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Miyavi Live Milano

Emozionante, carismatico,  fonte di ispirazione, e musicista impeccabile

Per la seconda volta, quest’anno, mi ritrovo a prepararmi per un concerto pensando che sarà una serata tutto sommato tranquilla, in una data feriale, in un orario in cui molti lavorano ancora. Per la seconda volta, invece, mi ritrovo a spalancare gli occhi davanti alle persone in fila: mentre arrivo ai Magazzini Generali di Milano, il 4 ottobre, mi accorgo subito che sarebbe stato difficile parcheggiare anche un monopattino. Trovo un posto macchina per pura misericordia divina, e anche se manca un po’ di tempo all’inizio del concerto, mi incammino per andare a farmi un’idea della situazione.

Stasera si esibisce qualcuno che non è assolutamente uno qualunque, e viene direttamente dal Sol Levante a dimostrarci di che pasta è fatto: andiamo a conoscere Miyavi, il chitarrista samurai, nell’unica data italiana del suo “Return Of The Samurai Guitarist: 20th & Beyond Tour 2023”. Nato a Osaka nel 1981, Miyavi, all’anagrafe Takamasa Ishihara, non solo è un abilissimo cantautore e musicista visual – key / j – rock e pop rock, conosciuto nell’ ambiente per la sua tecnica di finger style slapping, ma è anche produttore discografico e attore.

Il suo stile unico e il suo inimitabile rapporto con la chitarra lo portano in 8 tour mondiali e in oltre 30 paesi; 13 sono gli album in studio all’attivo. Il debutto al cinema risale al 2014 nel film “Unbroken”, nominato agli Oscar; ha anche partecipato al doppiaggio di una serie animata del 2021 di tre episodi, “Arcane”,  che ha vinto gli Emmy Awards, e in tempi più recenti possiamo vederlo nei film “Stray” e “Maleficent “. Se tutto questo non vi sembra abbastanza, posso dirvi anche che Miyavi appare in campagne pubblicitarie mondiali di vari brand, ha sfilato nel 2018 a Parigi per la Fashion Week, e rilascia nel 2021 una signature Telecaster per Fender Guitars.

La sua carriera musicale, invece, inizia nel 1999 come membro della band visual – key Duè Le Quartz, che si scioglie nel 2002, quando inizia la sua inarrestabile carriera da solista. Dopo 5 anni intraprende il primo tour mondiale e ritorna a far parte di un super gruppo (senza abbandonare la produzione solista), gli S.K.I.N., mentre nel 2009 fonda la propria etichetta discografica, la J – Glam. Direi che ora possiamo essere tutti d’accordo nell’ affermare che Miyavi non è, assolutamente, uno qualunque: torniamo quindi all’ ingresso dei Magazzini Generali, dove troneggia un grande mappamondo metallico.

Mai come stasera, questo mappamondo rappresenta i fan che ci passano di fianco, di ogni nazionalità, di ogni età, in gruppo o da soli, stanchi del viaggio, delle ore in fila, ma pervasi da un rinnovato entusiasmo mentre si avvicina la tanto sognata ora X. Li comprendo, anche io sono impaziente. L’organizzazione per questo concerto è ai massimi livelli e anche da questo capiamo che avremo a che fare con un pezzo da novanta, stasera.

I primi fortunati a incontrare il chitarrista samurai sono i fan col biglietto vip, che possono anche fare una foto insieme a lui: si sentono gridolini e risate provenire da dentro il locale, i fan emozionatissimi si mostrano i selfie l’un l’altro, e passano poi dalla zona merch che a fine serata avrà praticamente venduto quasi tutto, di magliette non era rimasta nemmeno l’ombra. Quando finalmente posso entrare anch’ io, felice come non mai di potermi muovere in una zona pit, passo il tempo che precede il live chiacchierando coi fan in prima fila.

Una signora francese mi racconta di aver trovato sold out a Parigi, quindi non si è fatta problemi a muoversi per vedere Miyavi a Milano. Ci sono cartelli scritti a mano, espressioni di affetto, poster, foto, peluche, in una sala che trasuda trepida attesa e che accoglie con grida qualunque ombra passi sul palco.
Il palco è privo di fronzoli inutili, ci sono la pedana e il microfono di Miyavi, la batteria e la postazione del dj, null’altro: la star di Osaka avrà,  con un’ abilità fuori dal comune, la capacità  di attirare a sé occhi, anima e cuore dei presenti facendo dimenticare cosa c’ è tutto intorno. Potrebbero portarci via il pavimento da sotto i piedi e nessuno ci farebbe caso.

