La freschezza di questo primo scorcio d’autunno rende ancora più piacevole l’ingresso nella Città del Teatro a Cascina, in provincia di Pisa. Stasera 21 ottobre si esibiscono Le Orme, una delle leggende del Prog nostrano, nell’evento organizzato con la collaborazione della Fondazione Sipario Toscana onlus in una location di notevole rilevanza regionale. Siamo stati accolti con cordialità e gentilezza dal personale molto disponibile che ha subito fornito al pubblico una brochure illustrativa del programma previsto e ci ha accompagnato nella sala “Franca Rame e Dario Fo”.
A scaldare l’ambiente per il numeroso pubblico, costituito da fan di vecchia data de Le Orme, ma anche da giovani conquistati dalla bravura e la fama dello storico ensemble, ci ha pensato un interessante opening act, la prog band toscana Aliante.
Il nome del gruppo si ispira proprio al titolo del celebre brano de Le Orme, tratto dall’album “Contrappunti” del 1974. Non a caso il complesso introduce il suo show con le note del synth che accennano alle linee del brano. Questo combo è un quartetto nella più classica delle formazioni (tastiere, chitarra, basso e batteria), e propone tre lunghi brani strumentali. Molto bravi, nei primi due pezzi ci regalano atmosfere di un Prog più classicheggiante, mentre nel terzo motivo dal titolo “La salita”, dal loro ultimo album, ci offrono un saggio di ottimo Jazz/Rock contaminato da psichedelici effetti della chitarra e da una propulsiva sezione ritmica, prima che il finale riporti il clima ancora su atmosfere progressive. Un inizio perfetto che preannuncia una serata altrettanto splendida.
Siamo quindi pronti per l’evento clou, atteso con trepidazione da tutto il pubblico convenuto in teatro. Resettato velocemente il palco, le star della serata si preparano al loro ingresso in scena. Prima del concerto si presenta on stage il musicista Tino Tozzi, grandissimo estimatore della band, qui in veste di autore del nuovo libro “Le Orme”, informandoci che l’uscita del volume è slittata a novembre, ma forse più verosimilmente sarà realtà nel periodo natalizio. Beh, un gran bel regalo di Natale per i fan del gruppo.
Le Orme & Friends, progetto che nasce da un’idea di Enrico Vesco, collaboratore de Le Orme sino dalla metà degli anni ’90, ha riunito per un memorabile tour i musicisti più importanti della storia del gruppo. Iniziata il 7 ottobre, la rassegna ha dato il nome anche a un prezioso album di inediti, pubblicato a sua volta il 13 ottobre, che raccoglie queste storiche collaborazioni ripercorrendo la longeva carriera della band.
La formazione attuale de Le Orme prevede come unico componente originario il batterista Michi Dei Rossi affiancato dal tastierista Michele Bon, consolidato membro del gruppo sino dal 1990, e i più recenti innesti del vocalist e bassista Luca Sparagna e del pianista e tastierista Aligi Pasqualetto. Ma stasera si sono alternati sul palco, insieme con loro, alcuni tra i numerosi musicisti coinvolti in questo ambizioso progetto o che hanno fatto parte della formazione, vere personalità del Prog.
Alle 21.50 si spengono le luci in sala, ma contemporaneamente il palcoscenico si illumina di una miriade di colori. Dieci faretti a colonna contornano il complesso dai lati e nel retropalco con luci coloratissime e talvolta con begli effetti psichedelici e stroboscopici che conferiscono ancora più suggestione al live. Le note solenni dell’organo segnano l’incipit dello show con il primo brano del nuovo album, il cui titolo non poteva essere più emblematico, “Ouverture”. Un pezzo che evolve in una trama fantasiosa in cui le tastiere e il synth dialogano magicamente con la sezione ritmica.
La band sceglie inizialmente di proporre pezzi dal nuovo disco e si intuisce immediatamente l’inconfondibile qualità: spunti più ritmati si alternano a delicate armonie colorate anche dai delicati arpeggi dell’acustica come in “Acqua di luna” e nella dolcezza di “Rosa dei venti”, sublime acquarello dove emergono sino da subito la voce di Sparagna e il piano di Pasqualetto; i testi bellissimi confermano la vena nostalgica del brano vento canta per noi sconosciute armonie, lento il tempo scivola via, spezza il cuore la nostalgia.
