Sono state la curiosità e l’amore per la musica dal vivo a portarmi il 1 luglio ad assistere al mio primo concerto dei Palaye Royale. Nonostante il tempo non desse buoni auspici con una forte grandinata un’ora prima dell’inizio, inaspettata per il primo di luglio, nulla è riuscito a fermare una serata dedicata alla musica alternativa inglese al BOnsai, nella zona della Bolognina. Dopo i controlli, piuttosto rudi che mi hanno negativamente sorpresa, ho scoperto che l’arena all’aperto del BOnsai è una vera perla: banchetti per il cibo, tavolini e panchine in legno, e un ampio spazio per accogliere gli spettatori. Il pubblico è omogeneo, composto principalmente da ragazzi tra i venti e i trent’anni con chiome colorate, tatuaggi, e abbigliamento e accessori Punk ed Emo.
Alle 20.15 inizia il primo gruppo, i The Hunna, una band indie rock inglese di Watford, formatasi nel 2015. Dalle prime note e dalla reazione del pubblico capisco che la maggior parte delle persone è qui per i Palaye Royale e non per la band di apertura, anche se alcuni spettatori dicono di averli già visti aprire per i Greta Van Fleet all’Unipol Arena nel 2019.
Non appena la loro esibizione inizia, catturano immediatamente l’attenzione del pubblico. Ryan Potter, il cantante, rimane senza maglietta per tutto il set, saltellando e muovendosi sul palco e interagendo vivamente con il pubblico.
L’energia dei The Hunna sul palco è indimenticabile, i movimenti del cantante sono spettacolari e la simbiosi tra i musicisti è tangibile. I loro riff sono esilaranti, la batteria ha un groove con una leggera influenza hip-hop, e i ritornelli orecchiabili presenti nella maggior parte delle canzoni fanno venire voglia di muoversi e cantare a squarciagola.
Prima del loro ultimo brano, “Trash”, ringraziano calorosamente il pubblico, promettendo di tornare presto nel capoluogo dell’Emilia-Romagna.
Poco prima dell’arrivo dei Palaye Royale, un forte vento si alza e ricomincia a piovere, ma questo non riesce a smorzare l’entusiasmo della folla. Alcuni di loro sono venuti da lontano e non hanno intenzione di lasciare che il maltempo rovini loro il concerto.
I Palaye Royale sono nati a Las Vegas, fondati dai tre fratelli Remington: Leith (voce), Sebastian Danzig (chitarra, va specificata, mancina) ed Emerson Barrett (batteria). Successivamente si sono uniti un bassista e un secondo chitarrista. Originariamente conosciuti come Kropp Circle, nel 2011 cambiarono il nome in Palaye Royale ispirandosi alla sala da ballo “Palais Royale” di Toronto, luogo dove i loro nonni si conobbero.
Non sorprende che i Palaye Royale siano dei grandi showman, con le loro audaci scelte di moda e un atteggiamento senza compromessi, ci si sentirebbe ingannati se non lo fossero. Dal look, dal trucco e dallo scream del cantante, è evidente che la band si ispiri al movimento Emo.
Già dal primo brano, “Little Bastards”, scatta il mosh pit. Non è l’unico che si formerà durante il concerto; ce ne saranno ben tre. Prima di farli partire, il cantante si preoccupa della sicurezza di tutti i presenti, chiedendo a coloro che non vogliono parteciparvi di allontanarsi.
Il frontman è carismatico e pienamente consapevole dell’affetto che i fan nutrono per lui. Li sprona a cantare, saltare e muovere le mani a ritmo, scatenando un delirio incontenibile tra il pubblico.
Dopo il terzo brano, “You’ll Be Fine”, il pubblico inizia a cantare in coro “tanti auguri”. Scopro che oggi è il compleanno del chitarrista Sebastian Danzig, il quale non nasconde di aver bevuto una grande quantità di negroni prima di salire sul palco e di essere estremamente felice di poter festeggiare il suo compleanno in Italia insieme alla band e a sua moglie.
Ciò che colpisce di più durante tutto il concerto è la straordinaria presenza scenica di tutti i musicisti, non c’è un solo momento della serata in cui abbiano smesso di saltare, correre per il palco e sorprendere il pubblico. La loro performance domina completamente e in molti aspetti ricorda più un’opera teatrale che uno spettacolo rock.
La loro scaletta è concisa, composta da quattordici brani senza troppi intervalli, che si estendono per poco più di un’ora di concerto. Lasciando il palco, sono subito risuonati cori insistiti per un bis da parte di tutto il pubblico, al quale la band ha ovviamente acconsentito. Con Leith che introduce al pianoforte “Lonely”, il pubblico nuovamente intona ogni parola insieme alla band. Per l’ultimo brano, “Mr. Doctor Man”, Leith scende dal palco per mescolarsi tra il pubblico, è un bel momento di cui lo spettacolo ha bisogno per concludersi in bellezza.
Come annunciato dal cantante, i Palaye Royale torneranno in Italia a novembre e consiglio vivamente di non perdere l’occasione di vederli dal vivo. Offrono un’esperienza veramente unica, che vale la pena vivere in prima persona. Nessuna recensione o video potrà mai rendere giustizia a quanto sia emozionante trovarsi lì.
Articolo di Ambra Nardi, foto di Simona Isonni
Set list Palaye Royale Bologna 1 luglio 2024
- Little Bastards
- Black Sheep
- You’ll Be Fine
- Fucking With My Head
- No Love in L.A.
- Hang On Yourself
- Just My Type
- Dying In A Hot Tub
- Paranoid
- Showbiz
- Off With The Head
- Fever Dream
- Lonely
- Mr. Doctor Man