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Massive Attack live Mantova

Concerto che ha saputo anche testimoniare l’impegno sociale e politico che la band ha sempre rivendicato

Sold out anche per i Massive Attack al Mantova Summer Festival, manifestazione che si è confermata fra le rassegne più interessanti del 2024. Il 13 luglio scorso l’unica data italiana della band capitanata da Robert Del Naja e Grant Marshall, entrambi alla voce, tastiera, campionatore e programmazione, due dei membri fondatori di quello che è di fatto un collettivo musicale più che una vera band, ha regalato emozioni dall’inizio alla fine alle novemila persone arrivate nella città dei Gonzaga.

Un mix di suoni che hanno sapientemente, e con grande eleganza, fatto convivere i classici della band, e cioè i brani del disco capolavoro “Mezzanine”, con un’ottima selezione del loro repertorio, presentato ed esaltato da ospiti davvero di lusso.

Un concerto che ha saputo anche testimoniare l’impegno sociale e politico che la band ha sempre rivendicato, e fatto suo. Se poi si considera la leggenda metropolitana che Banksy sia proprio uno dei Massive Attack, allora si capisce subito che quanto fatto sentire e vedere a Mantova non è frutto di furberie di facciata, ma di una precisa scelta stilistica e di posizione nel mondo.

Nessuno, qua a Mantova, si è sognato di sbandierare frasi banali. Sugli schermi sono apparse immagini dei conflitti che popolano il globo terreste e, allo stesso tempo, i Massive Attack hanno denunciato, con numeri e dati precisi (per deformazione professionale, sono andato a verificarli…) la situazione in Medio Oriente. Non solo, l’attacco, chiaro, mirato e condito con grande ironia a complottisti e affini, è stato di certo uno dei momenti più interessanti e intensi della serata.

Se Banksy, insomma, non è di casa qui, di certo però ascolta i Massive Attack, e con loro condivide molto del suo stile e del suo sguardo sul mondo. Una musica, insomma, che ha aperto una finestra sull’epoca che stiamo vivendo.

Venendo all’esibizione di piazza Sordello, la band, nata a Bristol nel 1987, e ritenuta fondatrice del genere trip hop, è salita sul palco con qualche minuto di ritardo rispetto al programma, e ha presentato una scaletta che ha spaziato, in lungo e in largo, fra gli otto album in studio della loro produzione.

L’inizio è stato dedicato a una serie di filmati dove il rapporto fra tecnologia ed essere umano è centrale. Anche in questo caso la band ha fatto sapere di non essere contraria alla tecnologia – e come potrebbe, vista la loro proposta musicale – ma che questa deve essere pensata come uno strumento utile all’essere umano, e non come un fine che orienta e plagia tutti i mezzi. Per capirci, il filmato della scimmia che beve il succo di frutta è stato emblematico del Massive Attack pensiero.

A seguire la prima canzone della serata, “Risingson” dall’album capolavoro “Mezzanine”. Un ottimo impianto audio ha permesso a tutti di ascoltare in modo perfetto lo spettacolo che, all’inizio, è stato caratterizzato da atmosfere cupe, da club e laboratorio di musica elettronica, più che da concerto di piazza.

Con il terzo brano, “Black Milk”, si è tornati a “Mezzanine”, con la prima sorpresa della serata, e cioè la presenza sul palco di Elizabeth Fraser, cantante dei Cocteau Twins, che è intervenuta anche in altre quattro canzoni.

Presenza che strappa applausi, Fraser ha portato delicatezza vocale nei suoi interventi, e allo stesso tempo una presenza scenica davvero di grande spessore. Intensa anche la sua versione di “Song To The Siren”, cover di Tim Buckley, brano dedicato ai suoni della guerra, dove il canto di Fraser ha evidenziato la drammaticità delle scene che sono state mostrate al pubblico.

Gli ospiti non sono finiti qua, restando così fedeli a quel principio che i Massive Attack sono di fatto un collettivo musicale, e non una band statica e granitica.

Come la loro musica è fluida e mobile, così la loro presenza sul palco diventa sempre meno egocentrica e più comune, diffusa, condivisa con artisti e musicisti fra i quali, oltre alla Fraser, Horace Andy, splendido in “Angel”, grande classico dei Massive Attack, e in “Girl I Love You”; Young Fathers, gruppo musicale alternative rap britannico, che hanno emozionato nell’esibizione di “Gone” e “Voodoo In My Blood”.

Una versione, quest’ultima, decisamente migliore di quella che si trova su disco, dove questo brano, ormai, suona come vecchio e stantio. Qui a Mantova, ma in generale in questa esibizione, dove la parte ritmica è stata rimodulata, l’effetto è decisamente diverso, e quella canzone ha acquistato nuova linfa.

Molto interessante la cover “Rockwrok” degli Ultravox, brano che viene presentato sul palco mantovano con alle spalle una serie di immagini che hanno raccontato come il mondo occidentale si stia sempre più rifugiando in un universo virtuale, al fine di non vivere davvero la vita reale.

Il digitale vince sul reale, definito come spazio dove ormai non si vive più bene nella quotidianità. La fuga è la dimensione sociale dell’umanità occidentale, e i Massive Attack lo denunciano in modo semplice e chiaro. La musica di “Rockwrok” si è amalgamata bene con il tutto. Detto in modo sincero, durante questa esecuzione un brivido mi ha percorso la schiena e la mente dall’inizio fino alla fine.

Nel finale i concetti che hanno sorretto lo spettacolo mantovano vengono ribaditi ancora una volta durante l’esecuzione di “Karmacoma”, brano che è stato senza dubbio la sintesi estrema di questa spettacolo carico di valori, senso e significato, e dove la musica elettronica si è confermata essere per niente fredda e distaccata dal mondo reale. Anzi, l’Elettronica e il Trip Hop dei Massive Attack sono una cartina torna sole dell’epoca che stiamo vivendo.

Il loro sound è caratterizzato da un mood tribale, con ripetitività ataviche, vicine alle sonorità africane, selvagge e genuine. Nulla di asettico; niente di artificiale. La loro scelta sonora, dal vivo regala emozioni, perché cattura con il suo incedere che non è sottofondo, ma ripetitività capace di creare differenza. Mantra, in sostanza, dove l’elemento ripetitivo non è mai fine a se stesso, ma differenziale libero che permette di originare un mondo.

Una musica, quella dei Massive Attack, che permette di pensare, e che non è proposta per distaccare chi ascolta dal mondo in cui ci si trova a vivere.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Massive Attack 13 luglio 2024 Mantova

  1. Risingson
  2. Girl I Love You
  3. Black Milk
  4. Hymn Of The Big Wheel
  5. Take It There
  6. Future Proof
  7. Gone
  8. Minipoppa
  9. Voodoo In My Blood
  10. Song to the Siren
  11. Inertia Creeps
  12. Rockwrok
  13. Angel
  14. Safe From Harm
  15. Unfinished Sympathy
  16. Karmacoma
  17. Teardrop
  18. Levels
  19. Group Four
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