Le luci sono e restano basse, quindi quando il concerto inizia non si ha l’ immediato impatto visivo che solitamente fa esplodere  grida e battimani, ma l’ atmosfera cambia in qualche modo e le grida e i battimani sono fuori controllo: ecco entrare i compagni di palco di Miyavi, Anthony e Johnny  che si posizionano rispettivamente alla batteria e alla postazione da dj. Dopo qualche istante, il giusto tempo che fa accellerare il cuore, Miyavi fa il suo ingresso camminando sicuro sul palco ancora semibuio, chitarra in mano e atteggiamento da bel tenebroso dall’alto del suo metro e 85 centimetri di arte e passione pura. Quindi le luci si accendono in un tripudio di effetti, illuminando l’ artista giapponese che inizia la sua performance facendo delirare del tutto la sala.

Mentre i miei compagni di pit sono subito sul pezzo, io mi rendo conto di perdere un po’ di tempo a osservare questo musicista, che si muove scatenato, certo, ma con una grazia ed eleganza che incantano; per me, abituata alla crudezza e brutalità dei concerti punk e metalcore, dove manca solo che mi si faccia lo scalpo, vedere  Miyavi è come leggere e rileggere una seconda volta i versi di una poesia. Con una leggerezza mai vista in altri artisti, salta e volteggia senza praticamente fare rumore, come se fosse sempre a un centimetro da terra.

Il suo talento è indubbio: la sua presenza scenica è incredibilmente feroce e energica, lo stile esecutivo preciso e raro, il legame col pubblico profondo e personale. Tutto questo si traduce in una performance che è allo stesso tempo ipnosi e assuefazione: una volta visto dal vivo, lascerà chiunque affascinato, e ve lo dice una che Miyavi l’ha sempre soltanto ascoltato sul web.

Non avevo mai visto un artista aprire un concerto con tanta energia e sentimento: mentre la maggior parte dei musicisti usa le prime canzoni come una sorta di riscaldamento, Miyavi ribalta la situazione, lui non ha bisogno di riscaldarsi, e non rallenterà mai durante l’ esibizione, se non per rilassarsi un po’ (mi sorge il dubbio che voglia far riposare i fan dal gran saltare e urlare, invece) nella parte centrale, dove eseguirà dei brani in acustico seduto sulla pedana. Accattivante, pienamente consapevole del suo fascino che lo rende un’icona ricercata e contesa da stilisti di tutto il mondo, posa davanti ai fan e ai loro cellulari che scattano foto senza sosta.

La folla, adorante, devota, ma senza mai creare scompiglio o disagio, si lancia nella musica e lo segue nel suo continuo muoversi avanti e indietro per il palco; non rimane mai troppo a lungo nello stesso punto, lui. Nella parte centrale del live, come dicevo prima, oltre a presentarci delle romantiche ballad e brani in acustico, Miyavi si prende del tempo per chiacchierare con i fan come fossero amici di vecchia data, facendo domande e guardando i fan ovunque essi siano, non solo nelle prime file. Inizia poi a raccontare, davanti a un pubblico attento, di come il suo ” 20th & Beyond Tour” l’abbia portato in molte nuove città sparse nel mondo dove è stato sempre accolto a braccia aperte ed è stato fermato da fan che l’avevano visto in precedenti concerti: la sua voce vibra ancora al ricordo di quegli episodi.

Estremamente sensibile alle faccende umane, ha anche svolto un ampio lavoro come ambasciatore dei rifugiati delle Nazioni Unite: oltre a visitare i campi profughi di Libia e Libano, per citarne alcuni, suonerà anche per loro, inclusi concerti per i bambini. Parla di tutto il lavoro in periodo di pandemia, che l’ha bloccato a lungo nel suo paese natale, ma non ha perso tempo a lamentarsi e si è rimboccato le maniche tenendosi sempre impegnato. The virus is invisible, that’s why we are scared. Music is invisible as well, but music is powerful and we came here to feel its power and have a good time! Le mie parole non renderanno mai giustizia all’urlo liberatorio e agli applausi che queste parole scatenano in sala, mentre Miyavi decide che è stato fermo anche abbastanza ed è ora di premere ancora sull’accelleratore.

