Vengono volentieri in Italia, dove trovano un pubblico pronto a farsi trascinare dalla loro musica, e così è stato anche stasera, anzi, hanno trovato un pubblico che sembrava davvero non aspettare altro per lasciarsi andare, ballare a piedi nudi nel prato della Villa Medicea che ospita il festival.
Iniziano a suonare pochi minuti dopo le 21:30, e la gioia di essere lì prorompe subito dal palco: Italy is were we built our fondation, and where we like to be. We asked for a concert with a view, and what a view! Sì, il posto è bellissimo, lungo un torrente in una gola verdissima e freschissima, tra i monti dove Michelangelo veniva a scegliere il marmo per le sue opere.
Il leader, Jean-Paul “Bluey” Maunick è l’unico componente fondatore della band, nella quale durante la carriera si sono alternati moltissimi musicisti, ma lo standard è sempre rimasto alto, e lo è tutt’ora; l’ensemble attuale comprende 12 musicisti: 2 chitarristi, 1 bassista, 1 tastierista, 1 batterista, 1 percussionista, 1 tromba,1 trombone e 1 sax, 3 cantanti.
Il primo brano, “Parisienne Girl”, Maunick lo presenta come il primo mai inciso dalla band, e lo canta lui stesso, accompagnato da uno scroscio di applausi; al termine entrano sul palco i tre vocalist, e il concerto spicca subito il volo, non c’è bisogno di tante chiacchiere e presentazioni, lasciano che sia la musica a far entrare nel vivo della festa, a ballare senza inibizioni, tutti insieme, inclusi i tanti bambini presenti.
Pian piano, durante l’esecuzione dei brani in scaletta, si innestano gli assoli di tutti i musicisti, oltre a quelli ripetuti del chitarrista solista; quello del bassista, tutto funky, in particolar modo è applauditissimo, senza che in verità sia stato poi questo granché.
La presentazione della band avviene a più riprese, nominarli tutti insieme sarebbe un discorso troppo lungo! Natalie e Joy si alternano come voci principali, e sono voci divine, perfettamente aderenti alla musica ma molto diverse tra loro, una più R’n’B, l’altra più Soul.
Quando è la volta di “When The Sun Comes Down”, Maunick introduce il brano spiegando che è stato composto a pochi chilometri da qui, per la precisione a Forte dei Marmi durante un soggiorno, e che gli riporta alla mente ricordi bellissimi.
Mentre per “Shine” chiede ai presenti di girarsi verso le persone che amano, se sono presenti accanto durante il concerto, e di guardarle negli occhi con uno sguardo d’amore, perché l’amore si può trasmettere anche solo con gli occhi This it’s what I do every morning first thing when I open my eyes. L’atmosfera diventa ancora più calorosa, il pubblico è davvero coinvolto e rilassato, è un concerto affollatissimo, oltre 1500 persone, ma non c’è calca, o tensioni, tutt’altro.
“1975” è un brano che racconta la storia di come Maunick si è innamorato perdutamente della musica It was the year that really inspired me. I was very young in London, I was a squatter, but I had a lady neighbour who helped me giving me water and electricity, but what made me happy was that she played beautiful loud music every day. And then I had the chance to see live band like Santana and Earth, Wind & Fire, that really showed me the way.
“1993”, ed è evidente che le date sono tappe importanti nella vita di un musicista, è cantata dal tastierista, Chicco Allotta, bravissimo, tra l’altro ho trovato che il suo contributo al sound della band sia fondamentale, ha creato un tappeto ritmico costante, non facile da sentire in giro, soprattutto in generi musicali che valorizzano altri strumenti.
Quando il concerto comincia a scendere inesorabile verso il termine, arriva nella scaletta quesllo che forse è il brano più famoso nella carriera degli Incognito, “Don’t You Worry About A Thing”, e davvero non c’è bisogno di incitare il pubblico a cantare, cosa che fa ovviamente mentre balla disinvolto. Inizia il rito del saltare tutti insieme, che andrà avanti per vari brani, fino al finale, cantato da tutti i vocalist.
Una festa, un concerto che ha lasciato tutti soddisfatti, felici, rilassati. Non resta che attendere luglio 2025 e vedere cosa ci proporranno dal palco del Seravezza Blues Festival, siamo già certi che le aspettative non saranno deluse.
Articolo di Francesca Cecconi, foto di Simone Tofani
Set list Incognito 22 luglio 2024 Seravezza
- Parisienne Girl (cantato da Jean-Paul Maunick)
- Nothing Makes Me Feel Better (cantato da Joy Rose)
- Keep Me In The Dark (cantato da Natalie Duncan)
- Talkin’ Loud (cantato da Joy Rose)
- When The Sun Comes Down (cantato da Tony Momrelle)
- Shine (cantato da Natalie Duncan)
- 1975 (cantato da Joy Rose)
- Still A Friend Of Mine(cantato da Natalie Duncan e Tony Momrelle)
- Colibri (cantato da Natalie Duncan)
- Bass/Supersonic assolo di Lord Sumo
- 1993 (cantato da Chicco Allotta)
- Don’t You Worry About A Thing (cantato da Joy Rose)
- A S T
- Ste Aside (cantato da Joy Rose)
- Roots (cantato da Natalie Duncan)
- Always There (cantato da Joy Rose e Tony Momrelle)
- Nights Ove Egypt All (cantato tutti insieme)