L’idea di privilegiare i nuovi brani è perfetta, perché ci conduce sino da subito nei fascinosi climi del recente album, un lavoro veramente notevole. Michele Bon è tastierista sopraffino, la sua esperienza con la band ne ha fatto una colonna portante nel suono del gruppo, e dà un saggio della sua bravura sia negli spunti Emersoniani di “Ferro e fuoco”, sia con il synth vellutato di “Lucciole di vetro”, e ancora in “L’alba della partenza” che evolve in splendidi fraseggi. Intanto Dei Rossi con il suo intenso drumming pesta duro dietro lo scranno della batteria e invita una prima volta la platea a partecipare scandendo il tempo con le mani nell’esaltante strumentale “Caigo”, un pezzo molto ritmato e evocativo esaltato da un crescendo stratosferico. Alla fine del brano il batterista prende la parola per ringraziare il pubblico e presentare la band. Ma è anche l’occasione per introdurre la prima bella sorpresa della serata.
Dei Rossi invita sul palco due amici di fondamentale importanza nella storia dell’ensemble: il grande tastierista Tony Pagliuca, membro originario e nel gruppo sino al 1991, e il chitarrista Tolo Marton, nella band durante il 1975 e 1976 per l’album “Smogmagica”. Sia Pagliuca che Marton sono presenti in brani del nuovo album e in questo contesto ci propongono con la band alcuni fra questi. “Prologo” e “Partire” sono due autentiche perle, mentre “L’indeciso” è un brano dallo swing brioso e vivace. “If I Could go back” è invece contraddistinto da sfumature blues e funky, interpretato dallo stesso Marton, che lo colora con deliziosi giochi chitarristici, ma che regala anche un duetto con le tastiere che conferiscono ancora più vitalità al motivo. Se potessi tornare indietro…. ci canta Tolo, prima che arrivi un meritato intervallo di circa 15 minuti a separare le due parti del live e del quale approfittiamo per rifocillarci. A questo punto lo staff del teatro ha offerto a tutti caffè e acqua. Davvero tante squisitezze nei confronti della clientela: chapeau.
Dopo la pausa è proprio Marton a ripresentarsi sul palco in veste di solista proponendo il brano “Valzette”, una struggente ballata acustica strumentale dedicata ai bambini vittime delle guerre. Un attimo riflessivo che fa da prologo a una seconda parte scoppiettante. La band si ripresenta a pieno organico (compresi Pagliuca e Marton), e riparte con “Amanti Di Città” tratto dall’album “Smogmagica” e interpretato in una versione in lingua inglese.
Da ora in poi si darà spazio ai grandi successi del passato interpretati con incredibile verve e entusiasmo. Un pizzico di commozione si affianca all’incantesimo dei pezzi durante le loro esecuzioni. Dei Rossi si scatena, la batteria è incandescente mentre partono le note di “Los Angeles”, uno dei pezzi forse più rock del combo, dove splendide tastiere si intrecciano mirabilmente con assoli di chitarra folgoranti. A riportare il clima su atmosfere più soft tutto il fascino di un brano dalla melodia carica di pathos come “Amico Di Ieri”, altro motivo mitico. La voce di Sparagna è sublime mentre l’armonica di Marton disegna splendidi scenari.
Si giunge con agilità a “Vedi Amsterdam”, altro famoso pezzo tratto da “Verità nascoste” datato 1976, che sarà seguito a ruota dall’effervescenza di “Regina al Troubador”. La scelta di interpretare brani da questo album risiede presumibilmente nella volontà del gruppo di onorare la memoria del compianto Germano Serafin, il chitarrista che subentrò a Marton in questo lavoro e che scomparve prematuramente nel 1992. Sempre del periodo vissuto assieme a Serafin la band propone “Canzone d’Amore”, un brano che ebbe un travolgente successo commerciale, pur rimanendo una traccia singola non comparsa in nessun album. Il pubblico, caldissimo, sottolinea con scroscianti applausi ogni pezzo e partecipa con vigore, muovendosi e scandendo il tempo dei brani, una collaborazione che sale incessante nel corso dello spettacolo.
