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Pain Of Salvation live Milano

Una grandiosa notte prog metal targata Bam Booking

Finita l’estate e il tempo dei grandi festival all’aperto, messi a riposo gli enormi palchi in attesa del prossimo anno, è arrivato il momento di dare il via ai concerti nei nostri locali del cuore, dove è sempre bello tornare e ritrovare volti conosciuti e non. Arrivo talmente in anticipo, il 25 settembre, da piantare radici davanti a Santeria Toscana, ma non avendo un photo pit a disposizione e prevedendo la quantità di folla che sarebbe pervenuta, ho preferito spostarmi presto, e grazie al cielo, perché alla fine non ci sarebbe stato posto neanche per uno spillo. Una grandiosa notte prog metal targata Bam Booking aspetta Milano; quando finalmente le porte vengono aperte, la coda di fan fa già quasi il giro dell’angolo del marciapiede, destinata ad aumentare come un fiume in piena man mano che passano i minuti. Un pubblico adulto, ma anche qualche rappresentante della fascia più giovane, a conferma che questa musica non ha tempo né età.

Kingcrow

Faccio la mia corsa comica verso il bordo palco, tenendo lo zaino con una mano e la felpa tra i denti alla io speriamo che me la cavo, pur di assicurarmi un posto decente che trovo a malapena, nonostante fossi letteralmente volata dentro. Il palco è saturo di strumenti appartenenti alle due band di stasera, una delizia per qualunque musicista, un armamentario di chitarre, bassi, tastiere e tutto quel che serve per una notte coi fiocchi. Al giungere dell’ora stabilita, qualcuno inizia a reclamare a gran voce gli artisti; l’improvviso abbassarsi delle luci, a eccezione di alcuni fari blu che pulsano come un enorme cuore, fa saltare in aria la sala del locale mentre la prima band compare sul palco, acclamatissima dai devoti e numerosi fan presenti.

Kingcrow

Ecco i Kingcrow, orgoglio italiano del Prog / Hard Rock, nati nel 1996 in provincia di Roma. A oggi una delle band più entusiasmanti che il Bel Paese ha da offrire, descriverli non è semplice come potrebbe sembrare, ricchi di sfaccettature come sono, anche se l’influenza di gruppi come Opeth, Porcupine Tree, Leprous, se non addirittura i Dream Theater nei loro momenti più sottili, è presente nella loro musica elegante, riflessiva, dall’intenso approccio emotivo, molto avanti rispetto le loro radici originali di classica band metal / hard rock: un inizio coi fiocchi e controfiocchi per quella che sarà davvero una notte da ricordare.

Kingcrow

Freschi di rilascio del nuovo album “Hopium”, uscito lo scorso 23 agosto per Season Of Mist e del quale hanno in serbo per noi vari brani, l’ottavo in studio per questi appassionati ragazzi, i Kingcrow emergono dalla fucina del Prog italiano grazie ai suoni eclettici e la narrativa emotiva; la loro evoluzione trascende le classiche etichette del genere e ci offrono un volo oltre i confini stessi del suono e del sé, un passo deciso di sfida verso l’ignoto uditivo.

Kingcrow


Stupenda “Kintsugi” tratta dall’ultimo lavoro e con la quale aprono la loro scaletta, quella che fa pulsare i fari blu del palco: uno dei gioielli del nuovo album, seducentemente aggressiva, guidata da armonie di sottofondo setose,  riff e ritmi tesi e dichiarazioni operistiche energiche, ma vulnerabili, del frontman Diego Marchesi:  As you see / we’re up against the wall / no escape without a new pale scar.
Un fascio di energia insieme ai suoi compagni, il cantante era chiaramente nel suo elemento, interagendo e facendo cenno ai fan di dargli di più: e lo fecero, perché la combinazione di abilità musicale precisa e brillante, passione e canzoni forti portate avanti con personalità lascia chiaramente il segno su un pubblico un tantino sbilanciato a favore degli headliner.

Kingcrow


Questa è gente che sa comporre e suonare: una considerazione mia personale è che se fossero stati americani, o qualche altra nazionalità, sarebbero stati portati sugli allori, acclamati come top star, sembra impossibile che il resto del mondo dedichi loro meno attenzioni di quelle che effettivamente meriterebbero. Da non perdere specialmente se amate i Soen, i Leprous, i Riverside.

