Nella cornice della medievale piazza del Duomo di Pistoia per la rassegna Storytellers attendiamo l’entrata in scena del cantautore-musicista-compositore italiano più interessante e meno definibile dell’ultimo decennio. Iosonouncane riesce a sorprendere sempre, quando credi di averlo compreso lui è già andato da un’altra parte, in un’altra direzione, noncurante dello smarrimento nel quale lascia i suoi fan, me compresa.
Sul palco la strumentazione più scarna che si possa immaginare: tre sintetizzatori. Una scenografia comunque più elaborata rispetto a quella cui Incani ci aveva abituati: nella tournée dell’album precedente, “DIE”, infatti, vi era un unico sintetizzatore e niente più. Il trio di stasera è dunque formato da Incani (voce, elettronica, campionatori e synth), Bruno Germano (campionatori e Synth) e Amedeo Perri (campionatori e synth). Incani ha ribadito in varie interviste che “IRA” (qui la nostra recensione) è una partitura interamente eseguibile dal vivo da un organico di sette musicisti per i quali l’autore ha sviluppato arrangiamenti, parti, trame vocali.
Ed eravamo in tanti stasera, 14 luglio 2021, in piazza del Duomo, a pensare di vedere l’opera teatrale che Incani ci aveva promesso da più di un anno, la riproposizione esatta del suo ultimo, difficile lavoro integralmente eseguito alla presenza dei musicisti (batteria, pianoforte, chitarra, organo, percussioni) che avevano suonato nel disco. Ma questa sera la formula di questo concerto è un’altra: tre sintetizzatori, dicevamo. E basta. E tutto un mondo da scoprire in cui l’unico suono prodotto da un umano è la voce, concepita anch’essa come uno strumento.
Il viaggio comincia con le atmosfere di “Petrole”, col suo linguaggio si potrebbe dire inventato, in cui in una frase Incani mescola tre lingue diverse, poi prosegue con “Foule”, ed è un susseguirsi di sapori, immagini, suoni che spaziano dal nord africa alla musica della tradizione sarda e ai ritmi tribali, quasi senza soluzione di continuità, non fosse per gli applausi del pubblico a scandire i brani. Bellissima “Prison” in cui la voce di Incani passa dal falsetto dei primi due brani ai toni più gravi, fino al quasi urlato.
“IRA” nell’ascolto è un flusso continuo di suggestioni e visioni, ondate che, come la corrente, ti portano lontanissimo. Ma con mia sorpresa in questo flusso Incani inserisce due brani da “DIE” (“Buio” e “Tanca”) che, per quanto da fan sia felice di ascoltare, in qualche modo mi sembra che questa continuità la interrompano.
Non è un pubblico che si strappa i capelli, questo, ma serio e immobile ascolta, in religioso silenzio, rispettoso e assorto, applaudendo in maniera composta solo tra un brano e l’altro. È un pubblico che è consapevole di trovarsi davanti all’opera di un artista che richiede la sua concentrazione e che, al contrario, non mostra il benché minimo interesse ad ottenere né il suo consenso né la sua approvazione.
Dopo l’esecuzione Incani scappa via senza concedere neanche un bis. L’impressione finale, il sapore che resta in bocca, è quello di un concerto perfetto nella sua esecuzione ma che resta freddo, risultato di una musica più cerebrale che viscerale. Chissà se questo è dovuto anche al fatto che, per le restrizioni legate al Covid, siamo dovuti restare seduti e distanziati anche quando il ritmo ci avrebbe spronati ad alzarci in piedi e ballare.
Articolo di Ilaria Staino
Set List Iosonouncane Pistoia 14 luglio 2021
- Petrole
- Foule
- Prison
- Ojos
- Cabot
- Buio
- Jabal
- Niran
- Tanca
- Hajar