Dei Rossi prende nuovamente la parola per presentare un’altra incredibile sorpresa. Si tratta di Lino Vairetti, il mitico frontman degli Osanna, personaggio di assoluta rilevanza del panorama Prog nostrano. È un curioso intreccio tra grandi interpreti, ma la forza del Prog è sempre stata anche quella di unire e rendere amici queste eclettiche personalità. Vairetti ha realizzato, prestando la stupenda voce nel nuovo album de Le Orme, il pezzo intitolato “Prog Garden Medley”, che è stato pensato come un momento di omaggio al Prog Italiano. Il motivo è una sorta di medley con alcuni brani che hanno fatto la storia del genere. Si parte proprio da uno dei capisaldi degli Osanna, il bellissimo “L’uomo”, dal loro primo album del 1971 per poi tornare alla hit de Le Orme “Gioco di bimba”. Poi è stata la volta del tributo al Banco del Mutuo Soccorso con “Non mi rompete”, giungendo infine alle celebri note di “Impressioni di Settembre” della Premiata Forneria Marconi. Il pubblico è ormai in visibilio e gli applausi per la band sono interminabili mentre gli artisti salutano caldamente dal palco.
Non può quindi finire qui e arriva infatti dopo qualche attimo l’encore che prende le mosse con una breve jam-session fra Dei Rossi, Marton e Sparagna prima che vengano riproposti “Sguardo verso il cielo”, con la voce ancora di Vairetti, e “Collage”, il primo magnifico brano dell’omonimo album che sancì l’ingresso a caratteri cubitali della band nel macrocosmo Progressive.
La chiusura è affidata a “Figure di cartone”, tratto dal secondo album “Uomo di pezza”, un altro fulgido esempio dello stile del gruppo con una melodia giocata sugli arpeggi dell’acustica incastonata con giochi di tastiera e Synth. Siamo oltre la mezzanotte e finalmente i protagonisti si concedono alla meritata e interminabile standing – ovation dopo un concerto fiume che ci ha veramente fatti sentire partecipi dall’inizio alla fine e in simbiosi con la loro musica.
I musicisti non si sottraggono all’abbraccio dei fan, soffermandosi dopo poco nel foyer del teatro per concedere autografi e foto. Le Orme sono detentori di un inestimabile valore artistico e di un grande patrimonio musicale che il tempo non potrà scalfire in nessun modo e stasera ci hanno dato un saggio di come l’amore per la musica possa andare ben oltre la carta d’identità.
Ritrovare Dei Rossi, Pagliuca, Marton e Vairetti in questa splendida forma, ci ha regalato emozioni inestimabili, a conferma che questi artisti potranno ancora aggiungere pagine importanti alla loro storia. Notevoli anche le performance di Sparagna e Pasqualetto che hanno dimostrato di essersi inseriti perfettamente nell’amalgama sonoro di un gruppo straordinario. Si chiude così uno spettacolo di più di due ore, coinvolgente e carico di vive sensazioni, con la band che non si è mai risparmiata, offrendo una performance di altissima caratura. È il mio augurio, e anche una speranza che questo momento di arte espressa in note, non sia uno degli ultimi della band, ma che invece il progetto continui a deliziarci con le sue magie.
Il tour invernale dell’ensemble prosegue con le date di Alessandria il 3 novembre, Catania il 6 dicembre, Palermo il 7 dicembre e Schio il 9 dicembre. Nel 2024 il 26 gennaio, lo show farà tappa a Avezzano, il 27 gennaio a Napoli, il 28 gennaio a Roma per concludersi a Seriate il 2 febbraio. Eventi comunque in costante aggiornamento.
Articolo di Carlo Giorgetti, foto di Michele Faliani
Set list Le Orme Cascina 21 ottobre 2023
- Ouverture
- Acqua di luna
- Ferro e fuoco
- Lucciole di vetro
- L’alba della partenza
- Rosa dei venti
- Caigo
- Prologo
- Partire
- L’indeciso
- If I could go back
- Valzette
- Amanti Di Città (english version)
- Los Angeles
- Amico Di Ieri
- Vedi Amsterdam…
- Regina Al Troubador
- Canzone d’amore
- L’Uomo (cover Osanna)
- Gioco Di Bimba
- Non mi rompete (cover Banco del Mutuo Soccorso)
- Impressioni di settembre (cover Premiata Forneria Marconi)
- Sguardo Verso Il Cielo
- Collage
- Figure Di Cartone