La sua vitalità esplosiva è contagiosa e quando lui vuole che i fan agitino le braccia o si mettano a saltare, tutti faranno esattamente così, contribuendo all’energia viva che si respira ovunque: i Magazzini Generali ne sono permeati, stasera. La sua musica non ha limiti, trascende tutti gli stereotipi, e le sue chitarre sono una parte del suo corpo, il prolungamento degli arti, tanta è la dimestichezza e l’affiatamento che ha con i suoi strumenti, una Fender Acoustasonic e l’affidabile, vecchia Telecaster dalla voce corposa, il suo vero amore: il nostro samurai mostra le sue chitarre al pubblico sollevandole in alto, le guarda con occhi innamorati, le bacia provocando sospiri femminili.

Are you having fun?  È l’intercalare più usato per far gridare i fan, che gridano ancora più deliziati quando Miyavi dice loro, in italiano, siete bellissimi, siete fantastici: parte allora un coro di sei bellissimo che lo lascia sorridente e stupito, tanto calore non lo lascia indifferente. In occasione del ventesimo anniversario della sua carriera da solista, la scaletta è ricca anche di vecchi brani come l’intensa “Selfish Love” e “Girls, Be Ambitious.” che ci colpisce in pieno petto:  Miyavi canta con palpabile angoscia adatta ai testi, ma la morbida melodia che nasce dalle corde accarezzate dalle sue dita li ha dipinti con un debole contorno di speranza.

La sua voce è potente, calda e sempre salda, nonostante  suoi frequenti salti ed evoluzioni.
Quando il concerto volge, e devo dire purtroppo, al termine, Miyavi riceve da un gruppo di fan una grande bandiera italiana firmata da tutti: lui ringrazia con un inchino e un sorriso emozionato, la solleva per mostrarla proprio a tutti e poi ci si avvolge come in un mantello. Si incammina dietro ai suoi compagni che stanno rientrando nel backstage, ma appena loro scompaiono alla nostra vista, il chitarrista samurai fa uno scatto e corre indietro a ricevere il plauso dei fan, si china a sfiorare mani, letteralmente beato e mai sazio di urla, complimenti, striscioni, che lo ricaricano e davvero ti chiedi dove trovi tutta quella forza.

Non dimentica nessuno, nemmeno le persone in alto sul soppalco a cui tende la mano, anche se ovviamente non potrà raggiungerli: lui però si allunga il più possibile nel suo gesto. Sorpresa, la sua mano si alza a salutare anche me, e mi sento un po’ un’adolescente emozionata. Esco dalla sala con una particolare gioia nel cuore, il concerto di questo magnetico artista è stato come ritrovarsi con un vecchio amico che non vedi da molto tempo, e passare delle ore con lui raccontandosi tutto ciò che si è fatto nel frattempo. Emozionante, carismatico,  fonte di ispirazione, e musicista impeccabile: visto una volta, lascerà una traccia di sé per sempre, in voi. Ancora non vi ho convinti? Sperando torni presto nel Bel Paese, non mancate al suo concerto, e ne riparleremo.

Articolo e foto di Simona Isonni

Set List Miyavi Milano 4 ottobre 2023

  1. Selfish Love
  2. What ‘s My Name?
  3. Survive
  4. Ahead Of The Light
  5. So On It
  6. In Crowd
  7. Secret
  8. Cry Like This
  9. Tears On Fire
  10. Long Nights
  11. Under The Same Sky
  12. Kimi Ni Negai Wo
  13. Girls, Be Ambitious.
  14. Hi No Hikari Sae Todokanai Kono Basho De
  15. Sakihokoru Hana No You Ni – Neo Visualizm –
  16. Fire Bird
  17. New Gravity
  18. Bang!
  19. No Sleep Till Tokyo
  20. Horizon
  21. Under The Same Sky
  22. The Others
  23. Day 1
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