Pain Of Salvation

Siamo arrivati al momento clou della serata, si sgombera il palco con attenzione e solerzia, alla grande batteria vengono sostituiti i piatti con quelli degli headliner; il pubblico è raddoppiato, se non di più, e nonostante questo nessuno spinge, nessuno sgomita, ognuno sta al suo posto con impazienza contenuta.
L’assenza di pit e transenna, che permette a chiunque di stare praticamente in braccio agli artisti, permette un’immersione totale e a tutto tondo in quella che sarà l’esperienza di una vita, a tu per tu col gruppo senza barriere, senza limiti, senza filtri.

Pain Of Salvation

Dopo l’accurata preparazione, lo stage è arioso, ordinato, in attesa di un gruppo che è una divinità nel suo genere, che ha mosso persone da ogni angolo d’Italia, oggi all’ultima delle tre date nostrane del tour. Arriva il segnale di ok, giù le luci, via al fumo e al battito di cuori: potenti come l’esplosione di una bomba atomica, le urla e gli applausi dei fan accolgono l’ingresso di Daniel Gildenlow e compagni, che alzando le mani in segno di saluto fanno tremare muri e pavimento dalle urla che raccolgono.

Pain Of Salvation

Fiore svedese all’occhiello del Prog mondiale, siamo al cospetto dei Pain Of Salvation, in attività dal 1991 con 14 album, di cui 3 live; uno dei loro segni distintivi è che tutti i loro dischi sono concept album, che trattano temi quali la guerra e i suoi effetti, la sessualità, disagi sociali, la crescita dell’individuo, la natura di Dio e dell’esistenza stessa, raccontati lasciando molto spazio alle riflessioni più intime dei personaggi, tramite i quali gli ascoltatori riescono a comprendere le trame.

Pain Of Salvation

Potenti ritmiche, timbrica ed estensione vocale, sperimentazione poliritmica e un uso costante di tastiere e cori (non c’è un membro che non canti divinamente)  caratterizza il loro sound, nonché una presenza scenica al top che fa fare la ola a tutti i cuoricini  femminili  in sala, e voglio vedere chi dice di no, non ci credo neanche se mi pagate.

Pain Of Salvation

Devo dire che, insieme agli altri fan presenti in sala, ho assistito a un live che per intensità, profondità e scelta della scaletta superlativa, rimane uno dei miei preferiti non tanto dell’anno, ma di una vita intera. Un vero peccato per chi non è potuto esserci. Affiatamento totale, un frontman in forma vocale strepitosa, che rasenta la perfezione assoluta: mai un cedimento, una sbavatura, un’incertezza.

Pain Of Salvation

Lascia a bocca aperta la capacità tecnica di Gildenlow, mastermind e realizzatore di tutti i testi, con cui riesce a suonare la chitarra solista mentre canta, considerando la difficoltà delle partiture e del cantato. Un live suonato in scioltezza, ma dal tasso tecnico incredibile e sezioni solistiche di una difficoltà disumana.

Pain Of Salvation

Tra le migliori band in assoluto sia in studio che live, strumentisti di una superiorità eccelsa, semplicemente disarmante, dotati di un groove a livelli assoluti e ottima interazione col pubblico, ognuno prende il proprio posto sul palco; io sono posizionata tra i piedi, nel senso letterale del termine proprio, del bassista Per Schelander. Potrebbe mettermi la suola delle scarpe in fronte in qualunque momento, se volesse; invece ci scambiamo occhiate divertite di quando in quando, e con frequente complicità si china verso le mie lenti con un sorriso.

Pain Of Salvation

Si apre con “Accelerator”, traccia dall’energia feroce, frenetica, oscura, una storia d’amore tra sintetizzatori distopici e ritmi di batteria, aiutata a trasmettere tale aura dalla fantastica voce di Daniel: nessuno meglio di lui, uno dei massimi esponenti del panorama metal lirico, potrebbe evocare l’atmosfera in questo modo, e il crescendo finale della canzone ne è una prova definitiva, se ce ne fosse bisogno.

Pain Of Salvation

Mi accorgo che i fan sono aumentati di numero dal fatto che mi ritrovo sempre meno spazio disponibile, ma gli artisti sono sempre pronti a spostarsi qua e là sul palco per mostrarsi a tutti e farsi ritrarre quando muoversi diventa ostico; Gildenlow mette alla prova il suo sex appeal indossando una magliettina che lascia intravedere i pettorali e i muscoletti lucidi di sudore, strappando gridolini alle donne, e alzi la mano chi aspettava di vederlo a petto nudo. Sì, io avevo la macchina fotografica che sudava in attesa, ma non ditelo a nessuno.

