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Setak, L’Aquila

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Alteria, Roma

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IOSONOUNCANE live Bologna

L’inatteso più inatteso di questo concerto però è il tipo di concerto: acustico

Tutto è stato straordinariamente inatteso in questi quattro concerti che IOSONOUNCANE ha realizzato a Bologna al Locomotiv Club. Dalla vendita dei biglietti, letteralmente polverizzati in 36 secondi, con relative sfuriate sui social da parte della fan base, non abituata a queste situazioni, in quel di Bologna, città adottiva di Jacopo Incani, fino alla scelta delle cover eseguite in queste quattro serate. Noi abbiamo assistito all’ultima data, quella del 3 aprile, che, pochi giorni prima dell’accadere dell’evento, si è deciso – altro fatto inatteso – di mandarla in diretta streaming.

Partiamo dai fatti. Dieci anni fa (sembra davvero l’inizio dell’A-Team…) usciva “Die”, album fondativo di un qualcosa di nuovo che, in questi due lustri, si è cercato di codificare. Musica Tanca, nuovo cantautorato, post qualcosa, e così via. “Die”, uscito il 30 marzo del 2015, meritava comunque una festa di compleanno. Di quest’epoca chiunque vi avrebbe tirato fuori un tour di almeno 30/40 date. Ed ecco un’altra anomalia, perché IOSONOUNCANE se ne esce, all’inizio, con due date. La prima, si pensava, sarebbe stata sicuramente sold out (il Locomotiv, anche a pigiarle, più di 800/900 persone, non le tiene), la seconda, per reduci e irriducibili.

Le date, invece, sono diventate quattro, e tutte sold out, con rimpianti per un’occupazione prolungata del Locomotiv che avrebbe ingrassato anche le file delle tessere (controllate in modo certosino, una a una, con documento alla mano, cosa non successa neppure per i biglietti…), e fatto felice tutto il famigerato mondo della musica. Incani, invece, e anche in questo in modo inatteso, ha castrato gli entusiasmi: niente repliche dopo queste quattro, niente compleanni e tour con lustrini, tutt’al più una diretta streaming che, di fatto, sancisce che qui di infiniti “ultimi tour” non ce ne saranno. Scelta azzeccata, e di nuovo inattesa, per chi segue il Nostro, dato che “Die” è figlio di IOSONOUNCANE, ma oggi il suo creatore si muove su altri lidi.

L’inatteso più inatteso però è il tipo di concerto. Acustico. Nudo di madre, come ebbe a dire Aldo Busi nel suo manuale di scrittura. E cioè quello che non ti aspetti dall’autore di “Ira”: sul palco si è presentato con voce e chitarra, alla De Gregori (non a caso…), e con pochissimi effetti. Insomma, il più innovativo musicista degli ultimi 10 anni a Bologna, per il compleanno del suo Die, si mette a fare il Guccini di un tempo (sul palco, oltre che con chitarra e barba, si presenta come il Maestrone, e cioè con un buon bicchiere di vino rosso, riempito a più riprese).

Alla fine, quando il tutto è terminato, dopo poco più di un’ora e quaranta di spettacolo, solo allora ci si è resi conto che davvero abbiamo assistito a qualcosa di straordinario. Pertanto, ha ragione Gianni Maroccolo che su Facebook, nel post di commento allo streaming, scrive “concerto magistrale e magico”.

In scaletta 16 brani, 15 di IOSONOUNCANE e una cover, che è stata cambiata ogni sera, ma tutte queste canzoni state prese dallo stesso album, e cioè “Francesco De Gregori” di Francesco De Gregori, disco che mi ha segnato e che ritengo essere uno dei lavori più importanti che mi hanno insegnato a scrivere parole, ricorda Incani presentando la cover del 3 aprile, e cioè “Souvenir”. Anche in questo caso, dunque, è inattesa la citazione di De Gregori. Ci si aspettava di tutto, ma non di certo il Principe.

