Il tour europeo promozionale del nuovo album “Sweet Release” di Justin Adams e Mauro Durante ha previsto ben otto date italiane; abbiamo avuto la fortuna di esserci alla tappa fiorentina del 6 dicembre al PARC, spazio una bellezza spartana e suggestiva di Toscana Produzione Musica. Grazie a Ponderosa, che ha pubblicato anche il loro secondo album e prodotto il tour, abbiamo finalmente potuto ascoltare anche dal vivo musica fuori dagli schemi, creativa, dove l’innovazione non è sperimentazione, ma sta nel pescare nelle radici culturali e musicali dei due artisti e fonderle in una collaborazione irripetibile da altri.
Nella musica di Justin e Mauro non ci sono soltanto la tecnica, le idee, la ricerca. C’è la sintonia, c’è l’empatia musicale, che ha permesso loro di registrate “Sweet Release” in presa diretta con molti momenti di pura improvvisazione. Mentre cammino verso la venue, mi chiedo se riusciranno dal vivo a ricreare la magia dell’album, e ripenso all’intervista con Justin (la potete leggere qui) che mi ha preparato al concerto.
La piccola sala del Parc è quasi al completo, nonostante l’orario un po’ strano, almeno su Firenze, per un concerto, le 19:00. La luce è soffusa, il piccolo palco illuminato soltanto da un paio di fari, quasi nell’oscurità. L’unica attrezzatura presente è composta da due piccoli ampli, due aste, due sgabelli, due tamburelli e il violino di Mauro e la Gibson di Justin. Tutto perfetto, anche i suoni, i volumi. Un concerto boutique, si potrebbe chiamarlo, con un’atmosfera unica.
Justin e Mauro staranno sul palco quasi un’ora e mezzo, e alla fine ci confessano che avevano preparato anche qualche brano in più, ma non c’è tempo, è il turno di un altro e diverso musicista, stavolta jazz. Justin canterà i brani in inglese, Mauro quelli in italiano, ma non c’è soluzione di continuità nella musica, il cambio di intonazione e di lingua non interrompe il flusso morbido e coerente della scaletta.
E la scaletta proposta pesca non solo da “Sweet Release”, ma anche qualche brano dal precedente lavoro, “Still Moving” del 2021, uscito sempre per Ponderosa Music Records. Justin si presenta tentando di parlare un pochino italiano, aiutato da Mauro con le parole, suscitando subito simpatia.
È difficile la vita del musicista, siamo sempre in viaggio, ma questo è un lavoro bellissimo, è un onore farlo, perché la musica è qualcosa di molto potente. Presenteranno alcuni dei brani, ma hanno voglia anche di condividere il piacere, peraltro evidente, di essere qui a suonare per noi, e di raccontarci un po’ della loro partnership. Mauro aggiunge Noi ci sentiamo dei viaggiatori, la nostra vita passa tra un luogo e un altro, tra un aeroporto e un altro, qui ci sentiamo accolti, a casa, grazie a chi ci ha invitato a Firenze, città che amiamo.
Il concerto inizia proprio con un brano dal precedente album, ma si arriva alla title track di “Sweet Release” già in terza battuta, e il tiro di questo brano è potente. Si riscende poi in atmosfere eteree con “Aurora”, bellissima e delicata. Mauro la introduce: All’inizio dell’anno scorso Justin è stato in India, nel Rajasthan, ha sentito all’alba la chiamata alla preghiera di un monaco, e l’ha registrata sul suo telefono. Molti ci chiedono come noi creiamo la nostra musica insieme, molto spesso come riusciamo a unire diversi generi, come la Pizzica con il Blues e il Rock. Noi semplicemente ci sediamo e suoniamo quello che ci piace, e quando quello che suoniamo piace anche l’uno all’altro, e sentiamo che funziona, che vibra per entrambi, continuiamo e sviluppiamo quell’atmosfera, la facciamo diventare una canzone. Quando Justin mi ha fatto sentire questa chiamata alla preghiera, gli ho chiesto se potevo provare a scrivere un testo ispirato a quella melodia, ed è nata “Aurora”.
Justin e Mauro suonano concentratissimi e allo stesso tempo molto rilassati, ogni tanto si guardano, ma sono sguardi complici, d’intesa, sono sorrisi; non hanno bisogno di accordarsi tra loro, non ci sono pause, tentennamenti, il concerto fluisce e le note fluiscono creando qualcosa di omogeneo raramente ascoltato. Certo, sono professionisti incredibili, ma la sintonia non si compra con la tecnica, e rendere un concerto emotivamente perfetto è cosa rara.
Mauro introduce anche “Leuca”, un brano evidentemente a lui molto caro: Justin è nato in Giordania, ma ha vissuto in Medio Oriente, in America, a Londra tanti anni, e da tempo abita a Bath; io vengo dal Salento, e il brano “Leuca” prende il nome proprio da un paese all’estrema punta a sud di questa zona, si chiama Santa Maria di Leuca appunto. È un luogo dove la terra finisce e c’è soltanto il mare, per me è anche un simbolo, non solo un luogo fisico, è un luogo di passaggio, sospeso nel tempo e nello spazio. Se c’è foschia il cielo e il mare si fondono, diventando tutti bianchi, non si vede più la linea dell’orizzonte. Il nome Leuca viene dal greco antico e significa “bianco”, e una situazione dove metaforicamente non si distingue il di qua e l’aldilà. Questa canzone rappresenta queste sensazioni.
Mentre Justin non lascia mai la sua Gibson, unica chitarra (dopo il concerto mi dirà che gira l’Europa solo con quella come strumento, senza “scorte”), Mauro si alterna ai due tamburelli, di diversa misura, pelle e accordatura, e al suo violino.
Continua poi Justin: I was trying to explain earlier the amazing privilege that is to work with music; sometimes I think it’s like making wine, because if you make wine, it’s not you who invented grapes, grapes come from the earth. We didn’t even invent the technique to make wine, it is very old, it’s a human invention. But if you love grapes and you love wine, then you can make something your own to share, to make people feel better. I kind of think music is like that, we didn’t invent it, it’s just there in the earth, it’s part of being human, and it’s an amazing thing we have. We’re lucky to use it, so I try to remember that when I’m standing in an aeroport que with my guitar (ride). È questo il preambolo di Justin a “Djinn Pulse”, brano dai ritmi africani.
E infine, mentre ci avviamo al termine dell’esibizione, che è volata via in un soffio, ci dicono: a noi piace far ballare! Ecco che riescono a smuoverci dalle sedie sulle quali siamo religiosamente incollati per l’ascolto concentrato, e ci scateniamo in balli sulle note i “Ghost Train”, un Blues meticcio che fa sì che i piedi saltellino da soli. Concerto magico, raro, bellissimo. Se avete perso questo tour, posso assicurarvi che “Sweet Release” vi regalerà momenti similarmente intensi. Buon ascolto!
Articolo e foto di Francesca Cecconi
Set list Justin Adams & Mauro Durante 6 dicembre 2024 Firenze
- Calling Up
- Santu Paulu
- Sweet Release
- Aurora
- Talassa
- Tide Keeps Turning
- Leuca
- Djinn Pulse
- Cupa Cupa
- Ghost Train
- Ithaca Return