Pain Of Salvation

Osservare i Pain Of Salvation all’opera fa capire come, nel loro caso, talento ed esperienza vadano a braccetto con la gioia di suonare e di stare sul palco: l’interazione, i gesti amichevoli, i sorrisi non hanno nulla di premeditato e trasmettono una sincera gratitudine per l’affetto che viene loro dimostrato a fiumi.

Pain Of Salvation

A un certo punto la band torna nel backstage, per poi tornare dopo qualche minuto per l’encore; encore di quelli che restano impressi nella memoria e nel cuore, marchiati a fuoco. Daniel, fradicio di sudore, si presenta da solo per intonare la struggente “In The Passing Light Of Day”, dedicata alla moglie.

Pain Of Salvation

Durante i primi, infiniti minuti, questo artista pazzesco rimane solo con la sua chitarra, mentre gli altri musicisti rientrano quasi in punta di piedi e rimangono ai lati del palco, nella penombra, come a non voler disturbare questa esecuzione perfetta che andrà a concludere trionfalmente, purtroppo, un concerto che tutti avremmo voluto non finisse mai.

Pain Of Salvation

Ubriaca di sensazioni messe a nudo, mi giro a osservare le persone attorno a me, e nessuno se ne accorge: davanti a un tale capolavoro, persino i cellulari dopo un po’ si abbassano, e parlano le emozioni, i sentimenti, messi a nudo e ribaltati come un calzino da questa band. Vedo occhi umidi, lacrime che scendono, occhi sbarrati, vedo chi gli occhi non li apre mai per vivere ancora più intensamente questo viaggio introspettivo; vedo chi si muove appena seguendo le note, chi si abbraccia sottopalco, chi deglutisce con un groppo in gola.

Pain Of Salvation

Sono carezze al cuore, sono un soffio delicato sulle bruciature della vita, sono chi resta ad ascoltarti quando tutti se ne vanno: sono i Pain Of Salvation, e mai nome fu più indovinato. Persino io, che sono tutt’altro che una lacrima facile, provo la sorpresa di accorgermi di avere gli occhi umidi. Quando purtroppo la band ci saluta con il rituale inchino e il lancio di pochi, ambitissimi plettri, i nostri ragazzi passano a stringere le mani a tutti i fortunati delle prime file, e quello che più mi colpisce è il pubblico, che nonostante l’entusiasmo resta abbastanza composto, e solo due parole sento sussurrare da tutti, mentre scambiano sorrisi e strette di mano con i Pain Of Salvation: thank you.

Pain Of Salvation

Sono abituata a un approccio più vigoroso, dove i fan si attaccano ai vestiti dei loro beniamini, li stropicciano seppur affettuosamente, sono più “fisici”; qua abbiamo una profusione devota di sentiti ringraziamenti, per aver preso il nostro cuore in mano, averlo ribaltato sottosopra, di averlo coccolato e restituito in qualche modo diverso, più leggero. Le foto migliori che ho fatto durante questo live sono quelle che non posso mostrarvi, perché le ho scattate col cuore, e il cielo sa quanto vorrei, una volta soltanto, poter dare un’immagine alle sensazioni che ho provato stasera.

Pain Of Salvation

Le braccia al cielo, le lacrime che scendono, le vibrazioni del pubblico, l’energia dei gesti: click.
Gli artisti che passano a salutare, io che riesco a prendere le mani di Daniel che mi sorride da un orecchio all’altro: click. Il bassista, del quale conosco a memoria le scarpe, che tiene la mia mano nella sua mentre saluta i fan al mio fianco e non la lascia andare per un paio di minuti, ricambiando la mia stretta: click.

Pain Of Salvation

A malincuore usciamo tutti dalla  sala, convinti che ci vorrebbe un po’ di Pain Of Salvation nella nostra quotidianità, ogni giorno dovrebbe contenere quanto espresso emotivamente da questa band: dolcezza, divertimento, follia, grinta, e soprattutto tanta tenacia, forza, speranza.

Articolo e foto di Simona Isonni

Set list Pain Of Salvation Milano 25 settembre 2024

  1. Accelerator
  2. Reasons
  3. Meaningless
  4. Wait
  5. Used
  6. Beyond The Pale
  7. Panther
  8. Restless Boy
  9. On A Tuesday
  10. Icon
  11. Falling
  12. The Perfect Element
  13. The Passing Light Of Day
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