Piero Pelù ha concluso il tour 2019 nella sua città, Firenze. Attenzione! Non è stato un concerto ma … Ragazzacci, una grande festa della musica! Un Tuscany Hall pieno sia in platea che in galleria il 22 novembre ha atteso il ritorno del suo grande rocker. I fiorentini sentono Pelù come cosa propria, il loro rocker per eccellenza, sempre legatissimi, prima, ora e per sempre ai Litfiba, una delle massime espressioni nostrali del genere. Qui tutti sanno a memoria le canzoni, il pubblico va dai 30 ai 50 anni per la maggior parte, e sono in tante le famiglie con figli consapevoli, e dunque anche loro coinvolti (e cantanti a squarciagola) nella kermesse della musica nostrana.
Piero Pelù è accompagnato dai suoi fedeli Bandidos: Giacomo Castellano “James Castillo” alla chitarra, Luca Martelli “Luc Mitraglia” alla batteria, cori e sequenze, Dado Neri “Black Dado” a basso, doppia chitarra e cori. Un po’ di immagini negli schermi multimediali in fondo al palco, niente megalomania. E niente maxi schermi per seguire, il concerto è lì, è qui, tutti ne possono godere appieno.
È finalmente un vero concerto rock, senza sconti, senza intrugli, senza sotterfugi. Ce n’era bisogno, in una città dall’anima rock ormai infettata dai grandi festival dove non si vede niente e si spende mezzo stipendio per stare in un campo.
E poi ci sono ospiti speciali solo per questa data, niente di meno che Ghigo Renzulli, Antonio Aiazzi e Gianni Maroccolo, ovvero i Litfiba, oltre ai già annunciati Erriquez e Finaz della Bandabardó.
Mi trovo in mezzo alla platea, proprio dove si poga duro. Si fa la doccia di birra, che vola su richiesta di Piero, e tutti sono felici. Fuori è pieno di uomini della Finanza con i cani, manco si fosse a un mega evento. Ma tutto scorre al meglio, anche i bambini se la godono questa serata sanguigna.
Piero è energia pura. La sua voce è intatta, il suo carisma enorme, le sue movenze senza tregua. Sa intrattenere il pubblico come nessuno. Dialoga senza fare monologhi, senza frasi fatte, sprona, incita, stuzzica, senza strafare. Come solo i pochi grandi veri frontman sanno fare. Scordatevi le solite frasi fatte tipo il prossimo brano s’intitola … Ci sono dediche, ci sono valori urlati, ci sono verità crude che vengono agitate dentro di noi, a ricordarci che siamo vivi, e mai fottuti.
La scaletta comprende brani di Pelù solista e dei Litfiba, che attesissimi salgono presto sul palco accompagnati dalla gioia di Piero Sono i miei fratelli, cazzo! – Litfiba, Litfiba, Litfiba – incalza la platea, e allora Sul palco voglio Gianni, voglio Antonio, e voglio Ghigoooooooo! Tanta emozione ragazzacci, qui c’è amore per la musica. Insieme suonano “La preda” e “Resta” per un pubblico in estasi.
Per “El Diablo”, in versione extended-play, Pelù ci chiede di inginocchiarci tutti quanti, mentre lo fa pure lui sul palco, per una liturgia purificante. Lassù in piccionaia volete proprio morire nelle fiamme dell’inferno (in galleria non s’inginocchiano) … il momento è liturgico… io con la musica mi cambio la pelle …
Non c’è un momento topico, un picco musicale vero e proprio, canzoni accolte con più clamore. Il concerto viaggia a giri altissimi tutto il tempo, due ore e dieci in tutto. Piero sta sul palco come fosse a casa sua. E con un calcio butta lontano il foglio con la scaletta, che sicuramente sa a memoria Via questo gobbo, a Firenze mi sta sul cazzo!
Per “Regina di cuori” ecco il rito del seno all’aria, ovvero dello “scapezzolamento”: Non è una fottuta gita scolastica, ok? Qui si limona duro, cazzo… Allora! ‘Sti cazzi di scapezzolamenti a Firenze vengono fuori o no, oh! Chiudo il concerto, he, chiudo la baracca, ve lo dico he, one, two, three buonanotte. Ahhhh c’abbiamo finalemnte una regina di cuori, una reginona di cuoroni, hahhhhh, che fatica ragazzi oh ma che è… ma ve lo ricordate quando a Firenze si girava gnudi per strada la notte… senza le scarpe, senza le mutande, così … ora per vedere due capezzoli tutto questo casino bisogna fare!
Poco prima della fine, ecco Erriquez e Finaz della più grande band folk-rock fiorentina, la Bandabardò. Con loro Piero tira fuori “Lacio drom”, con un sottofondo, quasi un mantra rappato, La banda, la banda, la banda è qui con noi!
Si chiude con il reprise di “Picnic all’inferno”, forse il brano della set list con più tiro in assoluto. Davvero un grande, grandissimo concerto. A presto, si spera.
Articolo di Francesca Cecconi, foto di Alessandro Rella
Set list Piero Pelù 22 novembre 2019
- Siamo la terra
- Picnic all’inferno
- Tribù
- Bomba boomerang
- 1000 uragani
- Sto rock
- La preda
- Resta
- Fiorirà
- Viaggio
- Fata Morgana
- Dea musica
- Regina di cuori
- Tutti fenomeni
- Gioconda
- Io ci sarò
- Bene bene male male
- El diablo
- Lacio drom
- Toro loco
- Picnic all’inferno