Ci sono artisti che, pur non ascoltandoli quotidianamente, in un modo o nell’altro hanno sempre fatto parte della nostra vita. Fin da quando ero bambina, nell’auto di mia madre girava sempre un album di quell’artista dai lunghi dreadlocks, occhiali Ray-Ban e skinny jeans. Spinta dalla curiosità di rivivere un pezzo della mia infanzia, il 12 luglio ho assistito alla prima data italiana del “Blue Electric Light Tour” di Lenny Kravitz, nella suggestiva Piazza Napoleone, nel cuore di Lucca. Ospitato dal Lucca Summer Festival, Lenny Kravitz ha regalato al pubblico due ore di musica travolgente, spaziando dai suoi brani più iconici a quelli del suo ultimo album, uscito a fine maggio 2024 (la nostra recensione).
Già dal primo brano, “Are You Gonna Go My Way”, è evidente che Kravitz sia al massimo della forma. A sessant’anni, il cantante americano mantiene una voce identica a quella dei suoi album in studio. Per tutto il set, dal falsetto acuto di “It Ain’t Over Till It’s Over” alle urla melodiche di “Fly Away”, le sue linee vocali sono eseguite senza sforzo, dimostrando una straordinaria padronanza e una potenza vocale invidiabile.
Oltre alla sua incredibile abilità vocale, Kravitz dimostra di essere un polistrumentista di grande talento. Al terzo brano, “TK421”, tratto dal suo ultimo album, dopo un fenomenale assolo del sassofonista Harold Todd, Kravitz passa al basso e sfoggia un assolo eseguito interamente in slap, dimostrando una versatilità musicale davvero straordinaria.
Kravitz non è uomo di grandi parole, preferisce lasciare che la musica parli per sé, ma tra una canzone e l’altra dedica dei momenti di riflessione per rivolgersi al pubblico con amore e spiritualità. Affronta le sfide del clima sociale e politico attuale, ripetendo spesso frasi di fratellanza e umanità, invitando a lottare per un mondo che ha urgentemente bisogno di più amore. Nel tentativo di coinvolgere maggiormente il pubblico, Kravitz spesso si allontana dal microfono, dirigendosi ai bordi del palco, semplicemente annuendo e salutando i presenti.
Per gli appassionati, come me, delle belle chitarre, è un piacere osservare tutti i cambi strumentali del frontman durante lo spettacolo. Inizia con una Gibson Flying V per “Are You Gonna Go My Way”, passando poi a una Gibson J-200 per “Stillness of Heart”. La sua chitarra preferita resta indubbiamente l’iconica Les Paul, quasi usata per tutto il set, infine, abbraccia una Gibson ES-335, purtroppo usata solo per “It Ain’t Over ‘Til It’s Over”.
A metà concerto, dopo “The Chamber”, durante una breve pausa per risolvere alcuni problemi tecnici, Kravitz prende l’occasione per presentare la band. Dopo un caloroso applauso per i nuovi membri al basso e alla batteria, viene fatta una menzione speciale al sassofonista Harold Todd per la sua fluidità e energia nei suoi assoli, insieme ai suoi due straordinari compagni nella sezione dei fiati. Oltre alla bravura di Todd, va sottolineata l’importanza delle tastiere di George Laks: sebbene non presenti per l’intera esibizione, arricchiscono le composizioni di Kravitz con contrappunti elaborati con grande maestria.
A volte, nella scena musicale, un artista fa il suo ingresso con un singolo di debutto così potente che resta uno dei suoi brani più memorabili, anche dopo anni di successi. Nel caso di Lenny Kravitz, questo brano è “Let Love Rule”, che ha concluso la lunga scaletta del live al Lucca Summer Festival. “Let Love Rule” affronta i temi centrali della discografia e della personalità di Kravitz. Il testo riflette sulla capacità trasformativa dell’amore: da un lato, dolce come una rosa; dall’altro, capace di vincere ogni guerra. Dopo aver cantato a lungo il ritornello con il pubblico, il cantante ha ringraziato calorosamente gli spettatori prima di avvicinarsi alle transenne per stringere la mano ai più fortunati.
Un concerto con la C maiuscola, con un set che abbraccia magnificamente i tre decenni di carriera di Kravitz, dalle tracce come “Fear” e “Let Love Rule”, estratte dal suo album di debutto del 1989, fino alle sue più recenti canzoni come “TK421” e “Human”. Il tour italiano del cantautore statunitense non si conclude qui: prosegue il 12 luglio al festival Umbria Jazz e il 13 agosto a Lido di Camaiore.
Articolo di Ambra Nardi
Lenny Kravitz set list Lucca 12 luglio
- Are You Gonna Go My Way
- Minister of Rock ‘n Roll
- TK421
- I’m a Believer
- I Belong to You
- Stillness of Heart
- Believe
- Fear
- Low
- Paralyzed
- The Chamber
- It Ain’t Over ‘Til It’s Over
- Again
- Always on the Run
- American Woman
- Fly Away
- Human
- Let Love Rule