Ad aprire un altro momento inatteso, e cioè Gaia Banfi, bravissima, che presenta alcuni brani del suo primo disco, “La Maccaia”, in uscita proprio alle 24 del 3 aprile. L’unico difetto? Non si è presentata e non ha detto il suo nome, e tanto meno il titolo del disco in uscita. Se ne va lasciando tutti stupiti.

Gaia Banfi

Una Daniela Pes più intima, ma come si chiama? Ci si chiede fra il pubblico. Meno male che ci pensa Incani e, nel ringraziarla per la sua performance, ci comunica il nome. Per fortuna, perché “La Maccaia” è un album che già dai primi ascolti risulta molto interessante (provate!).

Gaia Banfi

Tutto è stato minimale. Nessun effetto visivo e neppure sonoro; nessuna luce, solo tanto fumo che ha contribuito a creare l’idea di un velo, di un canto da sirena, da guardiano del porto. Due chitarre sul palco, un capotasto e un bicchiere. Luce statica, come d’altronde la presenza di Incani. Poche battute, giuste quello che serve per tradire un’emozione vera.

Il concerto, dunque, si è aperto con brani dal primo album “La macarena su Roma”, per poi passare al recente “Lirica Ucraina” con “Ancora neve”, e ad alcuni singoli, fra i quali “Novembre”, canzone scritta per mia madre, nata in novembre, e uscita su un 45 giri che conteneva anche la cover “Vedrai, vedrai” di Luigi Tenco, canzone e cantante che mia madre adorava, spiega Incani. Spazio anche per “Viudas”, singolo del 2024 e, poi, nel finale, finalmente, come ha ricordato Incani, ci spariamo tutto “Die”, da “Tanca” a “Mandria”, facendo tutta una tirata. E qui è arrivata la magia. Quella vera.

Se fino a qui Incani aveva già ampiamente stupito il pubblico con ottime doti canore – inattese – ampiamente esaltate in questa messa a nudo intima, con “Die” spogliato, ma non denudato, IOSONOUNCANE ha regalato bellezza nella sua essenza di semplicità. Tutte le canzoni hanno fatto emergere una capacità di scrittura potente, che ha reso evidente come quel lavoro, e cioè “Die” sia davvero un gioiello, per nulla sopravvalutato. Anzi. Un momento poetico, puro, vitale, e carico di senso. Il tutto sostenuto da un pubblico che ha dimostrato di sapere quanto Incani tenga davvero alla musica, alla sua musica, e al suo lavoro.

E come tutte le più belle cose, tutto questo è vissuto solo un giorno (replicato però per quattro), come le rose. Un piccolo gioiello, esattamente come “Die”. In altro modo, dunque, questo disco non poteva essere festeggiato. Bene anche che questa festa sia stato per pochi, per modo di dire. Come d’altronde fu all’inizio la vita di “Die”, un disco long seller che sta sprigionando tutta la sua potenza in questi anni, facendo proseliti, generando figli e aprendo strade.

Risvegliati nel finale dal bis di “Stormi”, che fuori dal flusso di “Die” diventa una canzone che coinvolge il pubblico in un canto corale, anche questo inatteso ad un concerto del genere, siamo usciti esce e ci siamo ritrovati in una fantastica Bologna, viva perché popolata di giovani, e con un leggero tepore primaverile. Non resta che mettersi in strada e riascoltare il tutto dallo streaming, prima di risentire anche “Die”. Poi è ora di dormire, con la consapevolezza che IOSONOUNCANE ci ha regalato un vero evento. Merce rara di questo tempo. Merita davvero un grande plauso.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Linda Lolli

Set list IOSONOUNCANE Bologna 3 aprile 2025

  1. Il corpo del reato
  2. Il sesto stato
  3. Torino pausa pranzo
  4. Giugno
  5. Summer on a spiaggia affollata
  6. Novembre
  7. Ancora neve
  8. VIUDAS
  9. Tanca
  10. Stormi
  11. Carne
  12. Paesaggio
  13. Mandria
  14. Souvenir
  15. Sacramento
  16. Stormi

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