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Kenny “Blues Boss” Wayne live Verona

Pianista, cantante e cantautore americano di Blues, Boogie-Woogie e Jazz, insignito nel 2024 del Blues Music Award “Piano Player of the Year”

Scoprire una location perfetta per i live, a pochi km di distanza da casa, non ha prezzo. Se poi qui, in questo tempio dell’audio di alta qualità, arriva anche un gigante del Blues contemporaneo che, a 80 anni suonati, si concede il lusso di un nuovo bel tour nel Bel Paese, il 2025 allora non può che cominciare sotto i migliori propositi. Il 10 gennaio siamo stati a Villafranca di Verona, al Esoteric Pro Audio Teather, struttura voluta dall’azienda Esoteric Pro Audio. Un teatro non solo comodo, dove il palco si vede bene, ma anche dove c’è il rispetto massimo per l’esperienza sonora. Il mio consiglio è di seguire la programmazione, e di fare almeno una volta l’esperienza di ascoltare musica live qui, in questa location gestita dal padre Mirko e dal figlio Nicola. Non ve ne pentirete.

Dopo questa doverosa premessa per una location che, con tanta competenza e coraggio, si affaccia al mondo dei live di qualità, passiamo alla bella serata di Blues che ha visto ospite Kenny “Blues Boss” Wayne, pianista, cantante e cantautore americano di Blues, Boogie-Woogie e Jazz, insignito nel 2024 del Blues Music Award “Piano Player of the Year”. Questo è solo l’ultimo riconoscimento in ordine di tempo, perché l’elenco è davvero lungo.

Sul palco, nonostante questo curricula, e una ventina di album da solista alle spalle, che si aggiungono a tante collaborazioni, Wayne arriva passando fra il pubblico con un tamburello in mano. Non sarà questo l’unico gesto di grande semplicità che lo vede protagonista. Nel finale è stato a disposizione di chi ha voluto una foto, una stretta di mano o un autografo. Il tutto con uno splendido sorriso sulle labbra, senza alcun atteggiamento da divo, cosa che si sarebbe potuto permettere. 

Sul palco vestiva da vero musicista blues dei nostri tempi, con un azzurro splendente, un capello con piuma, e giacca da orchestrale. Con lui c’erano Jack Russel al basso, musicista raffinato con la presenza scenica di un mimo, o di un maestro d’ombre cinesi, che ha tessuto trame blues, funky e jazz, mescolando anche il tutto più e più volte, che sono state la spina dorsale di questa formazione a quattro. Alla batteria Joy DiMarco, canadese con una straordinaria presenza scenica da killer di B-Movie, con baffetti a stiletto compresi.

Non ha sbagliato un colpo tutta sera; straordinario nei passi in contro tempo, e nella la capacità di leggere tutte le deviazioni che Wayne ha regalato alle esecuzioni dei suoi brani. DiMarco è stato anche il motore del coinvolgimento del pubblico, con chiamata, più volte, al “tenere il tempo” nei pezzi più funky-blues della serata. Alla sei corde uno straordinario Heggy Vezzano, che ha saputo creare assoli mai invadenti, che hanno dialogato con il blues pianistico di Wayne. 

Il risultato di questi elementi di alta qualità non è detto che sia sempre buono. In questo caso, invece, è stato davvero ottimo, e anche i molti profani del genere presenti in sala – lo si capisce dai commenti che dedicano allo show – hanno preso atto che quello a cui si stava assistendo era un vero concerto con il manico, o da fogo, come si dice da queste parti.

Fuor di metafora, Wayne ha pescato con sapienza in tutta la sua produzione, con l’apertura dedicata all’ultimo lavoro, con “Ooh Yeah” del 2024, un Blues ricco di fiati nel disco, ma qui spogliato di trombe per essere arricchito di chitarra, tamburello e basso, con Wayne che scalda i motori, e cioè le sue dita che, da quel momento in poi, hanno danzato su quella tastiera come se l’80enne bluesman avesse, in realtà, poco più che vent’anni. Il pubblico da subito è stato dentro allo show e sul palco se ne accorgono.

Così i due classici “Banckrupt Blues” e “Heaven Send Me An Angel” sono diventati l’occasione per far emergere il lato funky di Russel al basso, mentre Wyane modula voce e scorre la tastiera da parte a parte.

 

Spazio, poco prima di terminare la prima parte, ad un “Same Old Blues”, con un mix di omaggi che strappano applausi di continuo, con i musicisti impegnati, negli attimi, concessi loro, liberi dal piano di Wayne, in momenti soli che fanno davvero un bel vedere e un bel sentire.

“Wishing Well”, sempre dall’ultimo lavoro “Ooh Yeah!” chiuda la prima parte, ed è un brano lento, quasi da piano bar, in apertura, che si trasforma subito in un bel blues classico con un suono di basso esaltato da un impianto che, credetemi, lo ripeto, non ha eguali. Sì, va detto, e ribadito: l’audio qui a Villafranca sa fare la differenza, ed è un vero valore aggiunto.

La seconda parte regala un Kenny Wayne davvero carico dell’affetto che, nella pausa, in molti già gli hanno dimostrato. Non si tirerà indietro, regalando anche un’ottima “What A Wonderful World” in solitario, con una voce graffiante che ricorda quasi, ad occhi chiusi, la versione originale. Il blues di Wayne ha goduto dell’alta qualità audio anche perché la sua non è stata una proposta musicale grassa, ruvida e fumosa. Certo, la componente blues c’è, ma il tutto è mescolato con le derivazioni e le declinazioni che hanno fatto germogliare stili e sotto stile, con predominanza funky e jazz, al retrogusto di boogie-woogie.

Lo si è ascoltato senza stare fermi insomma, e  nelle ultime file, infatti, chi può stare in piedi, non può non muoversi a tempo. Fra i passaggi da ricordare c’è “Bluberry Hill”, definita dallo stesso Wayne il pezzo che preferisco in assoluto. Anche in questo caso, ma non liberi del tutto, i musicisti regalano variazioni sul tema, senza mai abbandonare la strada tracciata dalla tastiera di Wayne. “Somebody Tell That Woman” fa volare, per alcuni minuti, ai bar sporchi e fumosi dove il Blues ha mosso i suoi passi, ma sarà solo per poco, perché il gioco di voci non è mai stato sporcato da tonalità ruvide.

Insomma, il concerto di Kenny “Blues Boss” Wayne è stato davvero un grande momento di musica che si è potuto godere nelle condizioni migliori che si possano sperare di avere nei piccoli luoghi che, ormai, sono gli unici dove trovare ottima musica, di qualità, e senza doversi piegare a logiche di show mastodontici e, spesso, poveri d’emozioni.  Nel bis, poi, c’è stato spazio per la festa totale. Liberi tutti di spaziare con tutti i ritmi della serata ben mescolati, e che hanno strappato applausi, e chiudono un concerto che già si candida ad essere fra le migliori esecuzioni sentite nel 2025 appena iniziato. 

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Daniela Martin

Kenny “Blues Boss” Wayne Verona 10 gennaio 2025

  1. Ooh Yeah
  2. Banckrupt Blues
  3. Heaven Send Me An Angel 
  4. Fantasy Meets Reality 
  5. Same Old Blues
  6. Wishing Well
  7. Blacklist 
  8. Look Out There’s A Train Coming
  9. Bluberry Hill
  10. Going Down South
  11. Somebody Tell That Woman
  12. Where Did She Go
  13. What A Wonderful World
  14. Try It Out
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