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Kadebostany live Bologna

Un vortice di baldoria e culture da ogni parte del mondo

Il pomeriggio del 8 febbraio è freddo e piovoso, e il vialetto che porta all’ingresso del Locomotiv Club è già una pappa di fango. Una fila molto più lunga del previsto, considerati meteo, orario e la pregnante presenza di Art City, taglia lo spiazzo antistante il locale. Alla porta, tessera e biglietto sono il visto per la Repubblica di Kadebostany.

Il palco è allestito a comizio politico: una grande bandiera con due ghepardi, una lettera K a caratteri cubitali e una stella fanno da sfondo al pulpito centrale, non che consolle di Guillaume de Kadebostany, il presidente dell’omonima nazione da lui creata. Nonostante la venue sia pomeridiana, la sala è gremita.

Improvvisamente, cala il buio a eccezione dei potenti fasci di luce che illuminano il presidente in controluce. Parte così l’anatema della Repubblica di Kadebostany, un lungo intro elettronico suonato live che aspira al titolo di inno nazionale; si aggiungono infine gli ottoni e attacca “Hey”, un brano strumentale scanzonato dall’animo balcanico, perfetto per presentare la carovana di Kadebostany.

Questa nazione effimera è a tutti gli effetti un melting pot: per citarne qualcuno, le cantanti Poseidona e Vassilina sono italiana e greca rispettivamente, il cantante Fang è parigino mentre Guillaume è svizzero. Tutti però rigorosamente accomunati dalla fascia con la K al braccio. Il concerto è un carnevale di luci che ben si sposa con i brani.

La vasta ricerca musicale è palese così come le tantissime influenze che arricchiscono la musica di Kadebostany. Dalla cassa dritta al ritmo latino del clave del son, dall’Elettronica al Western Country, la loro produzione poliedrica è un viaggio che ben si sposa con l’eclettica presenza vocale dei tre cantanti, che ora duettano, ora si alternano, ora cantano tutti assieme.

Personalmente, trovo che la vera chicca della musica di Kadebostany sia la quasi totale onnipresenza di tromba e trombone, che aggiunge lo spessore della nostalgia analogica ai brani. Ma io sono di parte, ho un debole per gli ottoni. In ogni caso, i riferimenti al Western Country si esprimono anche nell’estetica della band, nei camperos ai piedi e i cappelli da cowboy in testa, senza tralasciare lo scintillante dente d’oro di Guillaume e la sua vistosa cintura texana.

Nonostante la produzione ridotta, il tasso di grandi successi è elevato: da “Castle in the Snow” a “Mind if I Stay”, fino alla loro personale versione del brano di Beyoncé “Crazy in Love” – noto per aver fatto da colonna sonora al bagnatissimo “50 Sfumature di Grigio”. Numerosi sono i pezzi che hanno scalato le classifiche, rendendo Kadebostany un fenomeno mondiale.

Guillaume punta con il dito dall’altra parte della sala, ci giriamo, troviamo Vassilina illuminata che canta alla postazione del fonico e per la prima volta le voci femminili duettano. Siamo tutti in estasi da concerto, circondati da kadebostaniani da ogni dove, e come fa notare Guillaume, suonare di pomeriggio garantisce che le persone siano presenti principalmente per ascoltare musica e non per fare serata.

Del resto, la venue pomeridiana è stata aggiunta grazie al fiume di richieste che ha travolto l’organizzazione, che prevedeva sabato sera come unica data italiana. Finita “Thalassa”, il presidente si prende un momento e chiede al pubblico di intonare un RE, su indicazione della tromba. Il coro riempie la sala. Guillaume è perplesso.

Un suo “Italia famiglia dell’arte” rompe il silenzio, quasi commosso che il pubblico sia riuscito ad azzeccare la nota e ammettendo che ottenere lo stesso in Germania è stato tragicamente complesso. Scoppiano grandi risate – le risate facili che solo la Germania che si mostra inferiore in qualcosa può scatenare. È però quando campiona le nostre voci e le inserisce in “Castle in the Snow”, che la gente va letteralmente fuori di testa.

Che dire… Raramente mi capita di divertirmi così tanto a un concerto a cui lavoro. Persino il mio amico metallaro curioso ha ballato regalandomi uno spettacolo più unico che raro. Non ci resta che sperare che Kadebostany torni presto in Italia per trascinarci nuovamente dentro un vortice di baldoria e culture da ogni parte del mondo.

Articolo e foto di Linda Lolli

Set list Kadebostany Bologna 8 febbraio 2025

  1. The National Anthem of Kadebostany
  2. Hey!
  3. Early Morning Dreams
  4. Save Me
  5. Mind If I Stay
  6. Crazy in Love
  7. 22 Missed Calls
  8. I wasn’t made for Love
  9. Walking Away
  10. Thalassa
  11. Castle in the Snow
  12. Take me to the Moon
  13. Wild in Secret
  14. Pushing Against Gravity
  15. Walking with a Ghost
  16. Lovelace
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